Recensione "Il cadavere nel fiume" by Brian McGilloway
Il cadavere nel fiume è uno dei thriller dell'autore bestseller Brian McGilloway. L'edizione italiana è stata realizzata ed edita dalla Newton Compton, e conta un totale di 336 pagine.
Derry, Irlanda del Nord. Il cadavere di un ragazzo viene rinvenuto in un parco lungo il fiume, con il cranio spaccato da una pietra. C'è solo un indizio per identificarlo: il timbro di un locale gay che si trova nelle vicinanze.
La detective Lucy Black, incaricata di seguire il caso, comincia a fare ricerche all'interno della comunità in cui il ragazzo viveva. Una comunità già spaccata in cui non tardano a manifestarsi nuove tensioni: nei giorni precedenti all'omicidio, un predicatore ha sostenuto la lapidazione contro gli omosessuali. Il gruppo in difesa dei diritti LGBT insorge; e le cose si complicano ulteriormente quando un'organizzazione d'estrema destra prende di mira una famiglia rumena che vive in un quartiere popolare.
Mentre gli attacchi si intensificano, Lucy e il suo capo, Tom Fleming, si trovano immersi nei dissidi tra un vecchio paramilitare a capo della zona e il suo vice, che minacciano di infiammare ulteriormente una situazione già instabile. Tutto sembra opporsi alla risoluzione del caso...
Il cadavere nel fiume è il quarto romanzo della serie thriller che Brian McGilloway ha dedicato alla detective Lucy Black. Ritroviamo infatti la stessa protagonista anche nei tre titoli precedenti: Non parlare, Urlare non basterà e Non entrare. Tutti e quattro i romanzi, comunque, possono essere letti come degli standing alone (tanto che ho scoperto solo alla fine del libro che Il cadavere nel fiume avesse dei prequel).
Il cadavere nel fiume ci immerge nella realtà di una delle città più grandi dell'Irlanda. Siamo alla vigilia del referendum per la Brexit e l'aria che si respira è familiare a tutti noi. Un clima d'odio: la xenofobia e l'omofobia avvelenano i quartieri, fomentando le masse e alimentando la criminalità.
McGilloway rende perfettamente questo contesto: il lettore riesce a respirare l'aria dell'Irlanda del Nord, e vive sulla pelle la dura realtà sociale.
Ogni personaggio si schiera con la fazione a cui sente di appartenere, e seppure l'autore sottolinea la negatività dell'odio, della violenza e dell'intolleranza, permette a ognuno dei due schieramenti di esprimersi e far valere i propri punti di vista. Sminuire coloro che odiano a dei semplici cattivi sarebbe abbastanza sciocco: McGilloway ce li presenta concreti e sfaccettati, furbi e prepotenti. È mostrando la potenza del loro odio che li condanna.
In mezzo a queste continue tensioni, Lucy Black e i suoi colleghi si troveranno a dover risolvere casi diversi, ma che in un modo o nell'altro finiscono per intrecciarsi. Ho apprezzato tantissimo quanto sia articolata la trama, che riesce a espandersi in tantissime direzioni diverse senza perdersi mai. Numerosissimi sono anche i personaggi, e forse aver letto i romanzi precedenti può aiutare a riconoscerli meglio.
Il cadavere nel fiume è un bel libro, che incuriosisce e appassiona per i suoi personaggi, per le ambientazioni e per le tematiche; ed è anche un buon thriller, che intriga e consente infinite ipotesi, mentre se ne divorano le pagine alla smaniosa ricerca della verità. Lo stile dell'autore è molto fluido ed evocativo, una scrittura che scivola sotto gli occhi lasciando, però, il suo segno. E tutti questi sono degli ottimi motivi per leggere il romanzo.
Che altro posso dire per convincervi?
Buona lettura!
Derry, Irlanda del Nord. Il cadavere di un ragazzo viene rinvenuto in un parco lungo il fiume, con il cranio spaccato da una pietra. C'è solo un indizio per identificarlo: il timbro di un locale gay che si trova nelle vicinanze.
La detective Lucy Black, incaricata di seguire il caso, comincia a fare ricerche all'interno della comunità in cui il ragazzo viveva. Una comunità già spaccata in cui non tardano a manifestarsi nuove tensioni: nei giorni precedenti all'omicidio, un predicatore ha sostenuto la lapidazione contro gli omosessuali. Il gruppo in difesa dei diritti LGBT insorge; e le cose si complicano ulteriormente quando un'organizzazione d'estrema destra prende di mira una famiglia rumena che vive in un quartiere popolare.
Mentre gli attacchi si intensificano, Lucy e il suo capo, Tom Fleming, si trovano immersi nei dissidi tra un vecchio paramilitare a capo della zona e il suo vice, che minacciano di infiammare ulteriormente una situazione già instabile. Tutto sembra opporsi alla risoluzione del caso...
Il cadavere nel fiume è il quarto romanzo della serie thriller che Brian McGilloway ha dedicato alla detective Lucy Black. Ritroviamo infatti la stessa protagonista anche nei tre titoli precedenti: Non parlare, Urlare non basterà e Non entrare. Tutti e quattro i romanzi, comunque, possono essere letti come degli standing alone (tanto che ho scoperto solo alla fine del libro che Il cadavere nel fiume avesse dei prequel).
Il cadavere nel fiume ci immerge nella realtà di una delle città più grandi dell'Irlanda. Siamo alla vigilia del referendum per la Brexit e l'aria che si respira è familiare a tutti noi. Un clima d'odio: la xenofobia e l'omofobia avvelenano i quartieri, fomentando le masse e alimentando la criminalità.
McGilloway rende perfettamente questo contesto: il lettore riesce a respirare l'aria dell'Irlanda del Nord, e vive sulla pelle la dura realtà sociale.
Ogni personaggio si schiera con la fazione a cui sente di appartenere, e seppure l'autore sottolinea la negatività dell'odio, della violenza e dell'intolleranza, permette a ognuno dei due schieramenti di esprimersi e far valere i propri punti di vista. Sminuire coloro che odiano a dei semplici cattivi sarebbe abbastanza sciocco: McGilloway ce li presenta concreti e sfaccettati, furbi e prepotenti. È mostrando la potenza del loro odio che li condanna.
In mezzo a queste continue tensioni, Lucy Black e i suoi colleghi si troveranno a dover risolvere casi diversi, ma che in un modo o nell'altro finiscono per intrecciarsi. Ho apprezzato tantissimo quanto sia articolata la trama, che riesce a espandersi in tantissime direzioni diverse senza perdersi mai. Numerosissimi sono anche i personaggi, e forse aver letto i romanzi precedenti può aiutare a riconoscerli meglio.
Il cadavere nel fiume è un bel libro, che incuriosisce e appassiona per i suoi personaggi, per le ambientazioni e per le tematiche; ed è anche un buon thriller, che intriga e consente infinite ipotesi, mentre se ne divorano le pagine alla smaniosa ricerca della verità. Lo stile dell'autore è molto fluido ed evocativo, una scrittura che scivola sotto gli occhi lasciando, però, il suo segno. E tutti questi sono degli ottimi motivi per leggere il romanzo.
Che altro posso dire per convincervi?
Buona lettura!
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