Recensione doppia: "Il Circo dell'Invisibile" by Camilla Morgan Davis
Sinossi
Clio è una ragazza di quindici anni, da un anno è scappata dalla sua famiglia e vive a Edimburgo in un vecchio spaccio del pesce ormai abbandonato. Trova nel misterioso Circo dell'Invisibile la possibilità di cambiare nuovamente la sua vita, trasformandosi nella Ballerina Sirena. Clio crede di vivere in un sogno che oscilla fra i duri allenamenti, emozionanti spettacoli, strane amicizie e un dolce amore, ma il sogno nasconde una faccia oscura. Quali misteri si celano sotto i tendoni dorati e turchesi che ha imparato a considerare la sua casa? Clio poverà a scoprirlo sfidando la meraviglia con l'inganno dei suoi stessi desideri.
Recensione - moony
Il circo è immaginazione. L'immaginazione è la radice del circo. È come il nocciolo di una pesca appena colta dall'albero. Il circo immagina un sogno dietro l'altro. Quei sogni sotto la cupola dei tendoni diventano reali, forse per pochi attimi, ma quando il pubblico li vede, li percepisce come tali: sogni reali che hanno preso forma. Sogni bellissimi che lasciano a bocca aperta. Così scrive Camilla Morgan Davis. Se devo essere sincera, a me non sono mai piaciuti particolarmente i circhi. Niente di personale, solo che li sentivo totalmente estranei, una forma d'arte che non mi apparteneva. Diverso è invece per Clio, la giovanissima protagonista del romanzo. Lei, con i racconti fantastici sul circo, ci è cresciuta, tanto da iniziare ad amarlo e a considerarlo un posto caldo, familiare. Ma poi la nonna Odette, che l'ha accudita fin da piccolissima, muore lasciando la nipotina quindicenne ai genitori che non hanno intenzione di prendersi cura di lei; e così Clio scappa di casa, finendo a chiedere l'elemosina per le strade di Edimburgo. Lei ancora non lo sa, ma entrerà presto a far parte del Circo dell'Invisibile.
La prima cosa che colpisce di questo romanzo è sicuramente la copertina. Con tutti gli elementi che la compongono, definirla bella sembra quasi riduttiva. La seconda è decisamente lo stile con cui il libro è scritto. Fin da subito viene detto al lettore che il circo non è fatto d'altro che da illusioni, sogni e fantasie. In esso hanno origine e in esso vivono. Il gioco realtà/immaginazione, perciò, occupa un ruolo fondamentale nella vicenda, tanto che l'intero romanzo ruota proprio intorno a questo. È presente negli occhi e nella mente di Clio, nella voce della narratrice (che coincide con la protagonista) e nella penna dell'autrice. Non è per niente facile costruire tutto un libro su esso, usare uno stile del genere, e mantenere l'impalcatura stabile e solida fino alla fine, per ognuna delle 228 pagine. L'esserci riuscita è certamente motivo di lode per Camilla Morgan Davis. Eppure anche Il Circo dell'Invisibile ha i suoi lati negativi. La vicenda principale, l'oscuro mistero che si nasconde dietro a e offusca la luminosa meraviglia del circo, è trattata molto bene, con attenzione e l'immancabile fantasia. Se però l'autrice riesce a tenere tesi i fili dei personaggi e delle trame principali con soluzioni decisamente originali, ne paga poi il prezzo accusando cali di tensione in tutto ciò che è secondario, portando in scena attori che hanno un ché di stereotipato e vicende con sviluppi un po' troppo frettolosi. La storia tra Clio e Maicol, ad esempio, non sarà certamente fondamentale, ma avrei apprezzato se fosse stata trattata con la giusta calma, piuttosto che mostrata con una velocità che lascia eccessivi sottointesi. Anche la soluzione del mistero, il faccia a faccia finale verso cui viene orientato il romanzo è, a mio avviso, scritta con troppa fretta, che rende più ostico sbrogliare la matassa.
Mi è piaciuto molto, invece, come è stato gestito l'elemento del circo: non è solo semplice ambientazione, ma cuore pulsante dell'intera storia. Sia Clio che l'autrice l'hanno fatto profondamente e realmente proprio.
Infine torno a parlare dello stile, che ho molto apprezzato nella sua originalità, ma che avrebbe necessitato una limata in più. Il Circo dell'Invisibile è un libro con grandi potenzialità e che avrebbe potuto raggiungere, meritandoli, livelli decisamente superiori a quello, già buono, in cui si situa. In questo caso è un valido editing a fare la differenza tra un buon libro e uno eccellente. Il Circo dell'Invisibile resta comunque un romanzo che consiglio volentieri e di cui aspetto il seguito con fiducia.
