Recensione "Divergent" (saga) by Veronica Roth
Una scelta può cambiare il tuo destino.
Una scelta può annientarti.
Una scelta può segnarti.
In una Chicago del futuro, la società è divisa in cinque fazioni, ognuna delle quali legata ad un valore: gli Eruditi perseguono la conoscienza, gli Intrepidi sono coraggiosi, i Pacifici ricercano l'armonia, gli Abneganti consacrano la propria vita all'altruismo e i Candidi sono sempre sinceri e onesti. Beatrice (Tris) è una dei giovani, suoi coetani, che devono scegliere a quale di questi unirsi, con il rischio di rinunciare alla propria famiglia. Ma per lei la decisione è ancora più difficile: Tris è, infatti, una Divergente. Senza che nessuno ne abbia davvero coscienza, inoltre, il suo mondo sta lentamente e inesorabilmente cambiando, e il segreto della vera natura della ragazza diventa ogni giorno più pericoloso.
Questa è la sinossi del primo libro. Non aggiungerò le trame dei seguiti per timore di anticipare qualcosa di troppo. La recensione potrebbe, comunque, contenere degli spoiler da qui in poi.
Quella scritta dalla Roth è una trilogia distopica. I romanzi che la compongono sono, in ordine, Divergent, Insurgent e Allegiant.
Apprezzo alquanto che sulla copertina di ogni volume (qui ne trovate l'analisi completa) sia stata inserita una frase sulla scelta. Perché è proprio questo uno dei temi principali della saga.
Una delle caratteristiche che più mi hanno positivamente colpito della penna dell'autrice, è che la sua scrittura fa male. Quando racconta delle emozioni e dei rapporti umani, del fallimento e degli sbagli, quando mostra la guerra e si scontra con la morte, finalmente, fa male, per davvero. Credo sia giusto che faccia soffrire; credo sia profondamente umano sentire quando un'emozione, un affetto, e tutto il resto, possa essere complicato. E immersi in queste difficoltà, reduci di un mondo che non esiste più, i personaggi scelgono, sentendone il peso sulle spalle e sulla coscienza; prendono decisioni importanti, a volte semplici, altre difficili. Mai passivi, o vittime inconsce trascinate dalla corrente, sono tutti protagonisti delle proprie esistenze e azioni.
A parte alcuni capitoli di Allegiant, la trilogia è completamente narrata in prima persona, secondo il punto di vista di Tris. Inizialmente l'autrice aveva designato Quattro come narratore, ma ha poi deciso di riassegnare il ruolo. Personalmente, apprezzo molto questa scelta, vista la maggiore complessità del personaggio femminile. Credo che l'essere vista dagli occhi di Beatrice arricchisca maggiormente la storia. Anche all'altro, comunque, viene data la possibilità di esprimersi.
Nel luglio 2014 viene pubblicato Four, una raccolta di quattro capitoli in cui viene narrata parte della vita di Tobias prima dell'arrivo di Tris. I pareri dei fan su questo quarto volume sono stati discordanti. A mio avviso, esso ha largamente superato la prova, chiudendo il cerchio della trama, mostrando le ultime risposte, e ricreando alla perfezione il clima proprio della saga. Nello stesso anno, inoltre, sono iniziate le trasposizioni cinematografiche della trilogia.
Un'ultima parola voglio spenderla sul finale di Allegiant, che è riuscito a colpire, anche se in modo diverso, ogni singolo fan della saga. Personalmente posso dirmene soddisfatta. Ancora una volta, la penna dell'autrice riesce davvero a far male, ma credo sia giusto così. La Roth avrebbe potuto terminare diversamente la trilogia, in modo più leggero, più "buonistico". Invece ha deciso di non addolcire la mano, riuscendo a mantenere costante fino all'ultimo il suo livello di appartenenza, e donando alla sua storia un finale più che degno. E per questo non può che meritare un sincero apprezzamento.
Buona lettura!
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