Recensione “Ink” by Alice Broadway (traduzione a cura di C. Codecà)
Immagina un mondo in cui ogni tua azione, ogni evento della tua vita
ti viene tatuato sulla pelle, perché tutti lo possano vedere.
Immagina se avessi qualcosa da nascondere... Non ci sono segreti a
Saintstone: dall'istante in cui si nasce, successi e fallimenti
vengono tatuati sulla pelle, così che tutti possano vederli e
giudicarti, come un libro aperto. E proprio un libro i morti
diventano: la pelle viene asportata, rilegata e consegnata ai
familiari, come antidoto all'oblio che è ancora più temibile della
morte. A patto che le pagine della vita superino il giudizio del
consiglio: in caso contrario il libro viene gettato alle fiamme, e
con lui il ricordo di un'intera vita. Quando l'amato papà muore,
Leora, sedici anni, è convinta che il giudizio su di lui sarà pura
formalità, e invece si rende conto che l'uomo nascondeva dei
segreti, ma che di segreti ne cela anche il Consiglio…
"Il
passato non deve definirti, Leora. I tuoi errori non devono durare in
eterno.
C’è
la redenzione. C’è sempre la redenzione."
Carissimi
lettori,
oggi
vi parlo di Ink di Alice Broadway edito da Rizzoli il 19 giugno 2018.
Primo romanzo distopico di una duologia.
Ho
sentito parlare molto bene di questo romanzo, così, quando mi è
stata proposta questa lettura, ho accettato senza esitazione alcuna.
Leora
vive in un mondo molto lontano e ben diverso dal nostro. Tutto ciò
che accade ai cittadini di Sainstone, viene tatuato sulla loro pelle:
il loro nome alla nascita, successi, fallimenti, anche i segreti più
reconditi. Questo perché, in punto di morte, ognuno di loro, se
passerà il giudizio del consiglio, diventerà un libro composto da
vere e proprie pagine. Una storia da raccontare ai posteri per non
essere dimenticati.
L’idea
della trama centrale mi ha affascinato tantissimo, la scrittura di
Alice è precisa e scorrevole e questo dà modo al lettore di entrare
subito nel mondo della giovane Leora e della sua famiglia.
Purtroppo,
però, devo dire che Ink non mi ha conquistato del tutto. Ho faticato
a trovare il giusto ritmo di lettura, ero pronta per una trama più
dinamica e ricca di colpi di scena, invece, dal mio personalissimo
punto di vista, la narrazione ha un ritmo lento e costante.
Accompagniamo
la protagonista nelle sue giornate fatte di studio, di sue
riflessioni, attraverso i suoi occhi assistiamo ai cambiamenti del
governo e alle nuove misure prese, ma il tutto avviene con molta
linearità.
Leora
è una protagonista sopraffatta dalla rigidità della società in cui
vive e per questo la sua personalità è molto fragile e insicura.
Non le manca di certo il supporto della mamma e della sua migliore
amica, che la spronano e la sostengono sempre.
Gli
eventi, l’ambiente e il clima di tensione vengono descritti con una
precisione capillare, si evince dalla lettura la ricerca e lo studio
dell’autrice dietro la stesura e questo lo apprezzo moltissimo.
Rimango,
però con un po' di amaro in bocca, impaziente di iniziare il secondo
volume e capire come la storia si evolve.
Un
romanzo che comunque consiglio per la sua originalità e la sua
innovazione.
Il
mio voto è tre specchi.
La
vostra Mil vi saluta e vi dà appuntamento al prossimo libro!
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