Buona lettura!
Recensione - Lost Inside My Universe
Nel leggere la trama pensavo che non solo avrei viaggiato
con la fantasia, ma anche nel tempo.
L’idea di lasciare tutto e scappare col circo l’ho, infatti,
sempre associata epoche come l’ottocento e il novecento, forse perché
significava lasciarsi alle spalle ogni cosa, compresa, così in parte, anche la
propria identità. Oggi dimoriamo in una
società dove qualsiasi social network è pronto a ricordarti chi tu sia, mentre
questo romanzo non annovera mai alla tecnologia.
Edimburgo pare a tratti tornare, tra la nebbia, la città di
un tempo, dove bambini e ragazzi trovano rifugio in vecchie case, o in questo
caso una pescheria abbandonata, si sfamano di quel che trovano, commettono
furti e fanno l’elemosina.
Veniamo quindi a riscoprire una realtà alla Oliver Twist,
che non è mai realmente scomparsa.
Clio è scappata di casa e, come gli altri ragazzi con cui
vive, non vede di buon occhio gli assistenti sociali.
Vive alla giornata assieme a Lilli, la sua unica amica,
incontrata qualche mesi prima in stazione. Tutto, però cambia con l’arrivo del
circo.
L’aria si riempie di magie e illusioni, mentre in Clio
rivive il ricordo della nonna, soggetto alquanto enigmatico sotto certi punti
di vista, in quanto pare aver preparato la nipote a quel che sarebbe andata
incontro…
Dalle decisioni che Clio si trova a prendere emerge una
ragazza determinata, cresciuta tra le insidie della strada e pronta a
proteggere chi ama. Non esita a fingere di essere Lilli, per entrare nel circo,
dopo che questa ha ricevuto un invito ad aggregarsi, e neppure si tirerà
indietro a un numero con gli squali.
Già dall’inizio, trama premettendo, sappiamo che Clio
entrerà a far parte di questo gruppo di artisti, così che il climax di buon
parte del libro sfumi, ma dall’altra saremo continuamente assillati dal voler
sapere quale sarà la decisione ad averla portata a un passo dalla morte o al
soccombere totalmente a questa.
Parliamo del fattore amoroso, invece. Maicol ha sedici anni
e, come tutti, un triste passato alle spalle. Incontra Clio ben prima che lei si
unisca alla troupe, rimanendo impresso nella memoria di questa.
È un ammaestratore di orsi polari e sarà anche l’unica
persona di cui Clio potrà fidarsi.
La loro relazione, seppur quasi sempre in secondo piano purtroppo,
pare inizialmente costituita di occhiate rubate e gelide parole, che non
mancano di turbare la protagonista, all’interno del sogno in cui si trova.
Il sogno, o meglio il Circo Invisibile, è un riflesso
alterato della realtà.
Dalla Casa dei Pescatori (la pescheria abbandonata), luogo in
cui ogni fantasia pare esser ormai morta, come la mercanzia che un tempo lì si
vendeva, Clio diventa essa stessa il suo sogno, trasformandosi nella Ballerina
Sirena, il nuovo ingranaggio di quel colorato miraggio, che arriverà a chiamare
casa.
Vi sono molti personaggi, non tutti troppo caratterizzati,
ma che riescono indubbiamente a dare un’idea di che atmosfera caratterizza il
circo.
Un altro punto negativo, se così possiamo definirlo, è il
fatto che seppur Clio si esibisca un gran numero di volte non sappiamo mai cosa
davvero faccia, se non nuotare con una coda e fare acrobazie – contorsionismi.
Le descrizioni mi hanno affascinata. Seppur all’inizio le
trovassi un po’ noiose, l’originalità che vi era tessuta andava via ad
accentuarsi, finché non mi hanno del tutto stregata.
È uno di quei romanzi che mi sono ritrovata a posare anche
nel punto di maggior azione, però. Forse proprio a causa del primo capitolo,
che mi aveva già lasciato intendere troppi eventi.
Questa storia ha comunque un gran potenziale, in parte non sfruttato, per le idee da
cui è caratterizzata.
I misteri del circo sono al quanto avvincenti, sebbene non
tutti portino una soluzione in questo libro… che ci sia un seguito?
Sarà una delle domande che rivolgeremo all’autrice, perciò
stay tuned per l’intervista!
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