Recensione film: "In questo angolo di mondo"
Ci sono bambini in sala, hanno quattro o forse cinque anni. Il primo a storcere il naso é l'uomo dietro il banco, " solo perché è un cartone non significa che il suo messaggio non sia diretto agli adulti" pare dire il suo sguardo.
"Questo film è una poesia" è il suo unico avviso infine, per poi indurci a entrare nel buio della sala.
Siamo nel 1933 quando ci apprestiamo a conoscere la nostra protagonista, una bambina di otto anni a cui vengono già assegnati compiti che dovrebbe svolgere un adulto. È proprio in questa sua "missione" però che da subito notiamo come la sua immaginazione sconfini nella realtà.
Gli anni passano, mentre il nostro occhio dapprima sul chi vive, alla vista di quella semplice animazione così lontana dal mondo Disney, comincia a perdersi nei dettagli degli sfondi, nei cieli tanto reali e nelle tradizioni così ben dipinte.
Il Giappone incanta come non mai, con la povertà con cui si scontra, l'inventiva che si cela dietro ogni pasto dai pochi ingredienti e la forza di combattere per il domani.
La storia d'amore che si racconta è solo una cornice, un matrimonio che pare forzato, ma che si rivela un sentimento da sempre ricercato e mai dimenticato.
Diciott'anni e con Suzu da Hiroshima cambiamo città. Non più bambina, sposata e con una nuova famiglia, la nostra protagonista si imbatte in una vita che è tutto fuorché romantica. Lavori di fatica, una suocera che a stento riesce a muoversi, una cognata scontrosa e un marito marinaio che non è mai a casa.
Dai più la sua vita è considerata banale e noiosa. E forse anche lo sarebbe se non vista con gli occhi di Suzu.
Suzu ha sempre la testa tra le nuvole, un pessimo senso dell'orientamento che sarà la sua più grande fortuna e una forza di volontà che non sa di possedere.
Mentre il tempo scorre è inevitabile non pensare cosa di li a poco accadrà , un evento che in questo film non è il fulcro delle vicende, ma che tutti ci aspettiamo. La bomba atomica è sempre più prossima.
Più si avvicina più la storia assume una cadenza lenta, come a farci intuire che la vita seppur ormai annichilita dalla guerra trascorreva comunque imperterrita, senza conoscere i futuri avvenimenti.
Ed è così che lo spettatore troppo concentrato su quel agosto del '45 si dimentica che il Giappone non è stato colpito solo in tale data, rimanendo sconcertato dinanzi una morte tanto inattesa quanto struggente.
Dopo attimi di smarrimento in cui non possiamo fare a meno di rimanere ammaliati da come la morte possa apparire tanto semplice e d'effetto se disegnata con gli occhi di un bambino e un gessetto, non possiamo che chiederci cosa accadrà adesso.
Ma noi già lo sappiamo, l'abbiamo atteso quello scenario che imperterrito arriva, assieme alla nostra ansia che sale non sapendo se la famiglia, le cui ormai vicende sono impresse nel nostro animo, in quei giorni farà davvero ritorno o meno a Hiroshima.
La desolazione che tale bomba provoca è semplicemente agghiacciante, assieme all'ingenua speranza di poter guarire dalle radiazioni che ha portato con se.
Eppure c'è sempre un sorriso, c'è sempre una risata alla tavola della famiglia di Suzu, un incentivo a vivere anche se con poco.
Questo film è davvero una poesia capace di far ridere nelle situazioni più insolite e far commuovere nei momenti più inattesi. È così che ci viene mostrato cosa è accaduto "in questo angolo di mondo" che possiamo considerare tanto lontano, ma che non lo è, perché è inevitabile non pensare alla posizione che il Giappone oggi si trova a ricoprire, quando il nostri occhi e quelli tutto il mondo sono in attesa della mossa di un folle.
Prossimo imperdibile film della Nexo in arrivo "A silent Voice", tratto dall'omonimo manga edito dalla Star Comics.
Lost Inside My Universe
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