Recensione Doppia: Figlie del Mare di Mary Lynn Bracht

Trama
Corea, 1943. Hana è una pescatrice di perle, una professione che si trasmette da madre a figlia, donne fiere e indipendenti. È cresciuta sotto il dominio giapponese, non conosce altro. Ed è felice quando nasce una sorellina, Emiko, perché con lei potrà condividere le acque del mare che bagnano l’isola di Jeju, la loro casa. Ma i suoi sogni si infrangono il giorno in cui, per salvare Emiko da un destino atroce, viene catturata e deportata in Manciuria. Lì, lontana dalla famiglia e da tutto ciò che conosceva, verrà imprigionata in una casa chiusa gestita dall’esercito giapponese. Ma una figlia del mare non può arrendersi senza lottare, e Hana sa che dovrà fare ricorso a tutte le sue forze per riconquistare la libertà e tornare a casa. Corea del Sud, 2011. Emiko ha trascorso gli ultimi sessant’anni della sua vita cercando di dimenticare il sacrificio di sua sorella, ma non potrà mai trovare la pace continuando a fuggire dal passato. I suoi figli e il suo Paese vivono ormai una vita serena... Ma lei riuscirà a superare le conseguenze della guerra e a perdonare se stessa?

Recensione - CuorediInchiostro 

Ultimamente mi capita solo di leggere libri davvero belli; Figlie del Mare è il più bello tra questi.
Visto che mi è piaciuto da morire e tratta di un tema davvero difficile e poco discusso, perdonatemi se questa recensione non sarà all'altezza di quello che in realtà questo romanzo mi ha fatto provare.
Vi dico subito che spero ne facciano un film, perchè come per "Le memorie di una Geisha" più persone conoscono questo mondo e ciò che è successo, meglio è... almeno per non ripetere gli stessi orrori errori. Nel mondo Occidentale poco si discute di quello che è accaduto nel resto del nostro pianeta, e non importa se potrebbe essere d'aiuto per una crescita Umana, (quasi) tutti restiamo chiusi in quattro mura con quattro nozioni in croce e "chissene degli altri, già abbiamo e abbiamo avuto i nostri problemi". "Figlie del Mare" mi ha aperto gli occhi sulla parte Orientale del mondo, che già conoscevo per passione e mai avrei immaginato che nascosti sotto strati di cultura e bellezza si nascondessero simili atrocità.

I Personaggi sono davvero tanti per poterli racchiudere in questo piccolo spazio, ma ognuno ha un ruolo rilevante e ognuno vi farà battere (o smettere di battere) il cuore. Sicuramente spiccano le due sorelle che cercano di ritrovarsi per tutto il libro e alla fine, in una maniera totalmente inaspettata, ci riescono causando in noi lettori un fiume di lacrime. Hana e Emiko, sono caratterizzate così bene da farci affezionare a loro e all'intera storia. Davvero alla fine saremo così preoccupate e straziate dalla vicenda da mettere in pausa tutte le letture per un po', per riflettere e documentarci meglio sull'accaduto.
Perchè il punto è questo: Tutto questo è accaduto. Ci sono state donne che sono state rapite, donne violentate, donne distrutte nell'anima e nel corpo e quelle stesse donne magari sono riuscite a fuggire e salvarsi in qualche modo, cercando di dimenticare per vergogna quello che era loro accaduto... come se fosse colpa nostra. Questa non è solo una storia, ma La Storia di un mondo che è stato e che, in qualche parte del nostro pianeta ancora vince; un mondo in cui gli uomini utilizzano le donne come oggetti e merci di scambio...

Lo stile è adatto al contesto, tutto sembra reale; l'intreccio di storie e situazioni viene alla fine sciolto per fornire al lettore chiarezza e una conclusione (quasi perfetta). Attraverso questo libro visitiamo luoghi che ci sembrano lontani e conosciamo cose che ignoravamo, come l'arte delle "nuotatrici" e una cultura che sembra diversa, ma è molto simile alla nostra.

Non so che altro dire, se non che ho amato la risolutezza delle due sorelle e il coraggio che hanno avuto fino alla fine. Un legame così va oltre ogni atrocità... Leggetelo e se avete voglia di parlarne, come è giusto che sia, noi vi aspettiamo qui.

-CuorediInchiostro








Recensione - Lost Inside My Universe

Grazie a Cuore di Inchiostro mi sono ritrovata a leggere questo libro. Per quanto bellissimo, sia nella prosa che nella storia, non affronta dinamiche semplici, ma che tutti dovremmo conoscere.
Dovrebbe essere,quanto meno, uno di quei libri che consigliano a scuola, quelli estivi che 1 studente su 5 legge, mentre i restanti se va bene cercano il riassunto online. Ma bisognerebbe mettere in luce simili fatti, o almeno provarci. I libri di storia si soffermano ben poco su tali violenze, riportando poche righe di fatti che celano l'esistenza di popolazioni e neppure lasciandoci, quindi, immaginare simili vicissitudini.

Poi magari durante un' interrogazione viene fuori che i koreani odiano i giapponesi e tu ti senti come un pesce fuor d'acqua perchè, per quanto sia semplice assimilare tale info, non ne capisci il motivo.

Non avrei mai lontanamente ipotizzare che nel 1943 in Korea, qualcuno stesse vivendo una vita simile a quella di Hana o Emi. Vi sono pochi film a trattarne, perchè ormai persino le atrocità hanno un loro filone, come i super eroi.
La seconda guerra mondiale, con tutto il suo repertorio di violenze e orrori richiama alla attenzione - e lo farà sempre - un grande pubblico proprio per le sue mille sfaccettature e i suoi differenti punti di svolta, che non hanno avuto luogo in un unico posto. Spesso così però, siamo trascinati a rivivere le medesime imprese, tralasciando storie come questa.

In questo romanzo la narrazione si muove in fretta, inarrestabile dal primo capitolo in cui con chiare e semplici parole ci vengono date basi storiche fondamentali, che ancora oggi si percuotono nelle storie di due culture. L'odio dei koreani non spunta all'alba di un giorno qualsiasi, con l'unanime decisione di portare avanti un simile sentimento,ma per le azioni indicibili - e sin troppo taciute - che hanno portato avanti in primo luogo sulle donne i soldati giapponesi.
La storia di Hana e Emi è quella di due sorelle entrambe imprigionate, una nel corpo e l'altra nello spirito. Se il libro è esplicito a raccontare le scene di sesso, a cui Hana è costretta, allo stesso tempo si attratti dalla forza e la tenacia di Hana, di come la sua mente cerchi di evadere da Morimoto e le sue perverse fantasie.

E se è straziante leggere di Hana, non sono da meno i capitoli di Emi ambientati nel 2011. La sua incessante ricerca, i figli, e la sua cattiva salute, non sono un contorno del racconto, ma il proseguimento, la voce di chi è sopravvissuto e deve scontrarsi con il rimorso ogni giorno.

Consiglio questo romanzo non perchè riporti una storia triste, ma perchè è una storia che mostra una di quelle realtà di cui pochi si curano, che oggi si ha per lo più dimenticato e che non occorre studiare, secondo la maggior parte dei libri e degli insegnanti, per essere a conoscenza della seconda guerra mondiale.
Lost Inside My Universe

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