Pioggia - F. G. Lorca
Buongiorno
specchietti.
Ecco che in questi
giorni, dopo una calda e bruciante estate, è arrivata la pioggia. Salvifica per
l’erba arida e gli alberi prosciugati dal caldo.
Vi piace la
pioggia?
Ho scelto questa
poesia perché credo che la rappresenti al completo, in tutto ciò che è. Si
muove come un inno alla pioggia, con la stessa cadenza tamburellante e continua
che hanno le goccioline d’acqua che cadono dal cielo.
La pioggia è il
pianto che tiene vivo il mondo. Mi piace guardarla appoggiata al finestrino di
un autobus, o sentirla che rimbomba sulle tegole del tetto mentre sono al caldo
sotto le coperte. Da piccola mi piaceva seguire con il dito le goccioline di
pioggia che scendevano giù dal finestrino. E chissà quella goccioline, con
quella stessa acqua, quante altre volte è caduta. Chissà la goccia che tocca il
mio viso, quanti altri ne tocco in passato. Perché dopotutto l’acqua evapora e
poi torna giù, e si ricompone, e rinasce. Un ciclo continuo di morte e
rinascita. Di lacrime e speranza.
Bè, che dirvi, ho
lasciato andare un po’ la penna, o meglio la tastiera, seguendo i pensieri che
la pioggia mi suscita.
E sono
sinceramente curiosa di sapere che cosa
rappresenta la pioggia per voi, che cosa vi fa pensare, i sentimenti che vi
dona.
Ditemelo, se vi va,
in un commento!
Per ora vi lascio
alle strofe lente e rilassanti di questa dolce poesia.
Pioggia.
pioggia
La pioggia ha un
vago segreto di tenerezza
una sonnolenza
rassegnata e amabile,
una musica umile si
sveglia con lei
e fa vibrare
l'anima addormentata del paesaggio.
È un bacio azzurro
che riceve la Terra,
il mito primitivo
che si rinnova.
Il freddo contatto
di cielo e terra vecchi
con una pace da
lunghe sere.
È l'aurora del
frutto. Quella che ci porta i fiori
e ci unge con lo
spirito santo dei mari.
Quella che sparge
la vita sui seminati
e nell'anima
tristezza di ciò che non sappiamo.
La nostalgia
terribile di una vita perduta,
il fatale
sentimento di esser nati tardi,
o l'illusione
inquieta di un domani impossibile
con l'inquietudine
vicina del color della carne.
L'amore si sveglia
nel grigio del suo ritmo,
il nostro cielo
interiore ha un trionfo di sangue,
ma il nostro
ottimismo si muta in tristezza
nel contemplare le
gocce morte sui vetri.
E son le gocce:
occhi d'infinito che guardano
il bianco infinito
che le generò.
Ogni goccia di
pioggia trema sul vetro sporco
e vi lascia divine
ferite di diamante.
Sono poeti
dell'acqua che hanno visto e meditano
ciò che la folla
dei fiumi ignora.
O pioggia
silenziosa; senza burrasca, senza vento,
pioggia tranquilla
e serena di campani e di dolce luce,
pioggia buona e
pacifica, vera pioggia,
quando amorosa e
triste cadi sopra le cose!
O pioggia
francescana che porti in ogni goccia
anime di fonti
chiare e di umili sorgenti!
Quando scendi sui
campi lentamente
le rose del mio
petto apri con i tuoi suoni.
Il canto primitivo
che dici al silenzio
e la storia sonora
che racconti ai rami
il mio cuore
deserto li commenta
in un nero e
profondo pentagramma senza chiave.
La mia anima ha la
tristezza della pioggia serena,
tristezza
rassegnata di cosa irrealizzabile,
ho all'orizzonte
una stella accesa
e il cuore mi
impedisce di contemplarla.
O pioggia
silenziosa che gli alberi amano
e sei al piano
dolcezza emozionante:
da' all'anima le
stesse nebbie e risonanze
che lasci
nell'anima addormentata del paesaggio!
-Iris-
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