Un giorno questo dolore ti sarà utile - P. Cameron
Siamo
con gli occhi e i pensieri di James, attraverso le strade di New York, a bere
caffè in cucina quando sua madre arriva prima dal viaggio di nozze e non trova nessun
bicchiere pulito, quando parla con suo padre che le dice che ordinare pennette
al basilico per pranzo non è virile, quando decide che non vuole andare alla
Brown perché tanto per imparare gli baastano i libri, quando va a trovare la
sua Nanette. Siamo con lui per tutto il libro in un modo intimo e vicino, nel flusso
dei suoi pensieri che riflettono, ricordano, e ci trasportano nella storia.
Questo
è un libro molto intenso, gran parte di questa intensità si deve alla narrazione
in prima persona che permette una identificazione e l’instautarsi di un legame
forte tra il lettore e il protagonista. Un personaggio pieno, riflessivo,
contradditorio, incerto, nel pieno di una evoluzione interiore, di un processo
di riconoscimento del proprio io di cui nemmeno lui è cosciente.
James
ama la solitudine, e questo lo porta a vivere in una dimensione di isolamento,
distaccato dal mondo. Sicuramente la situazione famigliare non aiuta, con una
sorella che pensa soltanto a se stessa e una madre il cui terzo matrimonio non
è durato nemmeno quanto il viaggio di nozze.
“in
effetti penso che tutti e tre parliamo più col cane che fra noi”
Anche
i personaggi di contorno sono costruiti bene, ognuno è presentato fin dall’inizio
attraverso la descrizione di dettagli e atteggiamenti significativi in modo che
siano tangibili da subito.
Il
linguaggio è molto riflessivo, ci sono descrizione molto accurate e ricche di
dettagli che contribuiscono a rendere l’atmosfera, come appaiono le cose fra i
pensieri di James. Ci sono pensieri che indagano a fondo la solitudine, la
ricerca della solitudine per questa inesauribile distanza del protagonista con
il mondo che lo circonda. James vive in modo analitico, analizzando ogni cosa e
trovandola inadatta al proprio essere, tanto che crea un divisorio tra sé e il
mondo e vorrebbe restare in disparte, non condividere una parte così intima di sé
come i suoi pensieri che quando vengono detti sembrano perdere il loro ordine
primordiale che avevano quando erano stati concepiti nella sua testa.
Un
libro intenso che smuove le corde più intime dei lettori, eppure qualche
appunto devo farglielo.
Durante
il romanzo vengono aperti numerosi filoni narrativi, in particolare su James,
ovvero: l’identità sessuale cofusa, il rifiuto eccessivo degli altri, un
percorso con una psicoterapeuta, l’incidente con Jhon, il rapporto con il padre,
etc.
È
come se tutti questi snodi narrativi fossero costruiti e portati al culmine, al
punto di tensione, a un passo dalla risoluzione, ma poi abbandonati. Il finale
è svelto, poche pagine e un salto temporale, molto, troppo viene lasciato sottointeso.
Avrei
voluto che durasse ancora per qualche pagina in più.
-Iris-
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