Potessero le mie mani sfogliare - Federico Garcìa Lorca
Buongiorno
Specchietti! Oggi vi propongo le parole raffinate di questa bellissima poesia
di Federico Garcia Lorca. Ma vediamo prima di conoscere un po’ questo
personaggio!
Federico
Garcia Lorca è stato un poeta e drammaturgo spagnolo. Si inserisce bene nell’ambito
della letteratura e del teatro ottenendo dei primi successi. Durante la sua
vita soffre per un periodo di una dura depressione a causa del suo orientamento
sessuale ormai troppo difficile da nascondere ad amici e parenti. Dopo alcuni
viaggi che lo aiuteranno a riprendersi
dalla depressione torna in Spagna allo scoppio della guerra civile spagnola. Di
orientamento apertamente repubblicano, e per altro omosessuale, viene fucilato
e gettato in una tomba senza nome.
Non
credo che ci sia molto da aggiungere a queste parole, a queste immagini così
perfettamente sfumate che addolciscono e smuovono i pensieri nel leggerla. Un’immagine
delicata di pacatezza, rassegnazione, nostalgia. Di quella nostalgia che si ha
delle cose belle, quella nostalgia che fa sorridere mentre ci si volta a guardare
il passato.
E
allora non dico altro, e vi lascio scivolare tra le parole di questo poeta.
POTESSERO
LE MIE MANI SFOGLIARE
Potessero
le mie mani sfogliare
Pronunzio
il tuo nome
nelle
notti scure,
quando
sorgono gli astri
per
bere dalla luna
e
dormono le frasche
delle
macchie occulte.
E mi
sento vuoto
di
musica e passione.
Orologio
pazzo che suona
antiche
ore morte.
Pronunzio
il tuo nome
in
questa notte scura,
e il
tuo nome risuona
più
lontano che mai.
Più
lontano di tutte le stelle
e più
dolente della dolce pioggia.
T'amerò
come allora
qualche
volta? Che colpa
ha mai
questo mio cuore?
Se la
nebbia svanisce,
quale
nuova passione mi attende?
Sarà
tranquilla e pura?
Potessero
le mie mani
sfogliare
la luna!
-Iris-
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