Recensione "Il Grande Fuoco" by Krysten Ritter
Niente brucia come la verità.
Il Grande Fuoco (in originale: Bonfire) è un thriller di 326 pagine. Pubblicato in America nel 2017, e portato in Italia dalla Sperling & Kupfer lo scorso marzo, è il romanzo d'esordio di Krysten Ritter. La fascetta di copertina la definisce "l'eroina di Breaking Bad", ma non sono solo gli appassionati a ricordare la famosissima attrice anche nei set (tra i tanti) di Jessica Jones, di Blacklist, di Veronica Mars e di Non fidarti della str**** dell'interno 23. Il che, lo ammetto, è il motivo per cui ho preso in mano proprio questo volume tra i centinaia presenti in libreria. E una delle ragioni per cui poi l'ho comprato (oltre alla trama).
Sono trascorsi dieci anni da quando Abby Williams se n'è andata da Barrens, la piccola città di provincia dove è nata e cresciuta. E ce l'ha messa tutta per cancellare ogni traccia delle sue origini. Adesso è un avvocato dalla carriera sfolgorante, si occupa con successo dell'ambiente e vive a Chicago in un appartamento ultramoderno. Ma neanche la sua fragile corazza può proteggerla dal passato.
Quando il nuovo caso che le viene affidato la riporta a Barrens, non è solo la Optimal Plastics a toglierle il sonno. Perché le indagini di Abby sulla scarsa trasparenza dell'industria chimica, che ha dato lavoro all'intera popolazione, fanno riemergere antichi fantasmi. Tra tutti, torna a perseguitarla un mistero irrisolto che non ha mai smesso di angosciarla: la scomparsa di una sua compagna di scuola, Kaycee. Cosa è successo realmente anni prima?
Scavando nella propria memoria e cercando risposte a vecchie domande, Abby si trova invischiata in una pericolosa ragnatela di menzogne e silenzi. Ma la verità è finalmente a portata di mano. Per liberarla una volta per tutte dalle ombre del passato.
Chi ha seguito la vita e la carriera dell'attrice sa bene che nel 2012 Krysten Ritter ha lanciato una propria casa di produzione, la Silent Machine, in collaborazione con l'Universal, con l'obiettivo di portare sullo schermo personaggi femminili interessanti. Credo che anche Abby rientri perfettamente in questo schema.
La protagonista è quella che definiremmo una donna tosta, ma grazie al cielo è priva di tutti gli stereotipi impossibili e rigidi che questa definizione in genere comporta. Abby è forte, determinata e, sotto certi aspetti, sicura. Ma è umana: è fragile, ha i suoi limiti, le sue debolezze, le sue battaglie interiori, le incertezze, le ferite, le indecisioni, gli errori...
Credo che questo sia uno dei motivi per cui il suo personaggio viene apprezzato dal pubblico: Abby è anche debole, e questo non limita il suo essere una tosta. Abbiamo bisogno di messaggi del genere, di eroine forti ma non invincibili, fragili come lo sono tutti gli esseri umani.
Di modelli che possano essere realmente seguiti, e non impossibili e irraggiungibili.
Tutti i (tanti) personaggi, comunque, si rivelano fin da subito un punto di forza del libro. Se ho scelto di concentrarmi solo sulla protagonista è perché non vorrei dilungarmi troppo, ma ognuno meriterebbe un'analisi a parte, tanto è profonda e concisa la loro caratterizzazione.
Altri cavalli di battaglia del romanzo sono sicuramente la trama e lo stile.
La storia è ben strutturata, lineare, capace di srotolarsi senza mai risultare forzata ma, anzi, con naturalezza; approfondita e curata anche negli aspetti più tecnici. Possiede tutti gli elementi per definirsi una buona trama.
La scrittura è più che adeguata, capace di mostrare al meglio tutti gli avvenimenti e le ambientazioni super evocative. Lo stile è fluido, scorrevole, attento e capace di immergere il lettore nel libro, che prende vita intorno a lui, di farlo palpitare per la suspance.
