Recensione: Berlin – 1. I fuochi di Tegel

Trama
È l’aprile 1978: sono passati tre anni da quando un misterioso virus ha decimato uno dopo l’altro tutti gli adulti di Berlino.

È l’aprile 1978: sono passati tre anni da quando un misterioso virus ha decimato uno dopo l’altro tutti gli adulti di Berlino. In una città spettrale e decadente, gli unici superstiti sono i ragazzi e le ragazze divisi in gruppi rivali, che ogni giorno lottano per sopravvivere con un’unica certezza: dopo i sedici anni, quando meno se lo aspettano, il virus ucciderà anche loro. Tutto cambia quando qualcuno rapisce il piccolo Theo e lo porta via dall’isola dove viveva con Christa e le ragazze dell’Havel. Per salvare il bambino, Christa ha bisogno dell’aiuto di Jakob e dei suoi compagni di Gropiusstadt: insieme dovranno attraversare una Berlino fantasma fino all’aeroporto di Tegel, covo del più violento gruppo della città. Là, i fuochi che salgono nella notte confondono le luci con le ombre, il bene con il male, la vita con la morte.
E quando sorgerà l’alba del nuovo giorno, Jakob e Christa non saranno più gli stessi.

Recensione
Avevo letto questo libro nelle vacanze invernali, ma ancora non avevo trovato l'ispirazione per recensirlo. 
Visto che saremo tra i fortunati a leggere il sesto volume di questa saga distopica/post-apocalittica, ecco qui l'occasione per parlarvene. 
Sto facendo una maratona di "Berlin" prima di tuffarmi nell'evento del 12 giugno, quindi scusatemi se vi stresserò xD

Questo primo volume, breve e scorrevole, si legge in meno di 24h. Non ci sono momenti di noia e il battito del cuore del lettore andrà a ogni pagina più veloce fino a fermarsi in alcuni punti e ripartire verso la fine; i momenti ad alto tasso di lacrime non mancano e grazie ai flashback studiati per non appesantire la lettura, ma per arricchirla, riusciamo ad avere una visione quasi a 360 gradi della situazione e dei protagonisti. Perchè quasi? Perchè i personaggi sono davvero tanti e all'inizio può essere dispersivo, fortunatamente gli autori sono stati così bravi da dare a ognuno il giusto spazio e la giusta considerazione anche tramite il sito internet della saga -----> QUI

Molto suggestive sono le ambientazioni in cui si muove tutto. Abbiamo una Berlino distrutta da un virus sconosciuto alla mercé di bambini/ragazzi che fanno del loro meglio per sopravvivere. I "nuovi cittadini" si sono divisi in gruppi che sono più o meno efficaci. Ogni gruppo con la propria zona e il proprio simbolo, che sono in contrasto tra loro, ma che al momento giusto riescono a far fronte comune e a suggellare alleanze. Ci sono i piccoli dello Zoo che cercano di convivere senza una guida; quelli del Reichstag in cui vige la regola del più forte; le ragazze dell'Havel con la loro diligenza da formiche e alla fine quelli del Gropiusstadt in cui tutto somiglia alla normalità con una comunità organizzata e i giochi per scaricare la tensione, in cui "aiuta il prossimo come te stesso" è la regola principale. 
Tra i vari gruppi poi c'è chi emerge come Nora e Christa dell'Havel che danno il via a questa avventura o come Sven che il virus sta portando via... insomma azione e colpi di scena vi faranno immergere in questo scenario che è un po' "what if". Cosa sarebbe successo se un virus avesse ucciso tutti gli adulti poco dopo la fine della seconda guerra mondiale? 
Fabio Geda e Marco Magnone ce lo spiegano in un modo così dettagliato e verosimile da sembrare reale. 
Se amate questo genere, non perdetevelo. 

-CuorediInchiostro
Ps: A giorni la recensione del secondo volume. 

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