baciami-jacques prevert

Ed oggi va così, in questa domenica strana, di solitudine e pensieri, a riflettere con me stessa sul presente, per una volta, senza lasciarmi sopraffare dal ricordo del passato e dalla soffocante angoscia del futuro. Cogliendo il momento. Ora. Perché più tardi, sarà troppo tardi.

È tra questi pensieri che, visto che oggi è il mio giorno, anche se troppo tardi mi è venuta in mente la poesia giusta. È come se, inconsciamente, l’avessi aspettata per tutta la giornata. È una poesia d’amore. In qualche modo, tutti i bei pensieri, si ricollegano un pochino all’amore. Ritorna spesso nelle poesie che mi piace lasciare a questo blog, e a volte mi chiedo, sarà troppo? Dovrei cercare altro? Ma dopotutto è solo il centro, il motore, che si apre a mille orizzonti e riflessioni.
Come sempre lascio scorrere le mani sulla tastiera, forse un po’ troppo, ma non vado oltre, ed ecco la poesia:

In un quartiere della ville Lumiére
Dove fa sempre buio e manca l’aria
E d’inverno come d’estate è sempre inverno
Lei era sulle scale
Lui accanto a lei e lei accanto a lui
Faceva notte
C’era un odore di zolfo
Perché nel pomeriggio avevano ucciso le cimici
E lei gli diceva
“È buio qui
Manca l’aria”
E d’inverno come d’estate è sempre inverno
Il sole del buon Dio non brilla da noi
Ha fin troppo lavoro nei quartieri ricchi.
“Stringimi tra le braccia
Baciami
Baciami a lungo
Baciami
Più tardi sarà troppo tardi
La nostra vita è ora
Qui si crepa di tutto
Dal caldo e dal freddo
Si gela si soffoca
Manca l’aria
Se tu smettessi di baciarmi
Credo che morirei soffocata
Hai quindici anni ne ho quindici anch'io In due ne abbiamo trenta
A trent'anni non si è più ragazzi
Abbiamo l’età per lavorare
Avremo pure diritto di baciarci
Più tardi sarà troppo tardi
La nostra vita è ora
Baciami!”.



I primi versi di questa poesia richiamano lo scuro che caratterizzava Parigi prima che l’illuminazione pubblica si estendesse a tutta la città, questo buio rimane nei quartieri più poveri, dimenticati dal sole del buon Dio che è troppo impegnato ad illuminare i ricchi. Ed è in questo luogo angosciante e pericoloso, nei meandri infiniti che si aprono tra i colori del buio. Nello spavento dei pensieri. Nelle sensazioni soffocanti. In tutto quanto si porta dietro l’oscurità. Che rode i pensieri, fa mancare l’aria, fa morire ogni estate in un eterno e inesorabile inverno. Buio. Nero. Tutto uguale. Tutto lì. Ed è in questo buio soffocante e contrastante, gelido e caldo, immenso, che si insinua la scia salvifica di un bacio. L’amore. In ogni sua forma. L’amore che risolleva dal marasma confuso che è la vita. L’amore simboleggiato da un bacio ma che possiamo estenderlo ad altro. Cercarlo in noi stessi, nella luce intensa di un animo coraggioso che si ribella al resto, che dà voce alle parole, alle passioni, ai pensieri. Che fa ordine. Che domina il buio nell’oscurità.
Se tu smettessi di baciarmi credo che morirei soffocata.
L’amore, la speranza. Se dovesse spegnersi, se i sentimenti, le passioni, i sogni, dovessero morire, allora verremmo inesorabilmente ingoiati da tutto quel buio.

E allora baciami, anche se siamo giovani, e si dice che i sogni di un giovane siano illusioni. Ma noi non importiamocene, perché i nostri anni sommati ci rendono adulti, e allora potremo sognare tutti i sogni che vorremo. Ma non aspettare, baciami ora, perché più tardi sarà troppo tardi, e la nostra vita è ora. Più tardi sarà troppo tardi. Come un circolo vizioso, una climax che porta giù, verso il nero del vuoto. Se si smette di credere, di sperare, si va giù, nel vuoto di un animo senza amore.

-Iris-

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