Recensione: Mirai - la ragazza del futuro
Avete presente la bellissima rassegna di film d'animazioni che anche quest'anno la Nexo Digital è riuscita a portare in Italia?
Il primo titolo era Mirai - la ragazza del futuro.
é uscito quasi un mese fa, quindi sì, so di essere un pò in ritardo, ma mi è venuto in mente di recensirlo solo adesso che sta per uscire al cinema il prossimo film.
La pellicola porta sul grande schermo una famiglia. Abitano in una casa alquanto bislacca, dovuto al fatto che il padre è un architetto. é piena di scale, cosa non proprio buona per dei bambini, e al centro della struttura vi è un giardino con una quercia.
La coppia ci viene presentata quando porta finalmente a casa il secondo nascituro, Mirai. Kun, il primogenito di quattro anni, non prende per nulla bene l'arrivo in casa della sorellina. Affetto e attenzioni non sembrano più esser a lui dovuti, che innesca una serie di pianti e capricci.
E fin qui la maggior parte dei bambini con dei fratelli può in qualche modo vedersi nei panni di Kun. Un pò lasciato a se stesso e decisamente più solo di prima, Kun scopre che il suo giardino, o meglio la sua quercia è magica.
Hmmm bè non che non mi aspettassi un elemento magico o quanto meno fantasy, in fondo questo regista si era già occupato di: The boy and the beast (su Netflix, bellissimo), Wolf Children (stupendo) e Summer Wars (interessante e divertente), ma di tutti questo film è quello che ho trovato meno bello e dove un simile elemento era meno necessario.
La trama sembra non sapere bene dove andare a parare. All'inizio sembra una storia di crescita, con Kun che deve riuscire a trovare un nuovo equilibrio nel suo mondo, scompigliato dall'arrivo di Mirai. Poi arriva l'elemento fantastico, che non sono del tutto riuscita ad apprezzare, in quanto poco occorre alla narrazione e non riesce a creare un mood, dato che che varia sempre.
Mirai poi, che dovrebbe essere un pò l'elemento che tiene tutto unito, non si vede, secondo me, quanto si dovrebbe. Non la conosciamo, va bene che il protagonista è Kun e che Mirai può anche rappresentare il futuro in senso generico, ma queste mi paiono tutte motivazioni per chiudere un occhio dinanzi alla mancanza caratteriale della ragazza.
Sono uscita scontenta dal cinema anche per altri fattori a dire il vero. Oltre alla storia, l'animazione mi sembrava più scarna del solito. Sarà che neppure due giorni prima della proiezione, mi ero ritrovata a vedere Mary e il fiore della strega, ma accidenti se vi era un abisso.
Oltre alle aspettative sul suddetto regista, altissime, vi erano anche quelle date dal trailer. Sembrava dovessi andare a vedere tutto un altro film, tanto da lasciarmi più volte interdetta.
E non dimentichiamoci le lacrime! Non dico che ormai ogni volta che vado a vedere un film giapponese mi aspetto di uscire dalla sala nei peggio stati, con i Kleenex sotto braccio e gli occhi da pesce rosso, ma questo film mi ha lasciato del tutto indifferente. Non mi ha coinvolto a tal punto da ridere o piangere, o insomma provare qualcosa che non fosse fastidio verso i genitori di Kun, che lasciano il figlio, che ricordo avere solo quattro anni, del tutto in balia di se stesso.
Infine, quindi, se volete vedere un film d'animazione, guardatene un altro. Ho apprezzato molto di più i film citati rispetto a questo.
Aspetto però con ansia i prossimi due film della rassegna Nexo: Pinguin Highway (che mi ricorda un pò Tokyo Esp e ancora una volta non ho ben capito di cosa tratti) e Voglio mangiare il tuo pancreas (film sponsorizzato ovunque al Lucca Comics, che promette lacrime e soprattutto di essere il nuovo Your Name dell'anno).
Maggiori info QUI.
