Recensione: Find me in Paris
Recensione: Find me in Paris
Dove c’è un viaggio nel tempo, c’è LIMU. Qui c’è un viaggio
nel tempo, ergo ecco LIMU che recensisce.
Avviso: Contiene spoiler!
Find me in Paris è una nuova serie Disney, uscita in Francia, negli Stati Uniti e in Inghilterra questa estate. Mi ero completamente dimenticata di averla vista quando a sorpresa mi sono ritrovata il trailer, in italiano, su Youtube. In Italia, infatti, è cominciata la settimana scorsa e probabilmente avrà cadenza di un episodio a settimana? Non ne ho idea.
Comunque sia la serie. Ancora una volta la Disney sceglie di
mettere a protagonista della storia una principessa e sino a qui la novità non
c’è. La suddetta principessa, Lena, è una ballerina all’Opera di Parigi, e
sogna un futuro sul palco, il problema è che ha dei doveri reali. Grazie a una
collana regalatale da Henri, il suo ragazzo, finisce però per viaggiare nel
tempo. Dal 1905 arriva al 2018, alla scuola di balletto dell’Opera di Parigi. E
qui partono le peggio tresche.
Henri, levati di torno proprio, viene completamente oscurato
da Max, il più bravo ballerino della scuola. Peccato sia, ovviamente,
fidanzato, con Thea la vera cattiva della situazione. Un punto a favore va alla
Disney dato che credo sia la prima volta che inserisce in una serie per un
simile target – basso – un personaggio omosessuale. Il problema è l’evoluzione
di questa cotta, come viene definita. Ho capito che non devo aspettarmi una
cosa alla Sense 8, ma la faccenda è appena accennata in un episodio, per poi
venir dimenticata e comparire in un altro, mettendosi a tacere troppo
velocemente, grazie a un balletto… bellissimo, tra l’altro, ma avrei voluto un approfondimento,
vedere tipo Jeff starci un attimo male per la situazione. Se il ragazzo di cui
sei innamorato sta insieme ad una ragazza, o a comunque ha occhi solo per lei, non
penso sia proprio una situazione che ti trasmette tutto il tempo allegria o
sorrisi.
Comunque, Lena finisce per trovarsi bene nel 2018 e ad
abituarsi alla tecnologia, i diversi cibi e soprattutto a farsi degli amici,
tra cui Ines, che diventa la sua compagna di stanza e la prima a conoscere il
suo segreto. Un’altra cosa su cui avrei
voluto che la Disney meglio si soffermasse, è l’evoluzione della danza. In
teoria si può guardare, per tale aspetto, a Find me in Paris, a una sorta di
Step up, dove Lena incarna il balletto classico, mentre i suoi compagni del
futuro le insegnano l’hip hop e altre danze più moderne. Solo che Lena, che
risulta essere la migliore quando si tratta di ballare sulle punte, dovrebbe
apprendere anche i canoni più “moderni” della musica classica. Da un certo
punto di vista lo fa, dato che non ha nessuna esperienza, o così pare, con i
sollevamenti, ma sembra che la sua inesperienza maggiormente derivi dai
differenti costumi del 1900 nei riguardi dei ragazzi.
Forse diverrebbe troppo noioso, ma il secolo in cui
vive/viveva Lena è ricco di rivoluzioni, per quanto riguarda il mondo della
danza. Fatto sta che impara l’hip hop, bene. Essendo un talento naturale vi
impiega anche poco, ed entra pure a far parte di una crew segreta, il cui capo altro
non è che Max. Ottimo.
Max e Lena fanno penare il pubblico come coppia. Si
innamorano abbastanza in fretta, per non dire che è una sorta di colpo di
fulmine, ma tra Thea e l’amore del passato, Henri, ce ne sono di cotte e di
crude prima che si giunga a qualcosa e si resti del tutto interdetti a fine
stagione, ma per fortuna stanno già girando la seconda.
Le vere situazioni noiose sono quelle con Henri e i
cacciatori del tempo. Il primo infatti cerca disperatamente di riportare Lena
nel passato, dato che era all'oscuro del potere della collana regalatole, ma è braccato da
sto trio di ragazzi, tre scemi del villaggio, che non riescono a farne mezza
giusta. Alla fine però questi spezzoni risultano, appunto, noiosi. Allungano
solo il brodo, creando anche dei buchi di trama a gli spettatori più attenti e nulla di più, così come i malintesi alla scuola di Lena.
Se vi è quindi qualcosa di originale e divertente, vi è
anche tanto di scontato e già visto. Non mi sarebbe dispiaciuto vedere una
ragazza del presente andare nel passato e con la propria conoscenza
del
balletto, aprire gli occhi alle persone di quel tempo su come la danza classica
sarebbe di lì a poco evoluta, innamorarsi etc. Non che sia impossibile vedere
qualcosa di simile, comunque, dato il finale.
Immagino sia una buona serie, comunque, per chi ha 9 – 10
anni, anche se per certi versi mi dà l’idea che la Disney tentasse di reclutare
nel suo target anche gente più grande. Con me in parte c’è riuscita, ma solo perché
ho saltato le tappe dell’adolescenza, finendo solo adesso per avere Disney
Channel o così mi racconto. Bah.
Bravo, concordo sulla noia degli spezzoni con henry
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