Recensione doppia: Three point shot: Lei è il suo tiro da 3 punti (Never let me down Vol. 1) di Martina Pirone



David Volpi ha 24 anni e un solo obiettivo: approdare in serie A e diventare un giocatore di basket professionista. Alida è un'esuberante italo-messicana dalle mille risorse e con una passione smodata per la palla arancione. 
Quando i due si incontrano, tra loro si crea subito una sintonia.
Ma se per Alida, Dave è più di un amico, il ragazzo tarda a mettere a fuoco i propri sentimenti per quella nanetta tutto pepe. 
Quando poi, finalmente, il loro rapporto giunge a una svolta decisiva, il destino rimescola le carte in tavola. E se le loro scelte per il futuro li mettessero su strade diverse? L'amore sarà più forte delle ambizioni di una vita intera?








Lost Inside My Universe:




Le storie d’amore “schiette”, senza elementi fantasy o situazioni insolite, non sono la mia prima scelta solitamente. Quando mi ritrovo a leggerle, di solito vi sono altri fattori a conquistarmi  e rapirmi oltre alla stessa storia, come la personalità dei personaggi o lo stile narrativo utilizzato, che mi portano a sognare ad occhi aperti tanto quanto gli altri generi letterari.
In questo caso, quello che maggiormente mi ha affascinata è stata l’atmosfera. Non è difficile immergersi nella Roma in cui ci portano le vicende. Tramite i pensieri di Alida e David, infatti, è facile immaginarsi i legami affettivi a loro cari e le amicizie che inizialmente li ricollegano. Più complicato, invece, è riuscire a dipingersi i luoghi delle vicende. Non sono presenti moltissime descrizioni degli spazi in cui le azioni prendono piede, e talvolta sono lasciati quasi alla completa interpretazione del lettore. Per lo più ci vengono descritti con una manciata di aggetti che molto aiutano a farsi un’idea del posto, ma che non lo differenziano da mille altri.
È comunque una scelta interessante, in quanto rende, per certi versi, ancora più realistico il racconto. Che sia Roma o una qualsiasi altra città una storia d’amore non necessità di effetti cinematografici per nascere, un bar, una festa o un palazzetto sportivo vanno più che bene.
Alida, che ogni volta leggevo Alita, ha in comune con la sua quasi omonima di essere una combattente. Una ragazza testarda che non si lascia spaventare dagli eventi. E David sin da subito sembra il ragazzo perfetto per lei, ma… Ma in realtà non è poi un così grosso “ma”, dal punto di vista narrativo.
Non vi sono risvolti sconvolgenti o strane ed inattese rivelazioni. Il racconto segue una linea piuttosto marcata sin dagli inizi, tramite la narrazioni a due punti di vista dei protagonisti. Credo che questa sia stata la più grande insoddisfazione che abbia ricevuto dal romanzo. Seppur i personaggi fossero sempre più definiti e occupassero parte dei miei pensieri anche quando riponevo il volume, non mi sentivo col fiato sospeso e in trepidazione nel riprenderlo in mano.
Il lieto fine era pressò che palese non dico dall’inizio del racconto, ma quasi, e dopo la scomparsa dell’unico personaggio che avesse leggermente reso frizzante gli eventi, era chiaro. Eppure ce n’erano di elementi da poter utilizzare!
Gli strozzini, i genitori dei protagonisti, Lucrezia, Adriano, Riccardo…un sacco di nomi tra l’altro che hanno spesso difficoltà a sposarsi con una personalità. Come ad esempio Sara e Lorenzo, citati un po’ di volte, ma che se va bene compaiono una. Ho apprezzato l’idea di creare un bel e vasto mondo di amicizie attorno ai protagonisti, ma come lettrice alla fine era difficile barcamenarsi tra tutti.
Avrei provato a ridurre il numero di persone, cercando di concentrarmi maggiormente su altri elementi, come il passato di Alida e la sua relazione con Marco. La loro vicenda è ben articolata, in quanto sappiamo cosa sia accaduto trai due e quello che ha portato alla loro rottura, ma da una parte mi sarei aspettata una sua ricomparsa ad un certo punto.
Forse la scelta narrativa che maggiormente ho apprezzato è stata la forza di volontà di Alida di non abbattersi, del tutto, e continuare ad aspettare David. Su quello avrei provato ad enfatizzare maggiormente, anche utilizzando altri personaggi come Riccardo o Andrea.
Alla fine, infatti, si tratta di una storia d’amore davvero semplice, tanto credibile per tale aspetto, ma allo stesso tempo riportare qualcosa che può essere a tal punto reale non sempre riesce a mantenere desta l’attenzione, nemmeno il saper rendere così bene l’atmosfera che incornicia il racconto.





