Recensione "Private" by Kate Brian


Private è uno young adult scritto sotto pseudonimo dall'autrice americana Kate Brian. Anche io, come molti lettori prima di me, ero erroneamente convinta che fosse autoconclusivo; ma attenzione: in realtà è solo il primo libro di una serie che conta ben 16 titoli (più altri 6 spinoff).
Della Private Series è stata realizzata, nel 2009, una web series divisa in 20 episodi, in cui venivano riadattati i primi quattro libri. Nel febbraio 2016, invece, è stato annunciato un film dalla Warner Bros. Picture e dall'Alloy Entartainment.
In Italia il romanzo è edito dalla Newton Compton e conta in tutto 256 pagine.

Reed Brennan ha quindici anni e le idee chiare. Ha appena vinto una borsa di studio per la Easton Academy e intende sfruttare questa grande occasione per lasciarsi alle spalle la sua difficile famiglia e una vita mediocre in periferia. Ma appena mette piede nello splendido campus dell'istituto si rende conto che sono tutti molto più sofisticati, eleganti e decisamente più ricchi di lei. Anche se è stata accettata alla Easton, la Easton non la accetterà mai.
Reed si sente come se osservasse da fuori quel mondo luccicante... finché non conosce le Billings Girls. Sono le ragazze più popolari, intelligenti e sicure di sé dell'intero campus. E lo sanno bene. In un mondo in cui il potere è tutto, loro ce l'hanno nel palmo della mano. Reed è disposta a fare qualunque cosa per entrare nel quel gruppo super esclusivo. Così impegna ogni fibra del suo essere per farsi notare. Ma scoprirà presto che dietro i vestiti firmati, i loro armadi sono pieni di scheletri.

Ciò che attira di Private, e che oggettivamente funziona, sono due elementi: la copertina super efficace e il clima da scuola privata americana, che risveglia la piccola fangirl sfegatata in chiunque sia mai stato fan di Gossip Girl. E questo, purtroppo, è tutto.
Il problema alla base, per me, è che nonostante fin da subito viene presentata una cascata di personaggi differenti (che offrono spunti diversi) la storia si incentra essenzialmente su, e viene raccontata in prima persona da, Reed. Una protagonista che non riesce a scatenare affatto nel lettore né simpatia né tantomeno empatia. Mi spiego.

Credo che l'intento iniziale dell'autrice sia stato raccontare il tentativo estremo di rivalsa di un'adolescente schiacciata da una famiglia disfunzionale e che, proprio a causa di quest'ultima, è abituata a isolarsi. Di conseguenza è una quindicenne ingenua, frustata, arrabbiata, ferita, con una visione distorta delle relazioni interpersonali, che ha il bisogno viscerale di salire la scala sociale, ed è incapace di instaurare rapporti con il prossimo che non siano altrettanto disfunzionali di quelli a cui è abituata. E fin qui è tutto abbastanza interessante.

La delusione, invece, arriva quando leggendolo il romanzo si dimostra solo il racconto soggettivo delle singole giornate della protagonista, che non perde occasione per lamentarsi di quanto sia difficile la sua vita, ingiusta la sua situazione, importanti i suoi obiettivi che gli altri non riescono a comprendere. Il tutto, ovviamente, condito da professori sadici e adulti che sembrano esistere solo per prenderla come bersaglio. E qui arriva la parte disfunzionale.
Invece di diventare occasione per un'analisi psicologica e un approfondimento (almeno) emotivo, ci troviamo davanti alla sequenza di scelte incommentabili di Reed, che si auto-rende uno zerbino e che pretende imperterrita di far valere le sue giustificazioni (per lo più superficiali e al limite della stupidità). Tutto questo mentre lei stessa non esita un istante a giudicare tutto e tutti dal gradino di superiorità in cui lei stessa di è posta da sola.

Il risultato, perciò, è un romanzo che sembra il diario segreto della sua protagonista, scritto in modo, sì, scorrevole, ma anche spesso frettoloso e superficiale quanto i suoi personaggi. Le (non) reazioni ad alcune situazioni, ad esempio, sono quasi allarmanti, così come il cambio repentino di opinioni e/o d'umore.
In tutto questo l'autrice sceglie di accennare vagamente alla profondità e ai retroscena che coinvolgono i tantissimi altri attori che mette in scena (che forse saranno approfonditi nei libri successivi?), per regalarci più di 200 pagine senza grandi colpi di scena né particolari emozioni.

A conclusione di questa recensione, mi sento di dire che Private è una lettura estremamente leggera e che può anche risultare piacevole. Ma credo sia fondamentale sapere a cosa si sta andando in contro prima di scegliere di leggerlo. Perché altrimenti rischia di rivelarsi solo una gran delusione.
Buona lettura!





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