Non ti muovere
Non ti
muovere- Margaret Mazzantini
Trama:
Una giornata di pioggia e di uccelli che sporcano le strade, una ragazza
di quindici anni che scivola e cade dal motorino. Una corsa in ambulanza verso
l'ospedale. Lo stesso dove il padre lavora come chirurgo. È lui che racconta
l'accerchiamento terribile e minuzioso del destino. Il padre in attesa,
immobile nella sua casacca verde, in un salotto attiguo alla sala operatoria. E
in questa attesa, gelata dal terrore di un evento estremo, quest'uomo, che da
anni sembra essersi accomodato nella sua quieta esistenza di stimato
professionista, di tiepido marito di una brillante giornalista, di padre
distratto di un'adolescente come tante, è di colpo messo a nudo, scorticato,
costretto a raccontarsi una verità straniata e violenta. Parla a sua figlia
Angela, parla a se stesso. Rivela un segreto doloroso, che sembrava sbiadito
dal tempo, e che invece torna vivido, lancinante di luoghi, di odori, di oscuri
richiami. Con precisione chirurgica Timoteo rivela ora alla figlia gli
scompensi della sua vita, del suo cuore, in un viaggio all'indietro nelle
stazioni interiori di una passione amorosa che lo ha trascinato lontano dalla
propria identità borghese, verso un altro se stesso disarmato e osceno.
Ho trovato questo libro appassionante, e vero. L’autrice, Margaret
Mazzantini, racconta con il suo stile ricco di termini nuovi, sorprendenti e
per nulla scontati, una storia dura, d’amore e di vita.
una storia tutta al maschile, di un uomo nel profondo molto debole, che
viene risucchiato dalle vicende della vita senza potersi più liberare. Un vortice
di eventi che lo segnerà per sempre.
Un amore esplosivo, sporco, sbagliato, che ha avuto il prezzo di due
vite.
Ciò che mi ha colpita è che nonostante nell’oggettività dei fatti
Timoteo sia il colpevole per eccellenza in questa storia, in realtà risulti
solamente un debole ed un indeciso, attraverso il sapiente modo di raccontare
della Mazzantini, e dunque mai visto con fastidio o come figura totalmente
negativa dai lettori.
Mi hanno colpito poi in particolare le figure femminili. Italia in primo
luogo, la donna con cui Timoteo tradisce la propria moglie. Una donna alla
quale la vita ha strappato ogni cosa, che si innamora totalmente di Timoteo, al
punto di conservare le unghie che un giorno le aveva tagliato quasi come un
dono. Una donna che ha avuto un passato difficile, e per la quale Timoteo diviene
la ragione della vita stessa.
E poi la figura della moglie, perfetta, bellissima, una donna in
carriera, sicura di sé. Ciò che mi ha colpito in lei è l’indifferenza, vera o
simulata, che mostra durante tutto il libro per la storia di Timoteo e Italia,
tanto che viene da chiedersi se ne sia davvero inconsapevole o se finga di
esserlo. Il tutto si risolve in un breve dialogo finale con il marito concluso
dalla criptica frase “Quante cose non si dicono”.
Un libro che mostra la forza dirompente e distruttiva di un amore
sbagliato, ma forte, narrato con toni crudi, ruvidi, e realistici.
-Iris-
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