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Phoenix - recensione doppia di -wonderful fragments° e Papavero Blu.

Quasi un mese fa ci è stata fatta una segnalazione che, per mancanza di tempo, non è stata pubblicata. Adesso io e Papavero Blu ci siamo organizzate per regalarvi una doppia recensione.
Si tratta del libro Phoenix di Francesca Rossini, che lei gentilmente ci ha fatto avere tramite email. Sfortunatamente il file era sprovvisto di copertina per cui non ho l'immagine di copertina da pubblicarvi.
Ecco una breve trama fornitaci direttamente dall'autrice stessa: 1983. Un enigmatico agente dell'intelligence americana, Clay Nathan Hobbs, nome in codice Blue Shadow, coinvolge l'infermiera Leila Lane in una rocambolesca avventura in Europa sulle tracce di un agente del kgb, Egor Vinogradov, che ha un grosso conto in sospeso con lui. La comparsa in scena dell’agente segreto Rebecca Doyle, complicherà i rapporti tra i protagonisti.
Il terzetto dovrà tenere a bada i sentimenti per sventare un complotto ideato dallo spionaggio sovietico e la minaccia di conflitto atomico.

Non so bene come scrivere questa recensione, che parole usare... Non ho portato a termine il libro ed è successo solo un'altra volta nella mia vita, ovvero quando ho iniziato il secondo capitolo della saga di Shadowhunters. E quando accade significa che il libro mi risulta troppo “noioso” per andare avanti. Di Phoenix ho letto le prime 25-27 pagine ma non l'ho trovato stimolante. Non sono riuscita a capire bene quando parlava chi, la parola passava da un personaggio all'altro in mezza riga e mi è risultato molto confusionario. Sono un'amante dei gialli e dei romanzi d'avventura, in pratica leggo solo questi e credevo che questa sfida andasse in porto. Non mi sarei mai aspettata una fine del genere. E un po' mi spiace non aver finito la lettura ma proprio non ce l'ho fatta. I personaggi non sono riuscita ad inquadrarli bene, le loro “descrizioni” non mi hanno trasmesso il loro essere, che forse mi poteva arrivare più in là? Non so! Se nelle prime trenta pagine non inquadro la storia non posso proprio farcela.
In ogni caso, ho reputato la scrittura di Francesca molto chiara, scorrevole, anche se ho trovato una punteggiatura piena di virgole dove spesso era meglio chiudere il periodo.
Non voglio risultare sfacciata, non sono una critica di professione né mai lo sarò. È solo l'opinione di una divoratrice di libri. Mi scuso direttamente con l'autrice per le mie parole, ma credo che affidare il proprio lavoro per una recensione comporti anche accettare dei commenti negativi, no?!
Di fatti, a malincuore, assegno al romanzo mezzo specchio.

"Specchio servo delle mie brame,
com'è che non ti sei ancora rotto? 
Di pagine tu mi fai passare la fame, 
sei stato dall'inchiostro corrotto." 


Auguro a tutti una buona giornata, passo e chiudoϾ



-wonderful fragments°


E adesso è il mio turno. Parto dal presupposto che il genere spionaggio non mi ha mai appassionato, tant'è vero che non mi era mai capitato di leggere nulla prima d'ora. Come primo impatto non è stato malaccio, ma sono ancora in bilico tra il ritenerlo un buon lavoro e una banalità dopo l'altra: c'è bisogno di entrare nel dettaglio! Partiamo dalla trama: vista la mia poca esperienza trovo che non sia pensata male, buona l'idea di ambientare la vicenda ai tempi della guerra fredda - e a questo punto credo fosse d'obbligo scegliere l'America come paese d'origine dei personaggi! - e c'è una discreta cura per i dettagli (non era facile giustificare la presenza di una civile in una missione ad alto rischio), tuttavia spesso e volentieri i passaggi da una scena all'altra erano ardui, come ad esempio il trasferimento dagli Appalachi a Washington senza spiegare il come o il quando. Per di più ci sono diverse sequenze buttate lì che poi non hanno alcun impatto sullo sviluppo della storia: lei viene picchiata dal suo ex, a cosa è servita questa scena? Vinogradov vuole la sua vendetta, ma quando la ottiene? Forse in un possibile seguito? I personaggi sono al confine tra la normalità e lo scontato: la mamma single che vuole una vita avventurosa (e solo alla fine si scopre davvero il perchè, anche in questo c'è troppa leggerezza: a una rivelazione così non può essere dedicato così poco spazio!), il burbero agente segreto traumatizzato dalla guerra, ecc... Ci sono spunti interessanti nella caratterizzazione psicologica, ma sono ancora a uno stato troppo confusionario per essere davvero apprezzati. Il punto di vista continua a saltare da un personaggio all'altro spesso facendo rivivere la stessa scena da angolazioni diverse: anche questa è un'idea brillante eppure non ben rifinita. Per quanto riguarda lo stile potrei definirlo piuttosto semplice, lineare (anche troppo! C'è un abuso di virgole che da poco ritmo alla narrazione), alcuni errori nell'uso della punteggiatura. Devo dire che la costruzione dell'intreccio romantico mi ha preso abbastanza, contraddittorio talvolta ma questo non mi ha disturbato: anzi, l'ho trovato realistico e stimolante! Il finale mi fa pensare ancora ad un possibile seguito, o almeno me lo fa sperare perchè altrimenti sarebbe alquanto deludente. Ebbene, da profana del genere che però apprezza chi si mette in gioco voglio dare a Phoenix due specchi e mezzo! Brava Francesca, continua su questa strada ;)
- Papavero Blu


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