Recensione: Con te ho trovato la luce, parte prima di Erika Anatolio

Senza un’identità e senza ricordi a causa di un incidente misterioso, Melanie Merez non sa più chi sia. Trasferita a Edimburgo, si sente spaesata e persa. Nella nuova scuola nessuno vuole esserle amico e un ragazzo dagli occhi grigi di un cielo in tempesta non esiterà a farglielo notare. Bellissimo e tenebroso, Melanie non può proprio fare a meno di innamorarsene. Ma non è solo il suo passato a essere avvolto dal mistero, perché anche i suoi compagni di scuola nascondono qualche segreto: una ragazza svanita nel nulla e un tesoro nascosto nel cuore del parco nazionale di Trossachs. Melanie farà di tutto per svelare questi misteri e non mancheranno altri ad aggiungersi, come di qualcuno che ogni notte, in sella a una moto, le lascia dei boccioli di rosa bianca. Ma chi è? E perché nessuno vuole parlare del suo passato? Chi era la ragazza scomparsa? Ha a che fare con il tesoro che non doveva conoscere?

Con te ho trovato la luce parte 1 è uno young adult italiano con al suo interno mistero, avventura, azione e quel pizzico di romanticismo che rende la storia più dolce. Non è il solito romanzo rosa che troviamo in vendita, perché la storia non è incentrata solo sull'amore della protagonista per il ragazzo che le piace. I temi che incontrerete nel romanzo saranno la vera amicizia, la lealtà, il bullismo e l'indifferenza.



Con te ho trovato la luce è un libro auto pubblicato. 
Questo non significa che lo recensirò in maniera differente o negativa a prescindere, ma mettiamo in chiaro che una buona grammatica, seppur sia un ottimo punto di partenza, non denota un buon libro. Bisogna anche considerare la prosa e in questo romanzo, per quanto mi riguarda, vi sarebbero ancora molti punti da rivedere. Prime fra tutte le ripetizioni e successivamente i passaggi da un luogo all'altro, di punto in bianco. 
Avete presente quando finisce una conversazione e ne vogliamo instaurarne un'altra altrove, con gli stessi personaggi ? Vi sono tre opzioni che riesco ad ipotizzare al momento per riuscirvi in modo appropriato:
a) la più semplice, chiudiamo il capitolo e ci ritroviamo in un'altra scena senza troppe spiegazioni, se non ovviamente quelle di tempo e luogo, in quello successivo.
b)oppure abbiamo i "divisori". Possono apparire come tre asterischi nel più comune dei casi, o come elementi grafici più articolati. In sostanza fanno intuire al lettore che li vi sarà uno sbalzo (temporale, di luogo o di personaggio).
c) si aggiunge una frase, tra una scena all'altra, che può suonare come un "successivamente mi ritrovai", "nel mentre tale dei tali..."
Insomma ci sono svariati modi che facilitano la lettura, mentre più o meno dalla seconda parte del romanzo veniamo spesso sbalzati, senza avviso, da una situazione all'altra, ed oltre ad essere fastidioso non è neppure semplicissimo da seguire.
Grammatica, prosa...  lessico. Dopo averne lette a bizzeffe posso dire che questa storia è sulla scia di molte wattpadiane, per quanto riguarda questo punto. Niente termini o sinonimi ricercati, molte ripetizioni, tanti dialoghi che cercano di salvare la situazione con un linguaggio a volte parlato a volte sin troppo articolato, con monologhi poco credibili.
Per quanto riguarda la storia, invece, vi sono molti punti che rimangono per me davvero inspiegabili.
Partiamo dalla protagonista, Melanie. Una ragazza che rimane in coma e perde la memoria, quindi la sua identità, come può non venire per nulla aiutata dai suoi genitori a ripristinarla? 
Va bene cercare di evitarle traumi e quant'altro, ma neppure farle presente come fosse caratterialmente? O mostrarle foto all'infuori della famiglia? Senza contare mandarla in vacanza in un paese straniero, a diciassette anni, solo con un'amica.
Sfiora l'assurdo che non riesca tra social, biblioteca e annuario non rinvenire nulla. Senza contare il patto di segretezza che tutti paiono aver stretto alle sue spalle, dato che si fanno sfuggire poco e nulla.
Di personaggi poi ce ne sono moltissimi, delle volte neppure si capisce da dove compaiono, ma devo dire che ben supportano la storia seppur detengono ben poca personalità. 

Shane, il personaggio di cui è innamorata Mel è un caso a parte. Pare il classico ragazzo bipolare che ritroviamo nelle storie di Wattpad, leggermente più strutturato, per cui orde di ragazzine impazziscono. Passati i sedici anni, però, ti chiedi solo perché non lo mandino da uno psicologo, dato che ne avrebbe bisogno, anche per quel che ha passato.
E finalmente arriviamo alla storia in sé. Scalfito il perno che riguarda questa infinita amnesia, non abbiamo poi molto altro. C è un finto triangolo amoroso, finto perché quasi sin da subito si capisce che il preferito sarà Shane. Bullismo, una gita all'ospedale un capitolo sì e uno no e quella che dovrebbe apparire come la crescita personale della protagonista, ma che in realtà sembra più trasformarsi in una calamita per ogni guaio nelle vicinanze.


Non mi è piaciuto come il tentato stupro sia, poi, passato così tanto in secondo piano, acquisendo quindi una posizione di margine e venendo relegato a un mero accadimento, dando invece più importanza ad altre violenze. Sotto questo aspetto c'è da dire che ce ne per tutti i gusti, in ogni capitolo succede qualcosa che mi ha fato più volte chiedere che accidenti di motivo hanno i genitori di Melanie per volerla far vivere in un posto a lei tanto pericoloso? Sì, i suoi genitori fanno alquanto desiderare.
Va bene che c è sotto un mistero, relazioni che a mio dire sembrano davvero molto, ma molto prevedibili (poi magari non ho capito nulla e tanto meglio, ma questa è l'idea che mi sono fatta), ma sapete qual è il fattore più negativo di tutti? Questo libro si risolve con un nulla di fatto. 

Per quanto succeda di tutto in realtà non succede nulla. Ne sappiamo quasi quanto l'inizio, dato che oltre le future prevedibili relazioni gli eventi, al contrario, sembrano essere un poco più originali. Il brodo  è molto allungato, quindi no, non lo consiglio come lettura, in quanto averlo letto è quasi come non averlo fatto. 
Pare un prologo interminabile.  Da quel che ho intuito,  nella seconda parte dovrebbe accadere tutto, il che mi fa pensare che gli eventi siano stati mal divisi...d'altra parte è ovvio che adesso, dopo 612 pagine di nulla di fatto, voglia sapere come si risolva questo mistero. 
Spero vivamente che l'autrice non demorda. Questo alla fine non è che un banco di prova da cui partire, durante il quale poter approfondire e meglio delineare il proprio stile e magari acquisire una migliore proprietà di sintesi, così da saper valorizzare i veri eventi scatenati dei suoi prossimi racconti.





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