Recensione: Tredici, Stagione 2 - Serie Originale Netflix

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"I don't blame Hannah for anything. That's how it is for girls. People judge you for the way you look and the things they hear about you. They put a label on you." 
                                                                                                           -Jessica

Trama:  

Clay Jensen non smette di pensare ad Hannah Baker. Dice di stare meglio, ma non è così. La morte della ragazza lo ferisce ancora. Anche la sua fidanzata Skye non riesce a distrarlo dalla costante paura di vedere scomparire le persone a lui più care. Una scoperta, in particolare, lo farà entrare nuovamente nella storia di Hannah: una polaroid in cui Bryce stupra un'altra ragazza. Hannah non era l'unica. 

Recensione:
Fermi tutti. Che diamine è successo? Cosa volevano fare? Cosa volevano dimostrare? Non gli bastavano i soldi già guadagnati?
No, no, no. Andiamo con ordine.
Nella scorsa recensione vi ho parlato solo della prima stagione per una ragione: quella è ufficialmente l'adattamento del libro di Jay Asher. Questa seconda stagione, se vogliamo, è un po' come quella serie di Drangon Ball talmente brutta che tutt'ora non è considerata parte della storia "ufficiale". Ecco, questa roba qui, qualsiasi cosa sia, non è Tredici. Non lo è perché qui prendono le cose dette precedentemente e le cambiano. Improvvisamente, Hannah fa e dice cose nemmeno menzionate nelle cassette. Alcuni dei fatti che riportano in tribunale sono così gravi che, a mio parere, potevano essere benissimo cause di suicidio in una ragazzina turbata come lei. E se già nella prima stagione c'era un po' di irrealismo, qua siamo proprio in un altro universo!
La regia è peggiorata e la sceneggiatura fa così schifo da sembrare uno dei miei temi della quinta elementare. Forse l'unica cosa buona che hanno scritto è il personaggio di Bryce, che rimane coerente ed efficace come villain. Il peggiore, invece, è Olivia Baker, la madre di Hannah. No, seriamente, come si può sopportare una persona del genere? Lei è la stessa che consigliava alla figlia di togliersi il trucco perché la faceva sembrare una puttana. A parte che insegnare alla ragazze a denigrare le donne con appellativi sessisti è già un errore, poi dici una cosa del genere proprio alla persona che tu stessa hai generato... e, in tutto questo, hai pure la faccia tosta di accusare la scuola quando la prima bulla, la prima che non si era accorta di nulla, sei tu!
Ora, sul fatto della denuncia alla scuola voglio specificare una cosa: per me è un nì, nel senso che la scuola è parzialmente colpevole perché certe cose giravano e si sapevano; però i professori e il preside, che qui vengono rappresentati manco fossero parte di un clan mafioso, non possono essere ovunque. Non possono impedire che uno studente, fuori dalla scuola, faccia una foto o compia atti disgustosi. Qui i veri colpevoli sono i genitori e quelle scimmie che loro chiamano figli. Sulla questione "Hannah aveva provato a esprimere il suo disagio", vi rivelo una cosa: l'adolescenza è una fase difficilissima, piena di insicurezze sia sul fisico che sul proprio carattere. Vi assicuro che è davvero difficile capire chi ha sinceramente un disagio interiore. I messaggi di Hannah non erano nemmeno così chiari nella prima stagione, l'unico che ha davvero sbagliato è lo psicologo della scuola, stop. Gli altri non potevano saperlo.
Clay, qui, diventa il nice guy per eccellenza... e non perché sia effettivamente nice. Io mi riferisco proprio a quella tipologia di ragazzi disgustosi che sentono di meritarsela solamente perché sono stati gentili una o due volte. Del resto, con due genitori che non gli chiedono nemmeno come si sia fatto del male quando torna a casa con la testa sanguinante, cosa poteva venire fuori?
Questa seconda stagione è un disastro: prevedibile e colma di finto femminismo.
Se guarderò la terza stagione? Non so, non credo. Se lo farò, vi aggiornerò.
In ogni caso, se vi serve aiuto e non sapete a chi chiedere vi ricordo che potete cliccare qui:   https://13reasonswhy.info/?country=31





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