Recensione: Il problema è che ti amo - Jennifer L. Armentrout
Non smettere mai
di credere nell'amore
Da quattro anni, il silenzio è lo scudo che la protegge dal resto del mondo. Circondata dall'affetto dei nuovi genitori adottivi, Mallory Dodge ha cercato di superare i traumi del passato, di convincersi di non avere più bisogno di essere invisibile, ma le cicatrici dell’anima bruciano ancora e non le permettono di dimenticare. Ecco perché dover frequentare l'ultimo anno di liceo in una scuola pubblica, dove sarà costretta a uscire dal guscio, la terrorizza. Tuttavia è proprio a scuola che accade l’inaspettato: tra i suoi nuovi compagni c’è Rider Stark, l’unico raggio di sole nella sua infanzia da incubo, il ragazzo che in più di un'occasione l'ha protetta dalla violenza del padre affidatario. Rider però è cambiato: ha un atteggiamento arrogante, una pessima reputazione e pare che sia invischiato in una rete di cattive compagnie. Anche se, dietro quella maschera da sbruffone, Mallory riconosce ancora il suo eroe d’un tempo… un eroe per di più molto affascinante. Eppure gli anni trascorsi lontano da Mallory hanno segnato profondamente Rider, che ben presto si troverà davvero nei guai. E Mallory sarà la sola a poter fare la differenza. Ma riuscirà a far sentire la propria voce e a battersi per il ragazzo che ama, o la paura la farà tacere per sempre?
«Non ho bisogno che tu mi difenda. Ho bisogno di…»
Lasciai la frase in sospeso, perché lui si era portato la mia mano al petto e sentivo battere forte il suo cuore.
«Di cosa, Mallory?»
«Ho bisogno di affrontare la situazione per conto mio. Non puoi proteggermi sempre.»
«Ma io voglio proteggerti.»
Mallory è Pesce. Una ragazzina che a causa di un'infanzia
traumatica non parla più, eppure i suoi pensieri brillano come stelle,
nella notte più buia.
Questo è un libro di crescita, sin dall'inizio la protagonista, seppur in modo titubante si mette in gioco.
Decide di frequentare l'ultimo anno di liceo, seppur non sia mai andata a scuola e si impone di cambiare.
Non credo vi sia nulla di più difficile, che provare ad oltrepassare gli stessi limiti che ci siamo imposti.
È una lotta, quella più dura, contro se stessi, i propri pensieri e gli scoraggiamenti che si intravedono ad ogni angolo.
Mallory
qui incontra Rider. Come se fosse una allucinazione, il ragazzo con cui
ha condiviso i peggiori traumi della sua vita e che non vede da
quattro anni, si siede accanto a lei a lezione. Una lezione che neppure
vorrebbe, in cuor suo frequentare Mallory, dato che insegna a parlare in
pubblico e obbliga gli studenti a farlo.
Rider per primo non crede ai suoi occhi, appena il suo sguardo cade su di lei.
Eppure
lui sembra cambiato, pare aver superato ogni fatto e incubo del
passato. È sicuro di sè, circondato da amici...e fidanzato.
Ma non è come sembra... Mallory vi impiegherà tutto il libro a capire che lui non è mai andato avanti, al contrario di lei.
Ci sono molti indizi, ma nulla che riesca davvero a farci capire che Rider si sta facendo scivolare la vita addosso.
D'altronde
l'unico problema della protagonista non è la scuola. Dopo gli eventi di
quattro anni fa è stata, infatti adottata. Carl e Rose sono una coppia
di medici. Due brave persone, ma che tendono a vedere troppe volte in
Mallory una copia della figlia deceduta.
Mallory dovrà arrivare a capire che non può essere per loro perfetta, non senza rinunciare ai propri sogni o a se stessa.
Allo
stesso tempo conosceremo Paige, la ragazza di Rider, una persona che da
subito si rivelerà non essere esattamente...amabile.
Un'altra persona che aiuterà il cambiamento di Mallory è Jayden. Assieme ad Hector fa parte della nuova famiglia di Rider.
Dal sorriso contagioso, la parlantina facile è sempre pronto a cacciarsi nei guai, ma anche lui è deciso a cambiare.
In questo racconto si può davvero capire l'importanza di una seconda possibilità.
Lo
capiamo con Mallory, che ogni volta che si siede a tavola, non può fare
a meno di sentirsi grata, verso le persone che le hanno dato una casa.
Con Rider, quando lo reicontriamo. Con Carl e Rose, che considerano
Mallory una seconda figlia.
Ma soprattutto con Jayden e , infine, con lo comprende Rider stesso.
Cosa significa essere "veri"? O vivere?
E per sempre?
Essere
veri, per ognuno di noi può avere un significato diverso, ma
indubbiamente per vivere bisogna esserlo. Vuol dire avventurasi tra le
emozioni, seguire i propri sentimenti, maturare certezze, piangere
sentirsi coraggiosi e allo stesso tempo spaventati, nell'affrontare
qualcosa di nuovo. Vuol dire innamorarsi e concedersi di amare.
Essere amati per sempre. Il lieto fine disneyano, quello che tutti si augurano di trovare. Questo è il significato "buono".
Mallory
ne intravede un altro, uno su cui poco la nostra società si sofferma,
ma che come una malattia ci colpisce, se non affrontiamo di petto gli
eventi, se restiamo immobili.
Rimanere per sempre la stessa.
Restare quella di un tempo, restare Pesce, la ragazza che non è in grado
di parlare, ma solo di nascondersi.
Anche per Rider è così. La vita scorre e lui ne è un osservatore .
Mallory
e Rider non sono che due spettatori della vita all'inizio. Ammirano gli
eventi li temono, ma cercano di parteciparvi, con o meno
consapevolezza, e infine tra questi vi creano la loro storia. Tra gioie,
dolori, amicizie, amori e sogni, diventano veri, nella promessa di
restare per sempre protagonisti della propria esistenza e non
dimenticare il passato, ma neppure renderlo partecipe delle scelte del
presente.
Questo libro è davvero toccante, scritto in maniera
fluida e semplice, seppur i temi che tratti non lo siano. Non mi sarei
aspettata nulla di meno dalla Armentrout, scrittrice che ho conosciuto
con la saga di Lux, per mai più abbandonare.
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