Recensione Il Bambino di Auschwitz - Suzy Zail

TRAMA:

Alexander è ancora praticamente un bambino quando le truppe naziste trovan lui, sua madre e sua sorella e li portano nel campo di concentramento di Birkenau. Le giornate per Alexander scorrono faticose ed in prigionia, soffrendo fame e sete, con una routine incessante e con il costante timore di venir punito anche per motivazioni futili. Tutto questo finisce quando un mattino ai detenuti viene chiesto di farsi avanti nel caso si abbia esperienza con i cavalli. Cresciuto in una fattoria e desideroso di tornare nel suo elemento, Alexander si propone.



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Album in riproduzione: Buongiorno L.A. - Raige [2014]

Per la rubrica "recensioni al buio" quest'oggi andrò a recensire "Il Bambino di Auschwitz" di Suzy Zail. Premetto che questo non è il mio genere, ho voluto però provare qualcosa di nuovo, fare un tentativo in un campo ancora inesplorato per me. Per quanto il libro in sé abbia poche pagine (secondo ovviamente i miei standard), la lettura è estremamente interessante al punto da far quasi venire il desiderio che non finisca troppo in fretta, anche se questo significa prolungare le sofferenze del povero protagonista. Peccato che la dicitura sulla copertina "il commovente tentativo di restare bambini nell'inferno di un campo di concentramento" sia piuttosto errata e tragga in inganno. Alexander non tenta di rimanere bambino, anzi. Alexander prova con tutto sé stesso ad essere più adulto ed a sembrarlo in qualsiasi modo anche agli occhi dei nazisti, dei compagni di sventura e di chiunque, contraffacendo anche la sua stessa età pur di rimanere in quel campo, schivando le amicizie che qualsiasi adolescente vorrebbe stringere pur di evitarsi altra sofferenza, pur di evitare di risvegliarsi un giorno e scoprire che è rimasto nuovamente solo. Il tema generale viene trattato in maniera schietta ma mai troppo cruenta, riuscendo quindi a stare in equilibrio tra la realtà dei fatti e la sensibilità di chiunque voglia leggerlo. La narrazione è inoltre tutta in terza persona ma in nessun momento si può dire che non si capisca perfettamente che cosa sente Alexander, che cosa immagina o addirittura che cosa sta escogitando. Suzy Zail riesce a rendere i timori del protagonista i propri, le gioie del protagonista le proprie, descrivendo sempre accuratamente gli avvenimenti arricchendoli di dettagli che a primo avviso sembrano insignificanti ma che per gli amanti della lettura diventano preziosissimi per riuscire ad immedesimarsi appieno, inserendo sempre le emozioni per non trascurare niente. Non è poi da sottovalutare la presenza di Isidor, una sorta di co-protagonista che con la propria insistenza continua a tener d'occhio Alexander, aiutandolo a sopravvivere anche quando le cose sembrano mettersi davvero male, aiutandolo a sfogarsi soprattutto e a dar vita a Flashback strepitosi nei quali si possono scorgere momenti della vita di Alexander prima di Birkenau ed Auschwitz, chiarendo sempre di più la sua storia ma senza mai raggiungere la sensazione di sapere ormai tutto, lasciando sempre uno spiraglio che nel Flashback successivo viene chiarito. Tutto questo fino al finale frettoloso, com'è giusto che sia, rendendo questo libro un capolavoro. In sostanza, credo proprio che questo sia uno di quei libri che fermerò nella mia collezione invece di rigirare in un futuro scambio al buio. Un libro eccellente, consigliatissimo sia per gli amanti del genere, sia per chi non ha mai letto nulla di questo tipo.

~Newt


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