Segnalazione "La colpa" by Ghirghis Ramal

Ghirghis Ramal – pseudonimo di un autore sconosciuto persino all’editore – segue il percorso umano, troppo umano, che trasforma un ragazzo normale in un potenziale martire dell’Islam, in un romanzo dagli echi dostoevskiani.
Il Venerdì di Repubblica
 

La materia del libro è assolutamente contemporanea:
un autore con la mania del vero, che non accetta la verità sia sacrificata alla brillantezza della forma. Io non ricordo finora in Italia un romanzo che come questo ci aiuti a vedere un attentato terroristico dal suo interno.

Walter Siti, Tuttolibri-La Stampa

Scritto con una professionalità americana e nutrito di una profonda conoscenza della letteratura europea e della cultura araba, disegna un ritratto di Milano che non ha confronti tra i romanzi italiani di oggi.
Angiola Codacci-Pisanelli, L’Espresso
Ghirghis RAMAL
LA COLPA
CANDIDATO AL PREMIO STREGA 2019
pp. 432 – euro 16.00
Certi intimi conflitti non possono essere soffocati per sempre e sono destinati a esplodere nella maniera più rumorosa.

Mustafa Jamal farebbe qualsiasi cosa per rendere la sua famiglia orgogliosa di lui e per distinguersi dai due fratelli. Ogni mese invia soldi alla madre perché pensi che l’Italia sia davvero il paradiso lucente che meritava il sacrificio di abbandonarla in Egitto.
Accetta persino di sposare la ragazza che la famiglia ha scelto per lui, la giovane e bella Aida, e di regalarle in patria una casa e un matrimonio da favola. Ma Mustafa Jamal, giocatore incallito, vive di bugie e schiacciato dalle contraddizioni di due mondi troppo distanti; come Luciano, il suo compagno, pianista di successo che per amore è disposto ad accettarle e portarne il peso; come Michela, l’amica appena divorziata, che si trova a dover contrastare il figlio Stefano pronto, per ribellione e per amore, ad abbracciare una fede di cui ignora troppi aspetti; o come Billy, il cugino italiano di Mustafa Jamal, aspirante imàm. È un romanzo diverso da ogni altro, quello scritto da chi si nasconde dietro lo pseudonimo di Ghirghis Ramal, perché ha il coraggio di raccontare dall’interno, senza ipocrisie, la vita di un giovane immigrato seguendo le tracce dei suoi demoni fino al fondo di un inferno privato che finisce per trasformarsi in tragedia collettiva. Proprio come insegna Dostoevskij, a cui l’autore si ispira dichiaratamente, restituendo così una volta di più alla letteratura il merito di indagare il nostro tempo, i suoi laceranti squilibri, le sue illusorie seduzioni.
Ghirghis RAMAL è uno pseudonimo. Il manoscritto è stato spedito in forma anonima a un celebre scrittore e da lui all’editor di DeA Planeta: nessuno dei due conosce l’identità dell’autore.




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