Recensione: Il Bambino con il pigiama a righe

Trama
Bruno è un bambino di nove anni, figlio di un comandante delle SS, completamente all’oscuro della realtà della guerra e di quanto avviene nella Germania nazista. Un giorno incontra un bambino ebreo, Shmuel, chiuso in un luogo circondato da un recinto. Nonostante ci sia una rete a dividerli, giorno dopo giorno tra i due bambini cresce un’amicizia segreta così forte che li porterà a condividere un uguale destino.

Recensione

C'è stato un tempo... no, così non va bene. 
"C'è stato un tempo" fa pensare a qualcosa di lontano da noi, il momento che dobbiamo ricordare invece è avvenuto poco più di settanta anni fa; però forse, pensare a qualcosa di passato in questo modo, ci aiuta a distaccarci da quei momenti e non piangere ancora per quelle persone che non abbiamo conosciuto. E questo è sbagliato... non dobbiamo dimenticare. 
In un modo o nell'altro, tutti conosciamo la storia di cui vi parlerò adesso; abbiamo visto il film o qualcuno ci ha raccontato di averlo fatto e allora Bruno diventa qualcuno che abbiamo incontrato da qualche parte nei nostri pensieri.

Il bambino con il pigiama a righe. 
Preso da solo il titolo è semplice. Ci sono sempre stati bambini e ci sono sempre stati pigiami a righe... 
Se pensiamo però alla storia che questo libro vuole raccontare, se guardiamo anche solo la copertina, pioverà su di noi tutto l'orrore del suo significato e allora "pigiama" e "righe" assumeranno per noi un significato negativo. 

L'autore ha la capacità di buttarci nella subito all'interno della vicenda, senza giri di parole. Lo stile è semplice, mai noioso; tutto viene visto con gli occhi di un bambino (che a volte sbaglia le parole)  che è costretto a partire e lasciare i suoi amici. Una volta arrivato ad "Auscit", o meglio, in una casetta a due piani con un piccolo giardino e poche camere rispetto al solito, la nostra storia inizia. Piove sempre nel momento sbagliato, tipo quando devi andare dal tuo amico a giocare... che poi il tuo amico è un po' strano, indossa un pigiama anche in pieno giorno e vive oltre una recinzione con altri come lui. 
La trama non è complessa quindi, quello che è complesso è il messaggio che si vuole lanciare. Oltre a sottolineare e testimoniare la situazione in cui si trovavano gli ebrei durante la seconda guerra mondiale, colpisce il modo in cui un Bambino percepisce la diversità. 
Per Bruno, non ha importanza la religione Shmuel. A lui importa solo di avere un amico con cui giocare. Non esiste la diversità o la discriminazione nella testa di un bambino. Non esistono recinzioni; e lo stesso vale per Shumuel che nonostante comprenda le cose che lo differenziano dal suo amico, decide comunque di essergli leale. 
Se ci riescono i bambini... Cosa accade poi crescendo che provoca l'odio? Questa cosa non la capirò mai.

Il bambino con il pigiama a righe mi è piaciuto per un milione di modi diversi. Mi ha fatta piangere, ridere, riflettere. Questo è un libro che va bene a tutte le età, basta prenderlo quando ci si sente pronti.

Non mi resta che dare a questo libro lo specchio speciale e consigliarvi di leggere l'edizione illustrata che regala alla storia una marcia in più.
-CuorediInchiostro

Commenti

  1. ho adorato questo libro....
    ciao, sono una tua nuova follower, se ti va puoi seguirmi anche tu
    https://amoriemeraviglie.blogspot.it/

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