Recensione "Lacrime di fata" by Carlotta Vanni

La Radura delle Fate è un mondo incantato, parallelo a quello degli umani, dove vivono creature magiche. Le fate possiedono una sfera che permette loro di scrutare la Terra e gli uomini che la dominano. Sceglierne uno, diventare donne e sposare il proprio prescelto è il destino e il desiderio più forte di ogni fata. Per tutte tranne che per Violet, una giovane ribelle che preferisce la sua meravigliosa e insostituibile Radura.
La sua curiosità la conduce al suo destino: incontrare il drago Deacon, animale terribile al quale le è proibito anche solo parlare. Ma i due si innamorano e a causa di un'antica maledizione la Dea Titania è costretta a punirli, cacciandoli sulla Terra e privandoli di ogni ricordo.
E come se già tutto questo non fosse abbastanza, Violet scoprirà presto e a sue spese la leggenda secondo cui ogni drago esiliato potrà redimersi e tornare a casa solo uccidendo una fata caduta dalla Radura.

Ho comprato la mia copia di Lacrime di fata, e ho desiderato impaziente di leggerla per ben due anni, perché fin dalla sua uscita ne sono stata super incuriosita dalla trama e attratta dalla copertina. Perciò sì, mi ero creata alcune aspettative su questo romanzo urban fantasy - romance (mannaggia a me!).

Sono molto combattuta nel dare un giudizio al libro. Perché lo ammetto: la trama non mi ha affatto delusa, anzi, si è dimostrata perfettamente in linea con quel che mi aspettavo, ed è chiaro che l'intuizione e l'idea di base siano più che buone. Il problema è il suo svolgimento. E la scrittura.
Forse 194 pagine sono troppo poche per trattare tutto con i giusti tempi e spazi. Forse Lacrime di fata aveva bisogno di un ulteriore editing e correzione di bozze (dispiace trovare alcuni errori nel testo) prima di mandarlo alle stampe. Forse è solo perché l'autrice, all'epoca poco più di un'esordiente, non aveva ancora avuto modo di raggiungere una certa maturità scrittoria. Ma anche se dispiace non si possono non notare alcune carenze nel testo.

Il problema principale è la fretta eccessiva che permea tutta la storia. Ogni cosa accade troppo velocemente: i cambiamenti, le svolte, le emozioni, gli incontri, l'evolversi dei sentimenti e dei rapporti... Basti pensare che solo nelle prime 30 pagine ci vengono presentati la Radura, i personaggi principali, l'incontro tra Violet e Deacon e, due righe dopo, il loro innamoramento e l'esilio. I tempi sono così accelerati che non solo il lettore non ha fisicamente il tempo né l'occasione per capire, cogliere e gustare ciò che (s)corre sotto i suoi occhi; ma comportamenti, ragionamenti, azioni ed emozioni sono così repentini da risultare illogici e insensati.
Il che ci porta a un altro problema del libro: la superficialità. Proprio per la fretta e il poco spazio e tempo a disposizione, il romanzo non ha la possibilità di approfondire nessuno dei suoi aspetti (personaggi, avvenimenti, temi, rapporti, pensieri...), che di riflesso appaiono, di fatto, superficiali. Ed è davvero un gran peccato.

Lacrime di fata è una buona storia, una buona intuizione e un'idea affascinante, ma purtroppo non ha trovato un modo degno e altrettanto valido per esprimersi e svilupparsi; e questo è proprio un gran peccato e un dispiacere. E se già in questo modo è in grado di dare qualcosa ai suoi lettori, come non chiedersi quali vette sarebbe riuscito a raggiungere al massimo della sua forma?
Buona lettura!






Commenti

Post popolari in questo blog

In piedi, Signori, davanti ad una Donna (William Shakespeare)