Passa ai contenuti principali

Recensione di ‘Le leggi del desiderio’

Ieri sera sono tornata a casa con l’urgente bisogno di distrarmi senza dover mettere in moto gli ultimi neuroni rimasti vivi, ho trascorso una sfiancante giornata all’insegna di uno studio matto e disperatissimo (tanto per citare qualcuno che facilmente avrebbe potuto capire il mio annientamento mentale alle otto di sera, e che, magari, avrebbe anche potuto sorriderne e confidarmi, con uno sguardo tra l’ amorevole e il rassegnato, una triste verità; parafrasandola: ‘non hai ancora visto niente, bella mia’); dunque ho pensato… film! Si si, un film è quello che mi      serve. Dubbio amletico: Berlin calling o Le leggi del desiderio ? Il primo forse è un po’ troppo pesante, del secondo mi hanno detto che è carino.. Via, si guarda Le leggi del desiderio! Mai fu presa decisione più sbagliata.
La trama: Giovanni Canton (Silvio Muccino, che si è occupato anche della regia e del soggetto) è un life-coach, una di quelle figure professionali esportate dagli Stati Uniti che, essenzialmente, si occupa di motivare e seguire le persone affinchè esse raggiungano il successo nella vita. Ebbene, su consiglio del suo editore, indice un concorso per selezionare tre casi umani in cerca di una realizzazione personale: la sua scelta ricade su una donna tutta casa e chiesa che, nel tempo libero, scrive romanzi erotici, un sessantenne disoccupato che vuole riconquistare un posto nel mondo del lavoro e, infine, Matilde, la segretaria e sottomessa amante del suddetto editore. Giovanni insegna ai partecipanti regole scientifiche per essere vincenti, trasformandoli e mettendo loro delle maschere, finchè Matilde non decide di ribellarsi a tutte queste artefazioni…
Si lo so, la trama non sembra neanche male messa giù cosi, e anche i personaggi hanno un loro perché  – presi singolarmente, nell’ insieme, non c’è santo che tenga, è un obbrobrio! 


E ora ne spiego il motivo. Il potenziale contenuto nei personaggi – esclusi proprio Matilde e Giovanni, che ahimè sono i protagonisti – non riesce a sbocciare, è tenuto segregato in poche scene, delicate e potenti assieme, buttate lì tra una sequenza e l’altra della storia tra i due… Perché si era capito, no? Tra Matilde e Giovanni nasce l’amore vero, quello che culmina in una vita insieme, mano nella mano, per le stradine di Parigi.. Giovanni è il tipico figaccione con un passato genitoriale triste e toccante che ha fatto sì che lui crescesse cinico e disincantato verso l’amore (‘il terzo vince sempre’, questo ha imparato); Matilde è la solita donnicciola senza palle, di talento e pure intelligente, che però si nasconde nella sua timidezza e nei suoi vestiti dismessi, si fa bistrattare dal capo e si attacca alle sue promesse di una vita insieme. Giovanni le insegna a farsi rispettare, Matilde capisce che il suo capo è un uomo indecente e che fa? Si innamora di Giovanni! Lui giustamente non è interessato, perché dovrebbe? Ah no, però lei gli scrive una letterina in cui gli fa capire che dopo le chiacchierate sul divano e una notte di sesso a Natale lei conosce il suo lato tenero, lo ama per quello che è!! Giovanni capisce improvvisamente che ne è innamorato, lei nel frattempo è diventata una donna sicura di sé e intraprendente. E vissero per sempre felici e contenti. E’ la realtà questa? Di rado, penso io. Vogliamo costruire un sogno in cui chiudersi per un’ora e mezza? Almeno inventiamo qualcosa di originale e di meno retorico della lacrimuccia sulla lettera scritta da lei a Capodanno! Che poi in tutto questo marasma di banalità si perdono drasticamente le storie di quegli altri due che, a parer mio, sarebbero bastati da soli a creare un film nuovo e interessante. 

