Recensione: Per sempre o per molto molto tempo


 Trama

Sballottati per anni da una famiglia all'altra, Flora e Julian non possono contare su molte certezze. Sanno di essere fratelli e che nulla, o quasi, li può separare, ma soprattutto sono sicuri di non essere mai nati: Siamo creature dell'oceano… siamo figli del caos… si ripetono, formulando strampalate teorie sulle proprie radici. Solo una cosa potrebbe convincerli del contrario: l'amore di Persona, la donna che finalmente li adotta e che non li abbandonerà mai, anche se a Flora le parole restano spesso sospese tra le labbra e Julian non può fare a meno di nascondere il cibo nell'armadio.


Insieme a Persona il viaggio di Flora e Julian alla ricerca delle proprie origini può cominciare. A ogni tappa una nuova scoperta li attende: la sicurezza che l'affetto di una mamma dura Persempre, che solo partendo dal passato si può costruire il futuro e, soprattutto, che famiglia è qualsiasi nucleo di persone che insieme vive, cresce, ama.

Recensione
"Vorrei tanto poter entrare nel tuo cuore con un aspirapolvere e rassettare tutto per bene. Vorrei poter entrare nel tuo cuore in modo che tu possa sapere che ci sarò sempre, sempre."


Quando ho programmato le mie letture settimanali "Per sempre o per molto molto tempo" era alla fine della lista.
L'avevo lasciato per ultimo perché sentivo che questo libro aveva qualcosa di diverso dagli altri che avrei dovuto leggere, così l'avevo riposto in un angolo della libreria in attesa del suo turno... che è arrivato due ore dopo aver deciso di tenerlo alla fine della settimana.
"Per sempre o per molto molto tempo" è un libro da inizio settimana. Si inizia il lunedì e si finisce il martedì, perché nonostante tu abbia tantissimo da fare o altri libri arrivati prima, le sue parole e quella copertina di un pallido azzurro ti richiamano... quelle pagine bianche e nere ti chiedono di leggere la storia che portano dentro.

"Teoria N.1: Io e mio fratello siamo creature dell'oceano. Siamo stati impastati con la sabbia del fondale, nelle profondità abissali della Terra. [...] Siamo una cosa sola. Siamo Unici. Creature dell'oceano."
 Questo romanzo inizia con una teoria; una teoria fatta da due bambini che sono fratello e sorella: Flora e Julian. Quasi subito apprendiamo che i due sono stati adottati e hanno problemi comportamentali legati al trauma dell'essere sballottati avanti e indietro da una famiglia all'altra. Flora e Julian non ricordano molto di quando erano bambini, se non una casa dalle pareti bianche in cui il cibo che ti viene dato è razionato in base a quanto puoi tenerne in mano... Flora e Julian hanno una storia che potrebbe essere quella di moltissimi bambini, ovunque nel mondo, proprio in questo momento.
Vorrebbero credere alle persone, vorrebbero credere a Persempre, ma hanno imparato fin da piccoli che ciò che inizia prima o poi finisce.
"Mi accende il cuore come se avessi un sole nel petto e mi fa sentire come se il mio cervello fosse di zucchero filato."- Flora
Visto che non hanno prove di essere nati, inventano strane teorie su come sono venuti al mondo; teorie che sono fantasiose, ma che hanno una logica tipica dei bambini che hanno paura di qualcosa che non sanno spiegare.

Il punto di vista per tutto il libro è quello di Flora che è la sorella maggiore; Flora ha smesso di parlare oppure quando lo fa non riesce a mettere le parole in ordine. Da due anni abita con una donna che dice di essere e si comporta come una Mamma, ma la bambina quando pensa a lei non riesce a chiamarla Mamma perché di figure come lei ne ha avute tante, ma nessuna è rimasta, quindi questa donna che le dice di credere nel Persempre la chiama Persona.
Flora odia le parole, sono troppo disordinate e troppo mutevoli, preferisce i numeri. I numeri sono numeri e basta. I numeri hanno una soluzione.