CuorediInchiostro


Non ho fatto una foto bellissima? (Momenti di puro ego mode-on)


Lo sapete che io sono la tizia facile da convincere in generale, tranne quando si tratta di romance che per me sono quasi tutti piatti, noiosi e banali... Per non parlare degli "sport romance", che non calcolo neanche con il binocolo visto che io e lo sport siamo su due universi paralleli e non capisco la differenza tra un palla e un melone. 
Dopo però aver letto un thriller che mi ha fatto davvero paura, avevo bisogno di un libro per spezzare l'atmosfera cupa che mi aleggiava intorno e "Three point shot" era lì sulla mia libreria da qualche settimana, con il suo verde brillante e la stampa in copertina che non so perché mi ricordava tantissimo "Glee"; quindi mi sono detta "Proviamo..."
Sono stata letteralmente risucchiata nelle sue pagine grazie allo stile fresco e nuovo dell'autrice, che senza perdersi in banali giochetti ci ha presentato subito i protagonisti e ci ha regalato fin dalle prime pagine l'idea del loro carattere e la speranza che accadesse qualcosa di bello. 

"Three point shot" è un libro fresco, lineare, nuovo (cosa da apprezzare visto che ormai i libri sembrano fatti con lo stampino) ed è anche il romanzo di esordio di questa nuova autrice tutta italiana, Martina Pirone, che avevo già iniziato ad apprezzare su Wattpad con un romance che spero uscirà presto perché ha un protagonista maschile che io amo (ma non ditelo a Dave che altrimenti si incavola). 
Un'altra cosa che mi sento di sottolineare è la decisione di ambientare il romanzo in Italia, più precisamente a Roma. Chi non conosce Roma? Chi non ha passeggiato tra le sue strade o conosce il suo profumo? Tutti in qualunque luogo o tempo si saranno fatti un'idea di come è Roma... Questa ambientazione può funzionare sia qui che abbiamo quella meravigliosa città a due passi, che in ogni altra parte del mondo.
 Martina però ha saputo rendere anche un posto che io conosco così bene, una sorpresa, ha saputo descrivermela senza però entrare troppo nei dettagli in modo che io potessi decidere le sfumature del cielo, i colori delle case o il suono che fanno le voci dei passanti. 
Vero...
Ecco quale parola stavo cercando da quando ho iniziato la recensione. 
"Three Point Shot" è un romanzo Vero, che senza fronzoli ci racconta semplicemente una storia ed era proprio questo che mi serviva in quel momento. 
Una storia che parlasse di amore. 
Una storia che fosse reale senza però farmi dimenticare che "la magia", "il destino", quello che volete, sono sempre lì per aiutarci. Perché Alida e Dave forse non si sarebbero incontrati se Alida non avesse aiutato la sua amica a prendere una decisione, se Dave non avesse deciso di partecipare alla festa, se entrambi non avessero messo da parte le proprie paure per provare a "Viversi". 

Non posso quindi che chiuderla qui e dare a questo romanzo 4 specchi, con la speranza che l'autrice possa deliziarmi ancora con le sue parole.



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