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Recensione: The Neon Demon

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"Well I think, that if she wasn’t beautiful, you wouldn’t have even stopped to look."
                                                                                                        -Roberto Sarno

 Trama: 

Jesse è una sedicenne con un sogno nel cassetto: diventare una modella. Non sente di essere particolarmente profonda, né di avere un qualche talento nascosto; però è certa di essere bellissima. La attraente innocenza attirerà le gelosie delle altre modelle, che la temono e l'ammirano allo stesso tempo.

Recensione:

The Neon Demon
è un film del 2016 scritto, prodotto e diretto da Nicolas Winding Refn, regista spesso riconosciuto più per Drive e Solo Dio perdona, entrambi con protagonista Ryan Gosling.
L'ultima fatica di Refn non è stata un successo al botteghino: costato 7 milioni di dollari, ne ha guadagnati solo 3,4 milioni. A mio parere, il motivo sta nel fatto che la maggior parte delle persone non lo ha capito e per questo tendono a sconsigliarlo agli amici o ai parenti. Se lo avete visto e state cercando risposte alle vostre domande, siete nel posto giusto. Stavolta, infatti, non mi limiterò a dire "Bello/brutto perché blabla". Ho deciso di dare una mia umilissima interpretazione, senza professarmi esperta o inattaccabile. I vostri commenti qui sotto sono ben accetti, se non la pensate come me  potete argomentare con rispetto ed educazione.
Ah, mi sembra giusto avvisarvi che stavolta ci saranno degli spoiler. Non posso spiegare un film senza raccontarlo, perciò se non lo avete visto vi sconsiglio di continuare a leggere.

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Prima di tutto: qual è il messaggio di The Neon Demon?
Può sembrare banale, ma è una palese critica alla società intesa come un insieme di individui. In realtà, questo concetto non è così scontato come può sembrare. Spesso, perfino alcuni intellettuali dimenticano di essere la società. Siamo noi che abbiamo potere su di essa, non è vero che è un freddo meccanismo che si diverte alle spalle della gente. Noi creiamo regole, creiamo confini e siamo responsabili delle falle che si vengono a creare. Soprattutto, ognuno è libero di scegliere se fare la rivoluzione o meno.
Approfondiamo il tipo di critica mossa da Refn.
Abbiamo questa bella ragazza, Jesse -Elle Fanning-, che vuole fare la modella. La domanda che mi sono posta è: perché? Non è un giudizio, ognuno ha passioni e sogni diversi; però una matrice deve pur esserci. Infatti, c'è. A Jesse viene sempre fatto un solo complimento: è bellissima. Punto. Noi stessi, come spettatori, conosciamo Jesse principalmente per questo aspetto. Non sappiamo quale possa essere il suo colore preferito -gli occhi più esperti avranno notato che viene quasi sempre vestita di chiaro per avvicinarla a quell'ideale di donna quasi dantesco-, quali siano i suoi gusti in fatto di intrattenimento o cosa le sia successo in passato. Jesse è bella... ed è solo questo che importa, anche per lei. Jesse è superficiale? No, cari. Jesse sa quello che fa e vuole farlo. Non è una preda. Indifeso, semmai, è chi la sottovaluta. Che di fondo ci sia una leggera mancanza di autostima siamo tutti d'accordo, anche perché Jesse stessa afferma di non avere alcun talento.

I can’t sing, I can’t dance, I can’t write, no real talent. But I’m pretty, and I can make money off pretty.

Ma è davvero così? Io ho colto vari indizi tramite alcune affermazioni della protagonista, traendo la conclusione che Jesse sa di essere bella perché è quello che percepisce. Nessuno l'ha mai spinta a fare altro, a dimostrare qualcosa o a impegnarsi... e tutto ciò in virtù della suo aspetto. In parole povere: Jesse vuole fare la modella, ma solo perché fin da piccola le hanno involontariamente tracciato questa strada. Lei, come tante ragazze nel mondo, non è totalmente consapevole del condizionamento che ha subito e che continua a subire. A proposito Sarah, una delle modelle, le dirà:

People see you, they notice. Do you know how lucky you are? I’m a ghost.

L' apparente disinteresse di Jesse nel migliorarsi come essere umano non è altro che il risultato di una società  che la vuole così; allo stesso tempo, a lei va bene. Di questo, però, ne riparleremo tra poco.
Inizialmente, Jesse sembra innocente. Lo è, ma perde pian piano questa innocenza quando il suo demone interiore, il narcisismo, viene nutrito dai complimenti estasiati di fotografi e stilisti -da qui "Neon Demon", tra l'altro rappresentato in una scena con, appunto, dei neon-. Arriveremo al punto in cui Jesse comprenderà appieno le regole di quel mondo, regole che, ripeto, le stanno bene.
Riportiamo qui un dialogo preso dal film:

Roberto Sarno: True beauty is the highest currency we have. Without it, she would be nothing.
Dean: I think you’re wrong.
Roberto Sarno: Excuse me?
Dean: I said, I think you’re wrong.
Roberto Sarno: So are you gonna tell me that it’s what’s inside that counts?
Dean: Yeah, that’s exactly what I think.
Roberto Sarno: Well I think, that if she wasn’t beautiful, you wouldn’t have even stopped to look.


