Presentazione e intervista: Diego Romeo - Figli del Toro
Sinossi
Un
impero millenario è in rovina, e lo scontro è inevitabile. L’impatto si rivela
subito immane, le perdite incalcolabili. I capi non si sottraggono ai duelli,
le battaglie diventano feroci. È la legge della Grande guerra.
Un’amara
sorpresa è in agguato. Tutto sembra perduto, quando l’imperatore, i paladini e
i generali soccombono.
Un
viaggio inaspettato nel Mare astrale porterà il maestro e Karl su Hyachinto,
alla ricerca dell’unico negromante che ha scoperto il segreto della vita
eterna, con la vana speranza di chiedergli l’impossibile.
Sullo
sfondo, i viaggi nelle dimensioni parallele e gli intrighi dei servitori del
male, combattuti da maghi, elfi e nani in cerca di un riscatto.
Quarta di copertina:
Ma
il male è sempre in agguato e pronto a colpire con tutta la sua inesorabile
crudeltà. La casa degli elfi sarà messa a dura prova e vecchi re periranno nel
vano tentativo di proteggere i loro cari, mentre il nuovo Imperatore Celeste
farà finalmente il suo ingresso in campo. La battagli imperversa ormai in tutto
il continente da est a ovest, da nord a sud. E finalmente Karl tornerà dal Mare
Astrale con una nuova speranza…
Lasciamo la parola al autore:
▪
Perché un
lettere dovrebbe leggere il tuo libro?
Perché il panorama
editoriale italiano ha ancora molto da dire. Perché il Fantasy non è solo
anglosassone e
in fine perché non è il solito fantasy. Certo si tratta sempre di un fantasy
classico – molto in stile “Signore degli Anelli” – ma con molte differenze
narrative. Infatti a mio avviso l’originalità di un romanzo sta nel modo in cui
esso viene narrato.
▪
Che
cosa c’è di innovativo e quali sono gli elementi di continuità con il genere o
con la tradizione?
Di continuità con il genere fantasy classico,
possiamo dire che c’è la base, l’humus del racconto fantasy. Infatti sono
presenti tutte le razze tipiche della tradizione fantasy: Draghi, orchi,
goblin, elfi, nani, maghi, cavalieri, chierici e via dicendo.
Mentre d’innovativo c’è sicuramente il fatto
che al centro del mio romanzo non vi è un prescelto su cui la storia si adatta
e gira. Non c’è il solito eroe dai super poteri che durante il racconto prende
consapevolezza della sua “unicità” e salva il mondo. Ma ci sono molte storie
(più di trenta) di persone, sia appartenenti al male che al bene, di tutte le
razze e di tutti i generi. Non solo nei miei romanzi l’eroe è anche il
contadino che si vede, suo malgrado, costretto a combattere per una guerra che
sa già persa in partenza almeno per lui.
Altra particolarità sta nel fatto che i nani –
razza che io amo molto dopo i draghi – sono leggermente Steampunk, ovvero, pur
rimanendo di stampo medioevale, hanno scoperto la polvere da sparo e l’energia
del vapore, con tutto quello che ne può conseguire.
▪
Che
cosa ti ha spinta a scrivere?
Il desiderio di raccontare. Fin da piccolo
passavo ore e ore a creare storie sempre più fantastiche. Storie che però
rimanevano sempre relegate nel mio piccolo universo. A un certo punto ho
sentito il bisogno di raccontare a tutti le mie storie, anche a costo di farmi
prendere in giro per la loro connotazione fantastica. La cosa però è andata
bene fortunatamente e dal mio primo romanzo, pubblicato nel 2012, non ho più
smesso di scrivere e di raccontare storie, arrivando a toccare anche altri
generi come i temi sociali o storici.
▪
Da che
cosa è nata la storia? Quali sono state le fonti di ispirazione?
La storia è maturata
dentro di me da anni e anni di letture e giocate fantasy. Infatti da buon nerd,
quale io sono, ho passato gran parte della mia adolescenza fra i libri e i
giochi di ruolo. Per questo non so dire bene quando questo seme, che ha dato
origine a tutta la saga delle Lande Percosse, sia veramente germogliato. Penso
di averlo sempre avuto dentro è stato solo un problema di maturazione.