"Abbiamo tutti e due la stessa paura, ma se lo esprimiamo a voce alta potrebbe succedere qualcosa di terribile. Noi crediamo a Persempre. Ci crediamo veramente.  Ma la nostra convinzione è sottile. È una fune sospesa sopra un abisso. Noi ci teniamo in equilibrio su questa fune."
Attraverso i pensieri di Flora arriviamo a conoscere tutti i personaggi.
Conosciamo Julian che nasconde il cibo nell'armadio e nelle pieghe dei vestiti, perché ha paura di poter avere fame un giorno.
Julian che scatta quando non comprende le cose e che mente perché vuole avere tutto sotto controllo.

Impariamo a comprendere Elena, una bambina poco più grande di Flora che si ritrova parte di una famiglia che non riesce a capire. Una famiglia composta da persone in arrivo, matrigne comprensive e un padre che fa del suo meglio per essere presente; una famiglia con due bambini che "non sono mai nati".

Conosciamo Emily/Persona, una donna che voleva essere mamma; una donna che sentiva che da qualche parte del mondo c'erano due bambini che sarebbero diventati "i suoi bambini". Emily è comprensiva, paziente e sbaglia anche come spesso fanno le mamme. Emily è perfetta per Flora e Julian, anche se loro ancora non le credono.
"Teoria N.7: Io e mio fratello siamo nati dal sangue. [...] Questa è la teoria: Siamo nati dal sangue. Per questo ci sentiamo bene quando sanguiniamo."

Lo stile della Carter, che ci racconta la storia attraverso  gli occhi  di Flora e quelli che la circondano, è dolce, poetico e adatto al contesto. Scorrevole al punto giusto e appassionante. L'autrice si discosta quasi dal testo rendendo questo il romanzo di Flora, come fosse scritto insomma dalla bambina stessa.
"Non è sbagliato affrontare qualcosa che ci spaventa. Di solito ci sentiamo meglio dopo aver passato i momenti peggiori. Certe volte dobbiamo attraversare un tunnel di buio per vedere la luce." 
Le ambientazioni sono di uso comune. Scuole, ristoranti, case e normali strade. Questo non è il romanzo dei luoghi quanto delle sensazioni che questi ci fanno provare.
I personaggi, le situazioni e dove queste si svolgono sono solo  un guscio per qualcosa di più grande, qualcosa di reale. La Carter ha davvero messo il nostro mondo in formato tascabile, un mondo fatto di bambini affamati senza ricordi e famiglie che potrebbero dargli il Persempre. Tra errori burocratici, donne che cercano robot e non bambini e fotografie perse tra le pieghe di un tempo piccolissimo, impariamo a guardare qualcosa che è sotto i nostri occhi, ma che spesso facciamo finta di non vedere.

"Teoria N.31: Io e mio fratello siamo figli del caos. Siamo nati dagli strilli degli altri bambini. Siamo fatti delle loro lacrime. Siamo cresciuti con i loro capricci e i loro pianti. Non sfuggiremo mai al caos perché è da lì che veniamo."

"Per sempre o per molto molto tempo" è un romanzo riflessivo. Un romanzo che a tratti fa piangere e in altri fa ridere. Ho sottolineato così tante parti e consumato così tanti fazzoletti da sentirmi confusa alla fine perchè non volevo finisse e quasi ho gridato "Avevi detto per sempre". Però l'autrice ci porta anche a riflettere sul tempo, su un Persempre diverso dalle favole a cui siamo stati abituati da bambini; ci fa riflettere sui momenti e su quanto questi momenti e le persone che li riempiono siano preziosi. Il titolo stesso diventa quindi il riassunto dell'intero romanzo.

Potrei parlare ancora diverse ore, ma non voglio rovinarvi il piacere di leggerlo.

Questo è un libro che parla di amore.
Questo è un libro che parla di un viaggio, di pazienza, di persone.
Questo è un libro che parla del Mondo... un mondo che non vediamo quasi mai.

-CuorediInchiostro

Ps: Vi confesso che avrei voluto inventare uno Specchio diverso solo per questo romanzo perchè "il massimo del voto" era comunque troppo riduttivo. Quindi avete presente lo specchio speciale? Ecco, questo libro  vale un milione di quelli. 

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