Recensione: The breadwinner - film
The breadwinner
Raise your words, not your voice. It is
rain that makes the flowers grow, not thunder.
-Parvana
TramaKabul non è un posto per donne e Parvana, una ragazzina di soli undici anni, lo sa. La vita è ingiusta, ma l’amore per la sua famiglia e per le storie le danno il coraggio di andare avanti.
Un giorno, Parvana viene notata da un soldato più grande di lei. È ancora una bambina, eppure a lui non sembra importare: vuole sposarla contro la sua volontà. Il padre della piccola, Nurullah, tenta di dissuadere il soldato dicendogli che la figlia è già promessa a un altro. Si tratta di una bugia innocente, pronunciata con una credibilità tale da far dubitare perfino Parvana. Il soldato non ci casca, scopre l’inganno e fa arrestare il povero Nurullah. Fattema, la madre di Parvana, indossa il burqa ed esce di casa per scoprire che fine possa aver fatto il marito, ma ritorna dai figli piena di lividi. L’hanno picchiata perché è una donna che è andata in giro da sola, senza nessun uomo ad assicurassi che non attiri attenzioni.
La famiglia muore di fame, nessuno può mantenerla… ma Parvana ha un’idea: si vestirà da ragazzo e lavorerà per farli sopravvivere.
Recensione
The breadwinner è un film del 2017 diretto da Nora Twomey, regista irlandese. Tratto dal libro di Deborah Ellis, Sotto il burqa –che, ahimè, non ho letto-, la storia di Parvana ha colpito talmente la critica da ricevere una nomination agli Oscar. Il premio è però andato al ben più noto Coco. Su questo ci torneremo tra poco, prima voglio darvi un quadro completo della situazione.
La cosa che è stata maggiormente sponsorizzata è che tra i produttori troviamo nientepopodimeno che Angelina Jolie. Attenzione: “produttore” significa che ha procurato i cash e che potrebbe aver aiutato nella scelta del regista e del cast, non che ha collaborato alla realizzazione dell’opera. Accade spesso che tale figura si interessi al film e ne segua lo sviluppo, cosa che, conoscendo la Jolie, non dubito assolutamente. La domanda che sorge spontanea è: quanti soldi è riuscita a racimolare? The breadwinner è costato 10.000.000$, che è buono per un film in animazione tradizionale. Il problema per la Cartoon Saloon, cioè la casa di produzione, è che questi soldi non sono stati recuperati. Secondo le fonti che ho analizzato, il box-office è andato malissimo: 349,161$. Non so davvero spiegarvi come questo sia potuto accadere, perché il film è bellissimo. Una teoria ce l’avrei, ovvero che nessuno aveva voglia di “simpatizzare” per il nemico, di provare pietà per quelle persone che alcuni definiscono “animali” e “selvaggi”. E non parlo solo degli americani e dei canadesi, ma anche del resto del mondo, dove, vorrei far notare, non è stato nemmeno distribuito. Insomma, ci troviamo davanti a un boicottaggio di massa? Del resto, l’importante è che gli americani si sentano in pace con loro stessi dopo aver elogiato Miguel, il protagonista di Coco. Con le loro buone azioni annue sono in pari, adesso che hanno imparato che anche i messicani sono delle persone. Possono tornare a bombardare i paesi come loro solito -lontano dagli occhi, lontano dal cuore…- e a ripetere a loro stessi quanto sia grande l’America!
Tornando a The breadwinner, il cui mancato successo mi brucia parecchio –si è notato?-, vi dico con estrema sincerità che, anche non considerando la magnifica trama, l’ho trovato davvero molto bello.
La regia di Twomey funziona: molte inquadrature sono spettacolari anche quando mostrano cose assolutamente banali, come un piatto con sopra del riso e dell’uvetta.
La sceneggiatura, scritta da Anita Doron e da Deborah Ellis, è perfetta. Durante la visione non ho mai corrugato la fronte, né trovato una frase banale o esasperante: i personaggi si esprimono con chiarezza, non dicono stupidaggini o incoerenze e parlano come parlerebbe una persona della loro età.
L’animazione è stata gestita benissimo, non ho beccato errori e i personaggi li distingui perfettamente perché ognuno di loro ha una caratterizzazione specifica.
Tutti gli attori, soprattutto la giovane Saara Chaudry, erano azzeccati per il ruolo a loro assegnato. Da doppiatrice, ho adorato ogni singola voce.
E poi c’è il finale. Ragazzi, fidatevi di me: quel finale vale ogni secondo che passate a guardare The breadwinner. Dopo vi assicuro che sarete incazzati con chi ha voluto premiare Coco anziché questo film.
Se avete voglia di imparare, se avete voglia di piangere, se avete voglia di sorridere, se avete voglia di magia, The breadwinner fa per voi.
5 specchi non esprimono quel che penso realmente, ma accontentiamoci!
Little Fox
P.S.: Non è mia intenzione sminuire Coco, che ho comunque apprezzato molto. È solo che mi rattrista quando un film così bello non viene nemmeno notato.
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