Ci sono molti motivi per cui scegliere di prendere in mano proprio questo romanzo in libreria: dalla fantastica copertina al nome giustamente famoso. Ma se ve ne serve un altro per convincervi ad aprirlo, allora lasciatemi essere chiara e diretta: semplicemente, perché è un bel libro, una buona lettura, un piacevole compagno di viaggio. E, in fondo, di cos'altro abbiamo bisogno?
Buona lettura!
Sono trascorsi dieci anni da quando Abby Williams se n'è andata da Barrens, la piccola città di provincia dove è nata e cresciuta. E ce l'ha messa tutta per cancellare ogni traccia delle sue origini. Adesso è un avvocato dalla carriera sfolgorante, si occupa con successo dell'ambiente e vive a Chicago in un appartamento ultramoderno. Ma neanche la sua fragile corazza può proteggerla dal passato.
Quando il nuovo caso che le viene affidato la riporta a Barrens, non è solo la Optimal Plastics a toglierle il sonno. Perché le indagini di Abby sulla scarsa trasparenza dell'industria chimica, che ha dato lavoro all'intera popolazione, fanno riemergere antichi fantasmi. Tra tutti, torna a perseguitarla un mistero irrisolto che non ha mai smesso di angosciarla: la scomparsa di una sua compagna di scuola, Kaycee. Cosa è successo realmente anni prima?
Scavando nella propria memoria e cercando risposte a vecchie domande, Abby si trova invischiata in una pericolosa ragnatela di menzogne e silenzi. Ma la verità è finalmente a portata di mano. Per liberarla una volta per tutte dalle ombre del passato.
Chi ha seguito la vita e la carriera dell'attrice sa bene che nel 2012 Krysten Ritter ha lanciato una propria casa di produzione, la Silent Machine, in collaborazione con l'Universal, con l'obiettivo di portare sullo schermo personaggi femminili interessanti. Credo che anche Abby rientri perfettamente in questo schema.
La protagonista è quella che definiremmo una donna tosta, ma grazie al cielo è priva di tutti gli stereotipi impossibili e rigidi che questa definizione in genere comporta. Abby è forte, determinata e, sotto certi aspetti, sicura. Ma è umana: è fragile, ha i suoi limiti, le sue debolezze, le sue battaglie interiori, le incertezze, le ferite, le indecisioni, gli errori...
Credo che questo sia uno dei motivi per cui il suo personaggio viene apprezzato dal pubblico: Abby è anche debole, e questo non limita il suo essere una tosta. Abbiamo bisogno di messaggi del genere, di eroine forti ma non invincibili, fragili come lo sono tutti gli esseri umani.
Di modelli che possano essere realmente seguiti, e non impossibili e irraggiungibili.
Tutti i (tanti) personaggi, comunque, si rivelano fin da subito un punto di forza del libro. Se ho scelto di concentrarmi solo sulla protagonista è perché non vorrei dilungarmi troppo, ma ognuno meriterebbe un'analisi a parte, tanto è profonda e concisa la loro caratterizzazione.
Altri cavalli di battaglia del romanzo sono sicuramente la trama e lo stile.
La storia è ben strutturata, lineare, capace di srotolarsi senza mai risultare forzata ma, anzi, con naturalezza; approfondita e curata anche negli aspetti più tecnici. Possiede tutti gli elementi per definirsi una buona trama.
La scrittura è più che adeguata, capace di mostrare al meglio tutti gli avvenimenti e le ambientazioni super evocative. Lo stile è fluido, scorrevole, attento e capace di immergere il lettore nel libro, che prende vita intorno a lui, di farlo palpitare per la suspance.
Ci sono molti motivi per cui scegliere di prendere in mano proprio questo romanzo in libreria: dalla fantastica copertina al nome giustamente famoso. Ma se ve ne serve un altro per convincervi ad aprirlo, allora lasciatemi essere chiara e diretta: semplicemente, perché è un bel libro, una buona lettura, un piacevole compagno di viaggio. E, in fondo, di cos'altro abbiamo bisogno?
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