Recensione "La canzone di Achille" by Madeline Miller

  

Nel III secolo a.C. Livio Andronico (considerato colui che diede inizio alla letteratura latina) compì un'opera mastodontica traducendo l'Odissea in Latino. Fu l'inizio della letteratura epica nel mondo romano. Quella fatta da Livio non fu unicamente una traslazione linguistica, ma una vera e propria trasposizione culturale. In un certo senso, l'autore riscrisse l'intero poema lasciandolo il più possibile invariato nei contenuti, ma rendendolo più vicino al popolo e alla cultura latina.
Madeline Miller compie la stessa traduzione artistica, ma a essere ripresi, questa volta, sono i miti legati soprattutto alla figura di Patroclo e di Achille. Il che ovviamente comprende in gran parte dell'Iliade, ma non solo.

Grecia, è il tempo degli Eroi. Patroclo, un giovane principe sgraziato, è stato esiliato nella corte del re Peleo e del suo figlio perfetto Achille. Nonostante le evidenti differenze tra i due, Achille decide di diventare amico del timido principe, e mano a mano che crescono, fino a diventare dei giovani uomini abili nelle arti della guerra e della medicina, il loro stretto legame diventa sempre più profondo (nonostante l'avversità della madre di Achille, Teti, una spietata divinità marina).
Ma quando giunge la notizia che Elena di Sparta è stata rapita, Achille deve partire per la guerra nella lontana Troia e compiere il suo destino. Dilaniato tra l'amore e la paura per il suo compagno, Patroclo va con lui, conscio che gli anni a seguire metteranno alla prova tutto ciò che i due custodiscono con gran cura.

Nel suo libro d'esordio Madeline Miller riprende tantissimi racconti, personaggi e situazioni della mitologia greca, e li riscrive adattandoli al lettore moderno. Così La canzone di Achille diventa un romanzo concentrato principalmente sulla vita di Achille e Patroclo (che racconta tutto in prima persona). Ritroviamo tantissimo della mitologia ellenica: davvero ogni riga ne è intrisa e la riprende. Eppure allo stesso tempo, come l'Odissea di Livio, ne è anche una riscrittura.

Achille e Patroclo
Così, ad esempio, alcune situazioni, dinamiche o scelte che nel mondo greco erano ovvie e scontate, per noi hanno bisogno di una certa spiegazione, o alcune reazioni, pensieri ed emozioni sono più vicine alle nostre che a quelle degli abitanti della Grecia Antica.
La canzone di Achille non è sempre perfettamente fedele a ciò che riprende, eppure è palese la profonda conoscenza di quella mitologia che c'è dietro, almeno quanto è chiaro e si apprezza l'immenso lavoro svolto dall'autrice (che per scriverlo ha impiegato ben dieci anni!).
La canzone di Achille riesce perfettamente a riportarci in quel clima mitico, a farci nuovamente appassionare a quelle famosissime vicende e agli eroi e personaggi che sono alla base della nostra cultura.

Personalmente ho adorato l'idea di far raccontare tutto a Patroclo, cambiando il punto di vista. E non solo perché adoro alla follia questo personaggio. Soprattutto perché la sua grande capacità di osservare e ascoltare, oltre alla natura fortemente riflessiva, lo rendono un narratore ideale.
Attraverso i suoi occhi noi ri-conosciamo e ri-scopriamo i tantissimi personaggi e gli infiniti miti citati (e credetemi: sono davvero moltissimi) sotto una nuova luce. Ma soprattutto questi non sono più solo grandi eroi, ma in primis uomini, con le loro mille sfaccettature, i pregi, le incredibili abilità e tanti limiti, la forza e le debolezze. Ancora una volta, tutto è stato riscritto per essere più vicino a noi lettori di oggi.

La riscrittura e il riavvicinamento, ovviamente, riguardano anche lo stile. Madeline Miller ci delizia con la sua penna fluida, sensibile, fresca e dolce, ma anche dura come l'acciaio. Una scrittura che riesce a farci sentire ogni singola parola sulla pelle e dentro, nel profondo. Credo che La canzone di Achille sia stato l'unico libro fin'ora capace di farmi piangere per ben trenta pagine di fila (giuro, non sto esagerando né mentendo) per così tante e diverse emozioni che ancora non riesco a distinguerle tutte.

Io credo che La canzone di Achille sia un libro che tutti dovrebbero leggere. E non solo per la sua bellezza o validità. Ma perché è un modo per riavvicinarci a un mondo che ha significato così tanto e che ha contribuito moltissimo a rendere il nostro mondo così com'è oggi. E non dovremmo perderlo; ma lasciare che sia, ancora una volta, parte di noi.
Buona lettura!



Commenti

  1. Peculiare. Lessi questo libro un paio d'anni fa, credo, e lo ricordo ancora come uno dei libri più brutti che io abbia mai letto. E' proprio vero che de gustibus...
    Io non trovai altre parole all'epoca per descriverlo se non "una fanfiction slash mal riuscita sull'Iliade". Sarà che ho una formazione classica, ma dove tu hai detto di riconoscere la cultura e la mentalità dell'antica Grecia io ho trovato moltissime incongruenze e insensatezze.
    D'altronde riprendere tematiche e personaggi così importanti è un lavoro da geni e che io sappia saranno sì e no due o tre gli scrittori moderni (novecenteschi) che sono stati in grado di farlo con onore...

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    Risposte
    1. Ciao Manuela,
      Come ho scritto nella recensione, l'autrice riprende la cultura e la mentalità classica e la riscrive per avvicinarla al lettore moderno. Perciò (sempre come ho chiarito nel post qua sopra) il libro non è sempre perfettamente fedele a quello che riprende (e da qui nascono quelle che nel vero contesto dell'Antica Grecia verrebbero viste come incongruenze e insensatezze), ma lo fa per rendere più comprensibili e plausibili alla mentalità di oggi alcuni passaggi dei miti originali (;
      Poi, certo, i gusti personali restano estremamente soggettivi, ed è normale che qualcuno adori un libro e qualcun altro lo odi. D'altronde il mondo è bello perché è vario, no?
      - moony

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