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Recensione: La figlia del guardiano

Trama
Cammie vive tra le mura di una prigione, ma non è una detenuta. È la figlia del direttore del carcere di Two Mills, in Pennsylvania, dove trascorre le sue giornate insieme alle ospiti dell'ala femminile: Boo Boo con le sue unghie laccate di rosso e la sua debordante allegria, Tessa e la sua parlantina pungente, la silenziosa Eloda, ammessa nell'appartamento del direttore come domestica. C'è chi deve scontare una condanna per furto, chi ha commesso un crimine inconfessabile, ma per tutte Cammie è la piccola Tornado, la mascotte della prigione. Ora che il suo tredicesimo compleanno è vicino, però, Cammie desidera quello che ha perduto quand'era bambina, ed è determinata a cercarlo proprio tra le detenute: una madre.

Recensione

Questo libro è fatto di persone.

Da Cammie, che sta crescendo senza una madre; da una ragazza che la sta cercando. Da Cammie che viene chiamata Tornado perchè nella sua ricerca travolge tutto è tutti.

Questo libro è fatto da Eloda che non riesce a non dire la verità, che ha un cuore grande nascosto e che mantiene segreti per il bene degli altri.

È il romanzo di Boo Boo che vive nel suo mondo e aspetta qualcuno che non ha mai incontrato.

È di Reggie che vuole diventare una stella e delle "Galeotte" che vogliono ridere e basta.

Questo è il libro di un padre che fa del suo meglio per cresce sua figlia e di una nonna che racconta una storia a sua nipote per non dimenticarla.

È un libro fatto di parole scritte su un diario, su una lettera lasciata su una panchina o nelle ultime volontà di un detenuto.

Ho letto "La figlia del guardiano" con calma. Ci ho messo più di una settimana e nel frattempo ho letto altri libri.
La storia di Cammie ha bisogno di tempo perché dobbiamo lasciarla crescere con noi mentre leggiamo, dobbiamo essere "la madre" che lei non ha avuto mentre ascoltiamo la sua storia.
Il libro è narrato dal suo punto di vista. Noi sappiamo quello che conosce anche lei e improvvisamente ci ritroviamo ad essere Lei, una ragazza ancora bambina a cui manca qualche pezzo, ma che è perfetta a modo suo.

Lo stile di Jerry Spinelli è lento, dolce e malinconico. Ci accompagna piano piano in bicicletta attraverso strade e vicoli, in pasticcerie e partite di baseball con la radio portatile a farci compagnia. Ho adorato tantissimo il periodo storico scelto, fine anni '50 e il modo in cui ha impostato questa storia, che non poteva essere scritta in altro modo.
Spinelli è stato magistrale nel descrivere il carcere di Two Mills e le sue detenute, presentandocele come se potessimo davvero conoscerle, come se fossimo lì.

Non posso dirvi altro perché vi rovinerei la lettura, ma vi consiglio di leggere questa storia così reale da sembrare Vera.

Lasciatevi trasportare dalle parole di questa bambina che cerca una madre, ma trova se stessa.
Ascoltate le detenute del Two Mills e la loro storia.
Imparate da loro la pazienza e i sogni a occhi aperti e commuovetevi davanti a una farfalla che si posa sulla vostra spalla.
-CuorediInchiostro




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