Recensione "Ritratto di dama" by Giorgia Penzo
In realtà il colpo di fulmine è un ricordo.
Un ricordo non della mente, ma del cuore, che ci sussurra:
hai amato quella persona in un altro tempo,
in un'altra vita.
Notte di San Lorenzo. Seduta su una panchina di fronte a Notre Dame una ragazza sembra aspettare qualcuno. Guillaume, studente di Storia dell'arte, la nota da lontano. Incrocia il suo sguardo e ha un sussulto: è identica alla famosa Belle Ferronnière ritratta da Leonardo da Vinci, la dama che il giovane ama da tutta la vita.
Con un'immediata complicità, dal Point Zéro inizia la loro passeggiata lunga una notte intera. I due parlano di ciò di cui è fatta la vita: arte, fato, desideri, morte. L'amore. Fino a giungere alla domanda più importante di tutte: può l'impossibile diventare realtà?
Ci sono delle persone che non sembrano appartenere al nostro mondo, individui rari e particolari, ma irrimediabilmente affascinanti, che seppure condividono la nostra quotidianità la vivono quasi stando in un mondo parallelo, fatto d'arte, di letteratura, di culture d'altri tempi. Guillaume ed Elle appartengono a questa bizzarra e delicata categoria, ma anche l'intero libro è rivestito e vive in questa stessa aurea. Come fosse un mondo a sé, uno in cui anche l'impossibile può diventare realtà.
Ritratto di dama è una storia d'amore tra due anime che si sono cercate e inseguite tra le pieghe del Tempo. È un nuovo modo di vedere il mondo, sono domande e risposte su temi che accomunano tutti noi, ma su cui non ci interroghiamo così tanto spesso.
Ritratto di dama è un viaggio nelle ore della notte e in quelle del giorno, dove ogni secondo acquista un valore e una consistenza fondamentale e unica. Ma soprattutto è un viaggio alla scoperta di Parigi.
Riga dopo riga, pagina dopo pagina, noi lettori passeggiamo accanto ai protagonisti per le strade della città più romantica al mondo. La storia si srotola tra le vie più note e quelle più nascoste, nei luoghi che ormai tutti conosciamo e negli angoli che solo chi ha davvero vissuto la capitale francese ha avuto il privilegio di scoprire. Attraverso Ritratto di dama noi conosciamo Parigi e ce ne innamoriamo così come i suoi protagonisti, che la adorano alla follia.
Infine Ritratto di dama è una passeggiata nella galleria di un museo. L'autrice ci presenta tanti e diversi personaggi, e li indaga come un visitatore davanti a un quadro esposto: guardandolo, cercando di capirlo e sondarne i segreti. E poi passando oltre, perché un museo è fatto di tante opere d'arte ed è giusto che a ognuno venga concessa attenzione.
Ritratto di dama è un libricino di appena 150 pagine (contando anche i ringraziamenti e le proposte musicali finali da usare come colonna sonora). Eppure leggendolo si ha la sensazione che ne abbia almeno mille in più, tanto riesce a essere pieno e intenso.
Contiene un mondo dentro di sé, e riesce a raccontarlo in modo efficace e preciso senza usare mai troppe parole o troppe poche. Semplicemente: quelle giuste. E ciò principalmente grazie allo stile unico e mozzafiato di Giorgia Penzo, che riesce letteralmente a far battere il cuore con la sua sola penna.
Ritratto di dama è miele dolce, un balsamo per lo spirito. Una lettura breve e fugace, un sogno indimenticabile e ricco d'emozioni. E al risveglio non saremo più gli stessi.
Buona lettura!
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