Recensione: Venom - The Last Dance
Salve, specchietti!
Torniamo a parlare di cinecomics
e questa volta lo facciamo con l’ultimo prodotto di quello strazio di
SSU: Venom: The Last Dance.
In “Venom: The Last Dance”, Tom Hardy torna a interpretare Venom, uno dei più celebri e complessi personaggi della Marvel. Nel film conclusivo della trilogia, Eddie e Venom sono in fuga. Cacciati da entrambi i loro mondi con il cerchio si stringe attorno a loro, i due protagonisti sono costretti a prendere una decisione sconvolgente che farà calare il sipario sull’“ultimo ballo” di Venom ed Eddie.
“Venom: The Last Dance” ha
come protagonisti Tom Hardy, Chiwetel Ejiofor, Juno Temple, Rhys Ifans, Stephen
Graham, Peggy Lu e Alanna Ubach. Il film è diretto da Kelly Marcel che ha
scritto anche la sceneggiatura, basata su una storia di Hardy e Marcel. Il film
è prodotto da Avi Arad, Matt Tolmach, Amy Pascal, Kelly Marcel, Tom Hardy e Hutch
Parker.
Certo, in confronto a Madame
Web (di cui potete trovare la mia recensione qui), la trilogia di
Venom e questo film in particolare, si può considerare quasi un capolavoro. Il
problema del film di Venom, però, è proprio Venom.
Venom che dal primo film al terzo
è andato peggiorando, diventando sempre più la parodia di se stesso. Un alieno
che si nutre di cervelli umani, un simbionte che dovrebbe consumare l’energia
del suo ospite si ritrova a essere un clown… un concentrato di battute e momenti
cringe.
A differenza dei film precedenti
qui mi sono piaciute molto le scene d’azione. Vediamo del sangue (che in Venom:
La furia di Carnage si erano praticamente dimenticati) e i combattimenti
sono ben coreografati, sia all’inizio, quando si scontra con criminali in Messico,
sia nell’epica battaglia finale, tra simbionti (e umani) e Xenophagi. Il
problema è che devono sempre inserire una battuta o qualche scena comica a rovinare
tutto.
Come appunto nello scontro con i
criminali, in cui Eddie e Venom non riescono neanche a sincronizzarsi per dire “Noi
siamo Venom” poco prima di mangiare le teste dei nemici (ma nel primo film ci
riuscivano benissimo…)
Se riusciamo a mettere da parte il
fastidio per ogni volta in cui Venom (ricordiamolo: un alieno che si nutre di
cervelli umani) fa l’idiota e soprassediamo anche su un’enorme incongruenza con
Spider-Man: No Way Home, Venom: The Last Dance avrebbe anche
potuto essere un bel film. Delle creature aliene vengono sulla Terra per
cercare un qualcosa, contenuto nel protagonista che metterebbe in pericolo l’intero
universo. Per fermarlo, delle altre creature aliene che si trovano già sulla Terra
si alleano con gli esseri umani in una battaglia epica. (Sì, è praticamente la
trama di Transformers, ma ammettiamolo: funziona).
Il problema più grande, però, si
trova in una singola scena, quella che, addirittura, dà il titolo al film (per
parlarne apro momentaneamente la sezione spoiler. Se non volete rovinarvi la
sorpresa, saltate direttamente al prossimo banner):
Venom contiene il codex, una chiave che libererebbe
Knull, il dio dei simbionti, dalla sua prigione. Per cercarlo, Knull manda
sulla Terra gli Xenophagi, delle creature quasi imbattibili, con il potere di
rigenerarsi. Gli Xenophagi possono rintracciare il codex solo quando Venom è in
forma completa. Basterebbe lasciare il controllo a Eddie per nascondersi (tanto
più che per ben due volte hanno rischiato di morire per evitare di assumere la
forma completa da simbionte e non farsi, così, rintracciare). INVECE NO. Perché,
mentre sono a Las Vegas, affetti da un’assurda ludopatia, incontrano la Signora
Chen che li invita a “un ultimo ballo”.
Venom, lamentandosi di non poter
fare mai nulla di divertente, si trasforma e balla con la Signora Chen.
E lo Xenophage lo rintraccia e lo
attacca.
Ditemi voi se tutta questa situazione
non è completamente senza senso!
Non credo di essere mai stata così in difficoltà sulla votazione da dare. Ho riflettuto parecchio prima di prendere una decisione (e le ragazze del blog ne sanno qualcosa). Perché, se rifletto in termini di piacere personale, allora sicuramente questo film è uno di quelli che mi è piaciuto di più all’interno del SSU (forse superato solo dal primo Venom), ma non posso comunque dire che sia un bel film. Soprattutto, è così pieno di difetti anche molto gravi (come la scena di cui ho parlato nella parte spoiler) da oscurare quanto ci sia di buono.
Per questo, alla fine ho deciso
di fermarmi nella media, assegnando i tre specchi.
In fondo, il senso di tutto questo si può riassumere nelle parole dello stesso Eddie:
“Uccidetemi! Perché?
Che cosa ho fatto di male?”
Beh, Eddie… Se lo stanno
chiedendo tutti in sala.
Alla prossima,
-IronPrincess
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