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Recensione Lasciami Entrare - John Ajvide Lindqvist

TRAMA: 

Oskar è un ragazzino dodicenne, vittima di bullismo a scuola e con una situazione famigliare un po' complessa. I genitori, separati da anni, si parlano solo quando è il momento di sgridarlo sebbene Oskar sia un ragazzino tranquillissimo perciò non richiede moltissime attenzioni. Quando Oskar vede Eli nel giardino condominiale, capisce subito che qualcosa in quella bambina lo attrae inspiegabilmente. Nonostante Eli tenti di allontanarlo il più possibile, Oskar non molla assolutamente ed i due in brevissimo tempo diventano amici. Ma ovviamente alcune stranezze di Eli sono troppo evidenti per non essere notate: la ragazzina esce solamente di notte, chiede sempre mille conferme prima di entrare in casa, non pare soffrire il freddo nemmeno quando si presenta nuda alla finestra di Oskar e soprattutto pare dotata di una forza inumana che le impedisce di farsi del male anche quando esegue salti da strutture altissime...



***

Volendo essere totalmente giusti, al di là della mia profonda intolleranza nei confronti dei libri scritti da autori Svedesi, direi che il libro non è proprio malaccio. Sfortunatamente, lo stile "svedese" che ho notato in tutti i pochi libri che ho letto di quella nazionalità, rende la lettura ingarbugliata ed intricata da morire. Spesso molti passaggi vanno riletti alcune volte per essere meglio compresi, il che magari può essere affascinante per qualcuno ma che purtroppo non stuzzica la mia voglia di appassionarmi ad un libro che quasi sembra fatto apposta per prendere in giro il lettore fino a quando non è necessario che tutto venga spiegato meglio. Questo mi ha portata a metterci molto più tempo del previsto nel leggere il libro, dal momento che l'ho iniziato a casa e l'ho finito ben dopo il mio arrivo a destinazione e per un libro con circa trecentocinquanta pagine, direi che tre ore di treno dovrebbero essere state sufficienti. Purtroppo no. "Lasciami entrare" di John Ajvide Lindqvist è lento, molto lento. Forse a causa dei miei pregiudizi nei confronti di questo stile di scrittura hanno influenzato la mia lettura, rendendo questo libro estremamente noioso ai miei occhi.
Il personaggio principale, Oskar, è inconsistente. Spero vivamente che sia fatto apposta, altrimenti direi che non ci siamo proprio. Oskar è scialbo ed insignificante, il suo rapporto con Eli è a dir poco inquietante, definirei Oskar succube o addirittura vittima di una sorta di Sindrome di Stoccolma (tanto per rimanere in tema). La stessa cosa vale per Håkan, entrambi sembrano dipendere da Eli come se ne andasse della loro vita e da una parte è quasi comprensibile: Håkan ha un passato un po' particolare, l'attaccamento ad Eli è perfettamente comprensibile per quanto assolutamente ingiustificabile e raccapricciante; Oskar invece vede in Eli una spalla su cui appoggiarsi dopo i grossi problemi di bullismo che ha. Entrambi però sembrano prontissimi a mandare alle ortiche ogni traccia di buonsenso e mi riallaccio al discorso di poco fa: Håkan è comprensibile, ma Oskar non troppo. Da inizio libro si decanta la bravura di questo bambino - perché è ancora di un bambino che si tratta - e pare quasi impossibile che di punto in bianco cambi caratterialmente in quel modo. In breve, lo stile di scrittura è pesante e piuttosto noioso, i cambiamenti avvengono di punto in bianco dando svolte quasi incomprensibili alla trama, forse quindi un horror un po' troppo impegnativo per essere una lettura con la quale svagarsi.

~Newt


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