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Recensione: The game

Trama
Cece ha tredici anni e nessuna voglia di andare a vivere con la madre, che non vede da un sacco di tempo e che per lei è praticamente un'estranea. Ma suo padre deve trasferirsi in America per lavoro e così lei si ritrova catapultata in un piccolo paese, dove i suoi compagni di scuola si conoscono fin dall'asilo, tutti sanno tutto di tutti e non c'è molto da fare per salvarsi dalla noia. Ma la tranquillità è solo apparente. Cece nota infatti che a scuola accadono cose strane, scherzi di cattivo gusto che sconfinano nella violenza, atti insensati di cui non si conosce l'autore... E comincia a sentir parlare di un terribile gioco, in cui i suoi compagni sono coinvolti e a cui finirà per dover obbedire anche lei. Un gioco mosso dalla vendetta, dominato dal terrore. Dove l'unico modo per vincere è avere il coraggio di cambiare le regole.

Recensione

Quando ho iniziato questo libro, mi aspettavo qualcosa di totalmente diverso; posso dire sia stata una sorpresa dall'inizio alla fine. 
Il tema principale è il bullismo, affrontato in una maniera fantastica che però sembra plausibile, con un impronta narrativa che ricorda molto "IT" (anche se in questo caso il volume è piccolo e veloce) o la serie Tv "Stanger Things" (senza alieni), pur restando comunque molto originale. 

L'idea di questo libro è di Francesca Carbotti, sviluppata poi da Lucia Vaccarino e Davide Morosinotto attraverso il contest "Ce l'hai una storia?". 


Lo stile è semplice e di facile comprensione e aiuta il lettore a immedesimarsi in una situazione ai limiti dell'assurdo che riesce però a non entrare nell'irrealtà. 
I personaggi sono degli adolescenti che prendono di mira o vengono presi di mira da "Un gioco" che parla attraverso la loro mente. Ogni partecipante ha un marchio riconoscibile, una goccia, e chi si ribella o parla del gioco viene perseguitato. 
Il lettore grazie all'aiuto della protagonista, Cece, prende appunti e fa riflessioni per scoprire "chi" o "cosa" sta manipolando la mente dei suoi compagni di classe.  

I personaggi di "The game" vengono descritti e analizzati molto grossolanamente, ho trovato però questa scelta azzeccata visto che alla fine non è il loro aspetto o carattere il punto importante della storia. La cosa importante è il tema che viene trattato, ovvero "Il bullismo" e l'utilizzo di una tecnologia che porta le persone a estraniarsi tra di loro e fare "branco" contro le persone "fragili" o "diverse". Il gioco è quindi solo un modo per analizzare un fenomeno che sta devastando la nostra società e la mente di futuri adulti che, segnati da passate esperienze, diventeranno instabili o pericolosi ( anche se questi sono episodi estremi). 

Nonostante quindi "The game" sia molto semplice, mi è piaciuto e mi ha fatta riflettere su alcuni episodi della mia vita e mi sento quindi di consigliarlo ai giovani che stanno attraversando un brutto periodo e sono alla ricerca di una lettura leggera e riflessiva e ai meno giovani che hanno capito di cosa stiamo parlando. 
-CuorediInchiostro

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