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Recensione "Polvere" by Enrico Pandiani

Polvere è un romanzo noir di 432 pagine, uscito lo scorso aprile per la DeA Planeta. L'autore, Enrico Pandiani, è già conosciuto ai lettori per il suo esordio Les Italiens, inizio di una saga noir che diventerà una serie tv comprodotta da Italia e Francia.

È spietata la polvere quando si posa sulla vita di un uomo. Pietro Clostermann ha lasciato che sulla propria si accumulasse per anni e non ha alcuna intenzione di scrollarsela di dosso.
Da quando ha ingiustamente perso il lavoro di capo della sicurezza per una grossa azienda, è un disoccupato che alza un po' troppo il gomito e ha come unica compagnia un gatto al quale non ha mai neanche dato un nome. E lui, nella sua immutabile immobilità, ci si trova benissimo. Finché una mattina a scuoterlo viene un'anziana vicina di casa bisognosa d'aiuto.
Anche la sua vita è distrutta: pochi mesi prima la figlia Silvia è stata brutalmente uccisa in circostanze che la polizia non ha ancora chiarito. Ma per trovare pace, l'anziana ha bisogno che l'assassino venga consegnato alla giustizia.
Pietro non ha alcun titolo né desiderio di immischiarsi in quella storia, total più che i suoi rapporti con la questura sono ancora complicati, eppure impietosito dal dolore della donna si costringe ad accettare la sfida. Anche se significa uscire dal bozzolo confortante di narcotica indifferenza. Anche se significa dibattersi fino a disfarsi della polvere.

Polvere è un romanzo che ho letto in più di una settimana. E anche se l'insonnia continua e gli straordinari al lavoro non hanno aiutato, sarebbe ingiusto dare la colpa della mia lentezza unicamente alla stanchezza e alla mancanza di tempo. La verità è che se anche la trama gialla del libro cattura, intriga, incuriosisce e fa desiderare di giungere al più presto alla soluzione del mistero, Polvere è un romanzo che si fa leggere con calma, con pigrizia, nella lentezza tipica della domenica mattina o delle giornate estive in cui il tempo sembra fermarsi e le vacanze interminabili.

Che la protagonista primaria sia la polvere è chiaro già anche solo dallo stile, prima ancora che dalla trama e dal personaggio di Clostermann. L'omicidio e le indagini avvengono in una Torino in fermento, lavoratrice e industriale, dove le cose accadono e si evolvono in ogni secondo, e vite e storie diverse si intrecciano in una continua imprevedibilità.
Ma noi lettori seguiamo il punto di vista di Pietro, viviamo la sua pigra immobilità, siamo ricoperti dalla sua polvere e muoviamo con lui i primi lenti e faticosi passi. È un aspetto che ho profondamente adorato: come lo stile riesca a, come ogni singola parola sia scelta per, far vivere sulla propria pelle il clima polveroso che impregna e ricopre l'esistenza di Clostermann.
Una sillaba alla volta noi viviamo la condizione e l'evoluzione emotiva e psicologica di Pietro soprattutto, ma in seconda battuta anche delle tante figure che gravitano intorno a lui. La prova che l'autore sa come muoversi, giocando con la penna. E l'adoro alla follia.

D'altronde Pandiani dedica un'attenzione e una cura estreme ai suoi personaggi. L'intero romanzo, infatti, si rivela un intreccio d'azioni (passate e presenti) e di relazioni dei diversi attori sulla scena. Ognuno con la propria esistenza, il proprio mondo interiore e la realtà a cui appartiene.
Grazie alle tante figure schierate, Pandiani ci parla, analizza e sviluppa una Torino multietnica e una società stratificata in cui convivono universi differenti e a volte opposti, dai più gloriosi ai più poveri, miserevoli e nascosti. Ma non è mai un contrasto tra estremi diversi, bensì un continuo scorrere tra le infinite sfumature del tessuto sociale.
Un'analisi che fa riflettere a trecentosessanta gradi, che ricorda che esiste molto più di ciò che si sceglie di vedere, di tenere gli occhi sempre aperti su tutto ciò che vive intorno a noi.

A tutto questo si somma anche il giallo, un omicidio e le relative indagini, un caso da risolvere. Inutile dire che ho apprezzato tantissimo che il lato giallistico del romanzo non sia mai relegato a mera scusa, tenuto solo come sfondo per gli sviluppi e approfondimenti già elencati. Al contrario ogni elemento del libro si muove parallelamente agli altri, concorrendo e intrecciandosi per creare il prodotto finale.
Mi è piaciuto e mi ha affascinato questo mistero, è stato bello seguire le indagini, azzardare teorie investigative, scoprire indizi e verità, stupirsi di dove il lettore veniva condotto, fremere per le risposte. È stato bello, anche con la polvere addosso.
Eppure, se proprio posso fare la difficile, avrei preferito fosse fatta ancora un po' più luce sugli aspetti del passato che hanno ancora strascichi nel presente.

Polvere è un romanzo unico, un libro che ha un suo spazio e una sua dimensione, un proprio equilibrio di cui rende partecipe il lettore. È un tutt'uno di tanti aspetti e spunti diversi, e proprio questo lo rende estremamente ricco. È una lettura interessante e coinvolgente in tanti modi diversi. Un antro sicuro in cui fermarsi, ripararsi e impolverarsi. Uno stimolo da cui farsi spingere per rimettersi in marcia.
In qualunque punto del cammino voi siate, fermi o in movimento, non fatevelo scappare. Fatevi impolverare. Lasciatevi ripulire.
Buona lettura!



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