Recensione: La scelta di Sophie

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Sophie: You mean, I have to choose?
SS officer: You are a Polack, not a Yid. That gives you a privilege, a choice.

Trama: 
 Stingo è un giovane del sud trasferitosi a New York per cercare fortuna. A causa dei pochi guadagni, si troverà costretto ad affittare una camera in una bislacca casa rosa. Sarà qui che fiorirà una profonda amicizia tra lui e una coppia stramba formata da Nathan, un biologo piuttosto teatrale, e da Sophie, polacca sfuggita allo sterminio del Terzo Reich. Entrambi sorridono e sembrano felici, ma pian piano scopriremo che le loro vite sono ben lontane dalla perfezione.

Recensione:

La scelta di Sophie
è un film del diretto da Alan J. Pakula e basato sull'omonimo romanzo di William Styron. Con un budget di soli 9 milioni di dollari, ne guadagna 30 milioni con il solo box office.
Ho sempre avuto la curiosità di vedere questo film. Viene spesso citato in un sacco di serie tv e film contemporanei, come Modern Family, e volevo capire di cosa si trattasse.
Io non farò spoiler sebbene siano passati molti anni dall'uscita del film. Più che altro perché tra i miei coetanei non lo sento mai nominare, perciò ho deciso di diffondere il verbo e convincervi a dare un'occhiata a un film che definire cult è poco.
Un consiglio: sebbene io sia assolutamente a favore del doppiaggio essendo io un'aspirante doppiatrice, il film va guardato in lingua originale. Ve lo dico perché:
1) Metà del film è comunque sottotitolato;
2) Sarebbe un peccato perdersi non solo l'accento ben curato della Streep, ma anche i suoi continui code mixing e il passaggio da una lingua a un'altra.
Vi confesso che a me la storia di Stingo e la sua amicizia con Nathan e Sophie non mi ha presa molto. Arrivata a metà, iniziavo a domandarmi cosa ci trovasse la gente in questo film. Ammetto di essermi annoiata nel vederli interagire. Non capivo il punto. Poi ho realizzato che il centro di tutto, in realtà, è Sophie. Quel che ci interessa è la sua storia. Stingo è solo un mero narratore che si limita a svolgere il suo ruolo. Per quanto mi riguarda, La scelta di Sophie poteva benissimo funzionare senza la mediazione di Stingo e Nathan -tra l'altro, le performance di Kevin Kline e di Peter MacNicol non mi hanno fatto impazzire, né da doppiati né in lingua originale-.
La regia è spettacolare, mi piace da impazzire soprattutto il primo piano su Meryl Streep quando Sophie racconta la sua storia.Sottolinea la sua fragilità, la sua vergogna, ma anche la sua dignità.
Insomma, non era esattamente quel che mi aspettavo, però vi assicuro che è un gran bel film nel complesso. Da vedere!








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