Alla prossima,
Il primo titolo era Mirai - la ragazza del futuro.
é uscito quasi un mese fa, quindi sì, so di essere un pò in ritardo, ma mi è venuto in mente di recensirlo solo adesso che sta per uscire al cinema il prossimo film.
La pellicola porta sul grande schermo una famiglia. Abitano in una casa alquanto bislacca, dovuto al fatto che il padre è un architetto. é piena di scale, cosa non proprio buona per dei bambini, e al centro della struttura vi è un giardino con una quercia.
La coppia ci viene presentata quando porta finalmente a casa il secondo nascituro, Mirai. Kun, il primogenito di quattro anni, non prende per nulla bene l'arrivo in casa della sorellina. Affetto e attenzioni non sembrano più esser a lui dovuti, che innesca una serie di pianti e capricci.
E fin qui la maggior parte dei bambini con dei fratelli può in qualche modo vedersi nei panni di Kun. Un pò lasciato a se stesso e decisamente più solo di prima, Kun scopre che il suo giardino, o meglio la sua quercia è magica.
Hmmm bè non che non mi aspettassi un elemento magico o quanto meno fantasy, in fondo questo regista si era già occupato di: The boy and the beast (su Netflix, bellissimo), Wolf Children (stupendo) e Summer Wars (interessante e divertente), ma di tutti questo film è quello che ho trovato meno bello e dove un simile elemento era meno necessario.
La trama sembra non sapere bene dove andare a parare. All'inizio sembra una storia di crescita, con Kun che deve riuscire a trovare un nuovo equilibrio nel suo mondo, scompigliato dall'arrivo di Mirai. Poi arriva l'elemento fantastico, che non sono del tutto riuscita ad apprezzare, in quanto poco occorre alla narrazione e non riesce a creare un mood, dato che che varia sempre.
Mirai poi, che dovrebbe essere un pò l'elemento che tiene tutto unito, non si vede, secondo me, quanto si dovrebbe. Non la conosciamo, va bene che il protagonista è Kun e che Mirai può anche rappresentare il futuro in senso generico, ma queste mi paiono tutte motivazioni per chiudere un occhio dinanzi alla mancanza caratteriale della ragazza.
Sono uscita scontenta dal cinema anche per altri fattori a dire il vero. Oltre alla storia, l'animazione mi sembrava più scarna del solito. Sarà che neppure due giorni prima della proiezione, mi ero ritrovata a vedere Mary e il fiore della strega, ma accidenti se vi era un abisso.
Oltre alle aspettative sul suddetto regista, altissime, vi erano anche quelle date dal trailer. Sembrava dovessi andare a vedere tutto un altro film, tanto da lasciarmi più volte interdetta.
E non dimentichiamoci le lacrime! Non dico che ormai ogni volta che vado a vedere un film giapponese mi aspetto di uscire dalla sala nei peggio stati, con i Kleenex sotto braccio e gli occhi da pesce rosso, ma questo film mi ha lasciato del tutto indifferente. Non mi ha coinvolto a tal punto da ridere o piangere, o insomma provare qualcosa che non fosse fastidio verso i genitori di Kun, che lasciano il figlio, che ricordo avere solo quattro anni, del tutto in balia di se stesso.
Infine, quindi, se volete vedere un film d'animazione, guardatene un altro. Ho apprezzato molto di più i film citati rispetto a questo.
Aspetto però con ansia i prossimi due film della rassegna Nexo: Pinguin Highway (che mi ricorda un pò Tokyo Esp e ancora una volta non ho ben capito di cosa tratti) e Voglio mangiare il tuo pancreas (film sponsorizzato ovunque al Lucca Comics, che promette lacrime e soprattutto di essere il nuovo Your Name dell'anno).
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Alla prossima,
Ciao! Mi piacerebbe essere più esperta di film di animazione...purtroppo mi fermo ai classici. Credo che ci sia molto da scoprire tra gli anime...
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