Recensione "Il Mutafavole e l'Ombra del Primo Buio" by Antonio Carmine Napolitano



Alcuni uomini nascevano con il dono di poter dar vita alle loro fantasie e in casi ancora più rari di portarla in questo mondo attraverso i libri. A dispetto di tale potere, questi uomini, perciò, potevano solo scrivere cose di cui sentivano l'essenza. Era come se quelle creature, quei personaggi e quei luoghi vivessero sopiti dentro la loro anima. Come se fossero un'entità sola.
(Il Mutafavole e l'Ombra del Primo Buio - Antonio Carmine Napolitano)


Retro di copertina
Dante è il giovane discendente di una nobile famiglia italiana segretamente impegnata nella lotta all'oscurità e alla custodia di manoscritti dalle capacità straordinarie. Il ragazzo ancora non lo sa, ma dietro la sua realtà quotidiana si nasconde un mondo in cui sta per essere bruscamente catapultato: un mondo in cui le creature fantastiche sono reali, e alcuni scrittori capaci di farle vivere al di fuori delle pagine a cui appartengono. ma un'Ombra malvagia minaccia la Terra, e Dante scoprirà presto a sue spese di essere l'ago della bilancia nella lotta tra Bene e Male.
Il Mutafavole e l'Ombra del Primo Buio è la dimostrazione di una teoria che mi sta particolarmente a cuore: ovvero che anche la storia più valida e bella ne risente se lo stile non è ben curato. Mi spiego. La trama del libro ha degli spunti decisamente interessanti ed è evidente lo sforzo creativo dell'autore. Ma per chi, puntiglioso come me, crede che saper scrivere significhi anche allenarsi e sforzarsi per avere una bella e buona scrittura, tutto questo è sicuramente un punto a favore, eppure non ancora abbastanza.
Il Mutafavole e l'Ombra del Primo Buio è il romanzo d'esordio di un autore che ha scoperto da poco la scrittura, e l'inesperienza del principiante, ahimè, si percepisce in diversi aspetti dell'opera. I dialoghi, ad esempio, risultano troppo finti e poco probabili, e i cambi d'umore troppo repentini e inspiegati. Anche i personaggi non si salvano dalle mie critiche, perché per quanto si noti uno sforzo nella caratterizzazione, spesso appaiono stereotipati e/o superficiali, se non poco realistici. Dante, ad esempio, pur essendo un ventenne dimostra più volte l'immaturità e la sventatezza più tipiche di un quindicenne che di un giovane adulto.
Infine, la narrazione. Anche qui è percepibile l'inesperienza nella mancanza di quelle tecniche narrative efficaci che si acquistano unicamente con il tempo, sperimentando e, appunto, con l'esperienza. Nel complesso, si tratta ancora una volta di un caso di "raccontato non mostrato", in cui ciò che accade viene scritto, ma non riesce a uscire dalla pagina e a essere, quindi, propriamente vissuto dal lettore, che in più punti rischia di perdersi, non cogliendo totalmente e non avendo ben chiaro ciò che sta avvenendo. Così alcune volte si ha l'impressione che alcune cose accadano perché devono (e non perché sia la soluzione più logica), ed è facile cogliere le riprese ai numerosi altri romanzi.
Il Mutafavole e l'Ombra del Primo Buio è il primo capitolo di una saga fantasy, e proprio la previsione della realizzazione del/i seguito/i fa ben sperare. Continuando a scrivere e a esercitarsi, l'autore ha ancora il tempo e la possibilità di migliorare e raggiungere quel buon livello di scrittura che il mondo da lui creato merita per essere raccontato.
Nonostante sembri che stia solamente criticando negativamente questo libro, in realtà ne consiglio la lettura, appunto per la buona trama che propone e le buone speranze riposte nell'autore.
Come proseguiranno le avventure di Dante? Non ci resta che scoprirlo insieme.
Buona lettura!



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