Recensione di 'Come smettere di farsi le seghe mentali e godersi la vita' di Giulio Cesare Giacobbe

Dopo la serie infinita di pensieri e sovrappensieri sulla vita, la solitudine intrinseca delle cose e i grandi sistemi suscitatimi dalla lettura della Woolf avevo decisamente bisogno di una pausa, un antidoto a quella sbronza intellettuale che, per quanto mi avesse esaltato in un primo momento, mi ha lasciato anche uno strano retrogusto in bocca: mi sono, dunque, data alla lettura di un manualetto trovato per caso nei tecno-meandri del tablet e intitolato "Come smettere di farsi le seghe mentali e godersi la vita".
Dedicato a tutti i nevrotici o aspiranti tali, il libro di Giulio Cesare Giacobbe affronta con la giusta leggerezza la questione delle famose pippe mentali, ovvero quei pensieri che non hanno alcun riscontro con la realtà e che, seppur talvolta possano risultare benefiche per il nostro ego, nella maggior parte dei casi finiscono per diventare dei tarli che prolificano nella nostra testa demolendo la nostra autostima e la nostra voglia di vivere. Non fanno bene! dice giustamente Giacobbe, pur consapevole che non possiamo fare a meno di farcene. Ne analizza la genesi, il modo in cui si sviluppano nelle varie situazioni e, infine, alcune possibili soluzioni a questa cattiva abitudine che ci fa estraniare completamente dalla realtà, brutta solo entro i limiti del nostro figurarcela.
 Il tutto con un linguaggio popolare, alla mano, quasi giovanile (già il titolo...) e mai pesante: sdrammatizza, pur prendendo molto a cuore ogni parola. Lo stile cambia bruscamente nell'ultimo capitolo in cui il linguaggio diventa, invece, quasi poetico e ad essere rappresentato sembra tutto ciò che ci perdiamo chiudendoci nelle nostre seghe - se uno psicologo le chiama così, posso farlo anch'io, no? - mentali; e posando lo sguardo sui dettagli della natura che ci circonda potremmo accorgerci che tanti altri sono fermi, con lo sguardo immobile, prede delle loro nevrosi. E' l'ultimo capitolo quello che, forse, maggiormente convince a mandare in vacanza le paranoie.
Infine, ho trovato di grande ispirazione la teoria espressa in meno di dieci righe alla fine del libro con cui - in modo quasi disarmante - Giacobbe spiega quale sia la vera base delle nevrosi, della depressione, delle seghe mentali ecc... Ma io non spoilero nulla, nemmeno se si tratta di un misero manuale su come affrontare l'esistenza! Posso solo concludere dicendo che questo piccolo eppure enorme libricino merita almeno quattro specchi e tanta tanta riconoscenza da parte del cervello in fumo che si trova da questa parte del computer.


 - Papavero blu

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