Recensione: Cuore oscuro di Naomi Novik

Cuore oscuro parla di un contagio, di un essere malefico e arcaico quanto solo sa esserlo un bosco. Silenzioso, assente di animali canterini e gioiosi, conquista ogni giorno nuovo territori della valle, rapendone i suoi abitanti. 
Agnieszka , la nostra protagonista, conduce una vita modesta, ma ha tutto quel che si potrebbe desiderare. Una famiglia amorevole, una migliore amica e un futuro dinanzi a se, perché lei crede che non verrà scelta. A proteggere gli abitanti dal Bosco, vi è infatti uno stregone, Drago, che abita su di una torre al limitare della valle. Ogni dieci anni sceglie una ragazza, portandola con se nella torre, per altrettanti anni. Le ragazze tornano sempre indietro, ma a quel punto sono diverse, non amano più la valle tanto quanto prima desiderando solo una cosa:lasciarsi alle spalle la vita passata.
Agnieszka , come tutti, rimane sconvolta quando viene scelta, perché nessuno avrebbe mai  scommesso su di lei, ma sulla sua migliore amica Kelsia. 

Kelsia è bella, educata, un’ottima cuoca, coraggiosa e soprattutto è da sempre preparata al suo avvenire.
Agnieszka è l’opposto. La nostra protagonista non è una bellezza indimenticabile o una cuoca provetta, non possiede un coraggio indomito, ma al momento giusto saprà farsi valere, perché dalla sua ha la magia.
Il mondo che ci viene mostrato assomiglia per certi versi a quello di Game of Thrones. Crudo, violento, pieno di entità fantastiche e pronte a lottare con ogni mezzo, per una goccia di potere. 
Quella a cui andiamo incontro non è la storia rivisitata di Rapunzel, è una vera e propria avventura che parte da un piccolo, insignificante villaggio, si arrampica su di una torre bianca, giunge alla corte del re, per poi riconduci alle radici della storia. Non ci sono eroi, come non ci sono stereotipi di principi e maghi, solo persone costruite, in modo tale che pare di poterle scorgere, mentre leggiamo delle loro vicende. E nessuno compie azioni senza una motivazione. Si è cattivi perché si è convinti di essere nel giusto, o di apportare una certa dose di giustizia. Agnieszka compie anche un notevole percorso di crescita caratteriale. Da ingenua contadina - figlia di taglia legna, scusate- arriva a distinguersi, commettendo forse qualche azione avventata, ma salvando anche un sacco di vite. 

Volete che non ci sia anche una storia d’amore? 
Conosceremo il Drago e ci chiederemo se sia davvero il mostro di persona, di cui decantano i bardi e ancora staremmo osservandolo, mentre farà la sua comparsa il principe Merek. Scapolo, bello, un eroe... insomma, vi lascio immaginare quanto il pensiero di una lettrice possa virare in poche pagine, ma vi rammendo che non sono sempre i principi a portare armature scintillanti quanto si crede e vorrebbe.
Drago, invece, è da subito scontroso, infuriato verso ogni cosa fuori posto e Agnieszka non riesce mai a mantenere una parvenza pulita, figuriamoci dignitosa, così da  stonare oltremodo nella torre lussuosa del mago. 

Non incontreremo la solita storia d’amore, ma avremmo così tanto a cui pensare che persino ci scorderemo del Bosco, sino a che non giungerà una notizia scioccante per la nostra Agnieszka e ancora più scioccante sarà l’operato di questa, dando inizio a ciò che porterà lei stessa, ad esser inclusa in quelle tanto variopinte ballate, con cui solo un bardo sa ammaliare... assieme a Naomi Novik, dato che questo libro è stupendo. Ci lascia riscoprire storie del folklore russo, osservandole con l’occhio della cultura di oggi. Oh e sapete un’altra stupenda cosa? Il libro è autoconclusivo, motivo ulteriore per correre a leggerlo, sapendo che non ne seguiranno altri, anche se poi tanto lo spererete, perché non vorrete più abbandonare neppure voi la valle, contagiati dalla magia che in ogni pagina si cela.
Lost Inside My Universe

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