Non preoccupatevi, se non sapete l'inglese vi spiego cosa si sono detti Dean e Roberto. In pratica, il primo sostiene che è più importante ciò che siamo, non come appariamo. Roberto lo contesta e tenta di farlo riflettere: "Se lei non fosse bella, ti interesserebbe?" -non è la traduzione letterale, ma il concetto corrisponde-. Dean, infastidito, se ne andrà dal bar. Jesse discuterà con lui, gli dirà addirittura le seguenti parole: 

I don’t want to be like them. They want to be like me.

Vedete? Adesso lei sa, ma le va bene perché in questa società superficiale è una novità, sta in cima alla catena alimentare. Insomma, il boss è Jesse.
Adesso, però, avviciniamoci al finale.

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Sì, tremiamo un po' tutti quando dobbiamo parlare dell'ultima parte di The Neon Demon perché è molto cruda.
Comunque, la rossa accanto a Jesse è Ruby. Chi è Ruby? Una truccatrice, sia di modelle che di defunti, che desidera carnalmente Jesse -no, scusatemi, il mio Femminismo mi impedisce di chiamare "amore" i sentimenti che una pedofila prova nei confronti di uno/a minorenne che tenta di violentare-.
Quando Jesse si rifugia in casa di Ruby, quest'ultima prova subito a farsela. Malgrado il rifiuto della ragazzina, Ruby continua a toccarla e prova a penetrarla con le dita, ma Jesse trova la forza di reagire e la spinge via.
Cosa avviene, a questo punto?
Mi tocca proprio dirlo?
Sì, mi tocca.
Ruby abusa di un cadavere che assomiglia vagamente a Jesse. Io ho trovato questa scena di cattivo gusto, però ho tentato comunque di dare un'interpretazione, sempre umilissima come le precedenti. La verità è, a mio parere, più semplice di quel che crediamo: Ruby vuole abusare di qualcuno e per questo potrebbe essere un riferimento alla cultura dello stupro, molto presente nell'immaginario comune e nelle pubblicità. Non dovesse essere così, non saprei proprio commentare quella scena. Tuttavia, ricordatevi che il film esaspera tutto quel che vuole trasmettere, perciò la si può considerare una peculiarità narrativa.
Comunque, Ruby si vendicherà e lo farà con l'aiuto di Sarah e Gigi. Insieme, uccideranno e mangeranno Jesse.
  

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Questo cliffhanger mi ha fatto pensare a ciò che disse una volta Montaigne sul cannibalismo: è vero che i cannibali mangiano le persone, ma noi siamo migliori di loro? Non è forse vero che anche noi mangiamo moralmente le persone, con i nostri giudizi e le nostre critiche?
Io, però, aggiungo una riflessione: non è forse vero che certi giudizi, quelli più meschini e infantili, non sono altro che una maschera che la nostra invidia indossa?
L'esempio più immediato che mi viene in mente: Chiara Ferragni e le mamme pancine.
"Ma che indossi? Sei madre, non puoi!".
Analizziamo per un secondo chi insulta: una modella? No. Una manager? No. Un'attrice? No. Una regista? No.
Di solito, chi fa questo genere di cose ha poca istruzione ed è invidioso di ciò che non può.
Parliamoci chiaro, gente: foste Chiara Ferragni come vivreste?
Le possibili risposte sono due. O mentite a voi stessi, o siete sinceri.
Tornando al film, Jesse viene mangiata perché, malgrado il disprezzo, vogliono essere tutte come lei.  Desiderano la sua bellezza, la sua fama, la sua gloria. Con il nutrirsene sperano di essere migliori di quel che sono e di quel che è la loro nemica.

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Ecco il finale: Gigi e Ruby muoiono perché non riescono a contenere Jesse. In qualche modo la espellano perché è troppo per loro. Al contrario, Sarah rimane in vita. Quando Gigi vomita un occhio, Sarah lo inghiotte. Tra un conato e l'altro, noi ci domandiamo il perché.
Perché Gigi vomita proprio l'occhio e non un dito?
A mio parere, potrebbe essere legato alla tipica frase "L'occhio è lo specchio dell'anima", indicando così che Gigi non è riuscita a tenere in sé l'essenza di Jesse.
Perché Sarah lo mangia?
Perché in lei c'è davvero una bassissima stima di sé. Non è mai sufficiente quel che fa, perciò è meglio avere quanto più aiuto possibile. La vediamo piangere perché c'è della sofferenza in tutto ciò, il non bastarsi la sta letteralmente trascinando nel baratro, da cui non potrà mai fuggire.

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Mi è piaciuto?
Sì. Mi ha preso, è stato un film impegnato e impegnativo e per questo merita del riconoscimento.




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