Di questo film posso dire mi sia piaciuta la fotografia, le scenografie.. belle, ma non mi hanno convinto fino in fondo, non nel contesto di un film commedia che in un qualche modo dovrebbe essere realistico (un letto appoggiato su dei bancali del pellet non lo è.), ma apriamo gli orizzonti e facciamolo passare! L’ironia anche era piuttosto fresca, non eccessiva, con il giusto accento di malinconia.
La prossima volta mi butto sul film pesante alla Berlin calling, però.


 - Papavero Blu


Commenti

Post popolari in questo blog

In piedi, Signori, davanti ad una Donna (William Shakespeare)

Per tutte le violenze consumate su di Lei, per tutte le umiliazioni che ha subito, per il suo corpo che avete sfruttato, per la sua intelligenza che avete calpestato, per l'ignoranza in cui l'avete lasciata, per la libertà che le avete negato, per la bocca che le avete tappato,  per le ali che le avete tagliato, per tutto questo: in piedi, Signori, davanti ad una Donna. E non bastasse questo, inchinatevi ogni volta che vi guarda l'anima, perché Lei la sa vedere, perché Lei sa farla cantare. In piedi, Signori, ogni volta che vi accarezza una mano, ogni volta che vi asciuga le lacrime come foste i suoi figli, e quando vi aspetta, anche se Lei vorrebbe correre. In piedi, sempre in piedi, miei Signori, quando entra nella stanza e suona l'amore e quando vi nasconde il dolore e la solitudine e il bisogno terribile di essere amata. Non provate ad allungare la vostra mano per aiutarla quando Lei crolla sotto il peso del mondo Non ha bisogno della vost...

Recensione "dramosa": Moon Lovers - Scarlet Heart Ryeo

Buongiorno Specchietti. Oggi vi parlo di uno di quei K-drama che dovere assolutamente vedere. Si tratta di Moon Lovers: Scarlet Heart Ryeo , basato sul romanzo cinese Bubujingxi di Tong Hua e che vede come interpreti la mia amatissima Lee Jie-Un, conosciuta anche come IU, e Lee Joon-Gi che, ve lo dico, è entrato di diritto tra i miei oppa del cuore. Trama: Triste e amareggiata dopo aver scoperto che il fidanzato la tradisce con una sua amica, durante un'eclissi di sole Go Ha-jin annega in un laghetto dopo aver salvato un bambino che vi era caduto dentro, e si ritrova nell'anno 941, durante il regno di Taejo, fondatore della dinastia Goryeo . Ha-jin si risveglia nel corpo di Hae Soo, cugina della moglie del principe Wang Wook, ottavo figlio del sovrano, e, resasi conto di non aver modo di tornare al suo tempo, decide di continuare a vivere a Goryeo. La ragazza viene aiutata ad adattarsi alla nuova realtà da Wang Wook, del quale si innamora, facendo anche la conoscenza degli altr...

Prendi il mio cuore e portalo lontano- Saffo

Siamo quasi arrivati al 14 febbraio: San Valentino. ho pensato che sarebbe stato bello regalare a questa giornata una poesia dalle dolci note della poetessa greca Saffo. versi delicati e lievi che invitano ad estraniarsi da tutto e celebrare l'amore attraverso un distacco, un'altra realtà, un invito ad essere portati via dalla persona che amiamo, S affo descrive nel dettaglio la fenomenologia amorosa, la voce che manca, l'agitazione del cuore nel petto, l'energia dell'amore esplodere sotto la pelle. il tutto ci regala una serie di versi che con dolcezza e naturalezza riescono a farci percepire le dinamiche di un cuore innamorato. Prendi il mio cuore e portalo lontano,  dove nessuno ci conosce,   dove il tempo non esiste,   dove possiamo incontrarci,   senza età e ricordi, senza passato.   Con una luce che nasce all'orizzonte   e un domani sereno e silenzioso.   Prendi il mio sguardo e portalo lontano, ...