Recensione: L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello
"Oggi [...] è ancora più importante conservare la narrazione personale, considerare ogni paziente come un essere umano unico con la propria storia e le proprie strategie di adattamento e sopravvivenza."
-Oliver Sacks
Recensione:
L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello è un libro di medicina narrativa scritto dal famoso neurologo Oliver Sacks, scomparso quasi tre anni fa, ed edito in Italia da Adelphi.
Non ho scritto la trama perché quest'opera è una sorta di raccolta di racconti dei casi che più hanno colpito Sacks, perciò non c'è molto da dire a riguardo.
Il lavoro del neurologo si divide in quattro parti: Perdite -la mia preferita-, Eccessi, Trasporti e Il mondo dei semplici. Ogni parte affronta una "categoria" particolare di pazienti, ma la domanda intorno a cui si concentra la riflessione di Sacks è una: quali sono le capacità di adattamento di un soggetto posto in una condizione di "svantaggio"? La risposta, ovviamente, varia a seconda della situazione.
Chi mi conosce sa che L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello è una lettura un po' insolita per me. Leggo saggi di tutti i tipi, ma mai mi era capitato di imbattermi in un libro di medicina narrativa -a eccezione di quelli che parlano di psicologia-. Uno dei miei timori più grandi, quando acquistai il libro, era quello di non comprendere nulla. Ho un'istruzione più umanistica che scientifica, quindi temevo che la mia ignoranza potesse influenzare la comprensione del testo. Ebbene, vi assicuro che non è come pensavo. Sacks doveva aver previsto che tra i suoi lettori potessero esserci persone come me, perciò troverete un linguaggio così esplicativo da risultare quasi elementare. Forse è stata questa sua consapevolezza a rendere la scrittura un po' logorroica e ripetitiva. Resta comunque un testo piacevole e istruttivo, ve lo assicuro.
Tra le letture che ho affrontato nel 2018, è sicuramente quella che più mi ha lasciato qualcosa. Ho riflettuto molto sul corpo e sulla salute, mi sono posta delle domande -perché io no e loro sì?- e ho imparato ad apprezzare e comprendere il cervello umano e i suoi limiti.
Lo consiglio? Sì, ma sappiate che non è per tutti e, soprattutto, non è facile. Non tanto per la scrittura, ho già chiarito la mia impressione in merito. Dico che non è facile perché i casi che leggerete sono storie vere. Magari vi sembrerà banale sentirmelo dire, però è meglio avvertire i più sensibili. Sacks era un tipo che teneva molto al contatto umano, perciò non leggerete solo del mero caso clinico. Proverete qualcosa per ognuno dei soggetti esaminati e, vi assicuro, non saranno quasi mai sentimenti di gioia ed entusiasmo. Sono storie di vite distrutte, perdute, limitate. Se vi sentite abbastanza forti da affrontare tutto questo e siete interessati all'argomento, allora Sacks non vi deluderà.
Commenti
Posta un commento