La mia fonte
primaria d’ispirazione è stata sicuramente Tolkien. Fu lui ad aprirmi la via al
mondo fantasy. Dopo di lui sicuramente tutti gli autori dei romanzi del mondo
di D&D e tanti altri.
▪
Quando
scrivi? E come? in modo organizzato e continuo o improvviso, discontinuo?
Avendo un lavoro e
una famiglia con due bellissimi bambini, non mi posso organizzare in maniera
scientifica. Diciamo che ogni volta che ho un minuto accendo il mio computerino
e butto giù qualche cosa, poi la notte quando tutti dormono –soprattutto i miei
angeli – cerco di riportare il tutto a uno stato semi leggibile. Per questo
posso dire che di continuativo non c’è nulla ma di ragionato sì. Perché passo ore
e ore a pensare a tutte le varie cose che i miei personaggi possono fare e poi
le scarico sul PC.
▪
Quali
strategie hai adottato per promuovere il tuo libro e che tipo di strumenti hai
usato – e usi- per proporlo all'attenzione dei tuoi potenziali lettori?
Purtroppo oggi lo
scrittore è anche manager di se stesso. Penso di aver usato tutti i sociale e i
metodi a disposizione di una singola persona. Interviste, recensioni, spazi
radio e pubblicitari, promozioni, post su vari social e soprattutto sono due
anni che mi giro tutta Italia (o quasi) per le fiere del settore. Di tutte
queste cose l’unica che ha vero portato frutto sono le fiere. Solo per dare
delle cifre. L’hanno scorso (settembre 2014 –luglio 2015) ho venduto quasi
mille libri. Quest’anno (settembre 2015-marzo 2016) sono arrivato a più di
cinquecento libri venduti.
▪
(Perché la scelta del self publishing?) se lo
sei
Ero self, perché le
case editrici italiane, non prendono molto sul serio gli scrittori esordienti
italiani, a meno che questi non portino come “dote nuziale” già dei numeri di
un certo interesse. Ovviamente parlo di case editrici free, quelle a pagamento
neanche le menziono. Oggi sono ho pubblicato i miei lavori con delle case
editrici serie grazie anche a questi anni di maturazione e di gavetta che mi
hanno fatto portare a casa varie soddisfazioni.
▪
Progetti
per il futuro?
Tanti, ma il mio agente letterario mi ha dato il divieto assoluto di
parlarne in giro. Mi dispiace.
▪
Tre
persone da ringraziare
Mia moglie che ha avuto una pazienza infinita con me;
Francesca Costantino il mio agente letterario che mi ha fatto crescere
molto.
Biografia
Diego
Romeo gestisce appalti pubblici presso l’Università degli Studi Roma Tre. Dal
1994 è parte della Comunità di Sant’Egidio, per la quale si occupa di arte e
disabilità, e di relazioni inter-religiose. È
membro del circolo culturale IPLAC ed è segretario
del Premio letterario internazionale “Viva gli
Anziani!” (Arrivata alla sua seconda edizione), di cui ha curato la pubblicazione Parole sulla vecchiaia (La Stella Cadente, 2015).
Con
l’epopea fantasy Lande Percorse (pubblicata dal 2013 al 2016) ha vinto vari premi letterari:
Albero Andronico 2014; Concorso “Voci” di
Abano Terme 2014; Albero Andronico 2015;
Ha
conseguito il Premio alla cultura al X Concorso Internazionale “Voci” di Abano Terme 2015”.
Ha
pubblicato con la casa editrice L’Erudita la raccolta di racconti “Nostri
Fratelli” di cui il filo d’unione sono i poveri e in particolare gli stranieri.
Al suo interno i racconti: “Il lungo viaggio di Zelda Milk” classificatosi 4°
al premio letterario Albero Andronico 2016 e “Un giorno come tanti” – Premio
Speciale per l’alto valore umanitario al Premio letterario Voci di Abano Terme
2016.
Ha
pubblicato infine un romanzo storico sul genocidio degli armeni dal titolo “La melodia che salvo il
popolo” (David & Matthaus Maggio 2016).
-CuorediInchiostro
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