Recensione "Annabelle" by Lina Bengtsdotter
Annabelle è un thriller dall'origine e dal sapore scandinavo, scritto dalla svedese Lina Bengtsdotter. È stato portato in Italia dalla DeA Planeta e conta un totale di 320 pagine.
Nonostante sia un esordio, Annabelle è non solo un bestseller tradotto in venti paesi; ma è stato anche premiato come Miglior Esordio dell'anno dalla giura del Crimetime Specsaver Award, e finalista al premio per il Miglior Romanzo dell'anno in Svezia.
Avere diciassette anni. Rubare un vestito alla mamma per andare a una festa. E poi sparire nel nulla.
Annabelle svanisce così, senza un motivo e in apparenza senza lasciare traccia. La famiglia, gli amici, i vicini: nessuno nella piccola comunità di Gullspång, sprofondata tra le fitte foreste della Svezia, sembra in grado di fornire elementi su quanto accaduto quella notte; e il caso viene affidato agli agenti della Polizia Criminale di Stoccolma, giunti nella cittadina per prendere in mano le indagini.
Per l'agente Charline Lager (per tutti Charlie), però, scoprire chi era Annabelle e cosa le è successo non significa solo affrontare un caso complesso e delicato. Perché un passato come il suo non si cancella. E perché Gullspång, come il freddo lago nero e i suoi segreti, è un posto da cui non si può fuggire.
Annabelle è un thriller un po' particolare. Il suo animo scandinavo si percepisce fin da subito in modi diversi. Da una parte troviamo temi e situazioni tipiche del sottogenere: la gioventù perduta, l'alcol e gli abusi, l'ipocrisia della brava gente... Dall'altra la scrittura dell'autrice riesce a ricreare e a immergere perfettamente il lettore nel clima di Gullspång. Quasi si sente scorrere sulla propria pelle l'acqua fredda del lago nero.
La narrazione segue tre linee distinte, tra passato e presente, con personaggi diversi o che sembrano tali perché mostrati da angolature totalmente differenti. Ma l'aria di mistero avvolge ogni riga.
Cos'è successo ad Annabelle? Chi c'è dietro a tutto questo? Chi sono Rosa e Alice, e cosa hanno a che fare con il resto della storia? Cos'è accaduto nel passato di Charlie?
Queste sono solo alcune delle domande che accompagnano il lettore fin dalle prime pagine. Vengono rispose (quasi) tutte; tutte quelle fondamentali, almeno. Ma di Annabelle, comunque, scopriamo tutto.
Annabelle è il cardine attorno a cui ruota la storia, e allo stesso tempo è totalmente estranea ad alcune delle sue componenti principali. Riesce a essere attrice fondamentale e pretesto laterale allo stesso tempo. Ma Annabelle non è l'unico focus: l'analisi e la scoperta dei singoli (numerosi) personaggi sono le vere protagoniste indiscusse del romanzo.
Annabelle non è uno di quei thriller che scatena l'ansia o la suspance costanti nel lettore. Al contrario dietro alla sua apparente calma, la stessa patina tranquilla che avvolge Gullspång, nasconde terribili verità. Ha un fascino tutto suo che rende ancora più scorrevole la lettura.
Annabelle è uno di quei libri che si divorano in un baleno. E le acque del fiume nero non lasceranno andare più neanche voi.
Buona lettura!
Nonostante sia un esordio, Annabelle è non solo un bestseller tradotto in venti paesi; ma è stato anche premiato come Miglior Esordio dell'anno dalla giura del Crimetime Specsaver Award, e finalista al premio per il Miglior Romanzo dell'anno in Svezia.
Avere diciassette anni. Rubare un vestito alla mamma per andare a una festa. E poi sparire nel nulla.
Annabelle svanisce così, senza un motivo e in apparenza senza lasciare traccia. La famiglia, gli amici, i vicini: nessuno nella piccola comunità di Gullspång, sprofondata tra le fitte foreste della Svezia, sembra in grado di fornire elementi su quanto accaduto quella notte; e il caso viene affidato agli agenti della Polizia Criminale di Stoccolma, giunti nella cittadina per prendere in mano le indagini.
Per l'agente Charline Lager (per tutti Charlie), però, scoprire chi era Annabelle e cosa le è successo non significa solo affrontare un caso complesso e delicato. Perché un passato come il suo non si cancella. E perché Gullspång, come il freddo lago nero e i suoi segreti, è un posto da cui non si può fuggire.
Annabelle è un thriller un po' particolare. Il suo animo scandinavo si percepisce fin da subito in modi diversi. Da una parte troviamo temi e situazioni tipiche del sottogenere: la gioventù perduta, l'alcol e gli abusi, l'ipocrisia della brava gente... Dall'altra la scrittura dell'autrice riesce a ricreare e a immergere perfettamente il lettore nel clima di Gullspång. Quasi si sente scorrere sulla propria pelle l'acqua fredda del lago nero.
La narrazione segue tre linee distinte, tra passato e presente, con personaggi diversi o che sembrano tali perché mostrati da angolature totalmente differenti. Ma l'aria di mistero avvolge ogni riga.
Cos'è successo ad Annabelle? Chi c'è dietro a tutto questo? Chi sono Rosa e Alice, e cosa hanno a che fare con il resto della storia? Cos'è accaduto nel passato di Charlie?
Queste sono solo alcune delle domande che accompagnano il lettore fin dalle prime pagine. Vengono rispose (quasi) tutte; tutte quelle fondamentali, almeno. Ma di Annabelle, comunque, scopriamo tutto.
Annabelle è il cardine attorno a cui ruota la storia, e allo stesso tempo è totalmente estranea ad alcune delle sue componenti principali. Riesce a essere attrice fondamentale e pretesto laterale allo stesso tempo. Ma Annabelle non è l'unico focus: l'analisi e la scoperta dei singoli (numerosi) personaggi sono le vere protagoniste indiscusse del romanzo.
Annabelle non è uno di quei thriller che scatena l'ansia o la suspance costanti nel lettore. Al contrario dietro alla sua apparente calma, la stessa patina tranquilla che avvolge Gullspång, nasconde terribili verità. Ha un fascino tutto suo che rende ancora più scorrevole la lettura.
Annabelle è uno di quei libri che si divorano in un baleno. E le acque del fiume nero non lasceranno andare più neanche voi.
Buona lettura!
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