Recensione: Sotto il cielo di dicembre di Annamaria Bosco

 


Buongiorno, Specchietti!
Continuano le nostre letture a tema natalizio e quest’oggi la nostra Irish Girl ci parla di Sotto il cielo di dicembre, la novella ambientata in Corea di Annamaria Bosco.

Titolo: Sotto il cielo di dicembre
Autore: Annamaria Bosco
Editore: Selfpublishing
Genere: Novella natalizia/contemporary romance Ambientazione: Corea
Data di uscita: 20 novembre 2021
Disponibile su Amazon e in KU
Trama
Cosa c’è di peggio che essere mollati dal tuo ragazzo durante il periodo natalizio? Lee Ha-Neul non sa dare una risposta a questa domanda, perché è troppo impegnata a raccogliere i pezzi del suo cuore e della sua dignità. Anni di devozione e affetto buttati al vento in due secondi e con una misera frase di scuse. E mentre rimugina per strada su cosa abbia sbagliato, ubriaca, infreddolita e furiosa nei confronti del genere maschile, una mano amica le porge inaspettatamente conforto. Chi è il bell’uomo che le regala la sua sciarpa e le raccomanda di prendersi cura di lei? Ha-Neul non ne ha idea e nemmeno ci pensa troppo, visto che è altamente improbabile che lo incontri ancora. Se il destino ci mette lo zampino, però, è facile che il centro commerciale per il quale tu lavori annunci un nuovo presidente a dirigerlo. Ed è ancora più facile che il nuovo presidente sia l’uomo misterioso che ti ha soccorso in un momento di difficoltà. Ji Seok-Woo è il classico scapolo d’oro che non vuole impegnarsi seriamente, apparentemente burbero e disinteressato. Ha-Neul non ha intenzione di conquistarlo. Allora perché il suo cuore scalpita quando gli è troppo vicino?

Bentrovati Specchietti.
Voliamo di nuovo in Corea, questa settimana, con Annamaria Bosco e Sotto il cielo di dicembre.
Lee Ha-Neul, la nostra protagonista, è una ragazza dal passato difficile. Cresciuta in un orfanotrofio, ha costruito pezzetto dopo pezzetto la sua vita potendo contare solo sulle sue forze e, a poche settimane dal Natale, è convinta di essere a un passo dal suo più grande sogno: riabbracciare il suo fidanzato Dong-Yul, di ritorno dal servizio militare, e iniziare a costruire con lui quella famiglia che le è sempre mancata. Quando Dong-Yul, però, la lascia senza troppe spiegazioni, l’happy ending di Ha-Neul sembra allontanarsi per sempre.
Un incontro fortuito, per le strade di Seoul, tuttavia, saprà scaldare il suo cuore, proprio come quella sciarpa rossa che uno sconosciuto le regala a una fermata del bus.

Ji Seok-Woo è il giovane nuovo ceo di uno dei centri commerciali della capitale coreana.
Attento e preciso nel suo lavoro tanto quanto impeccabile nei modi, da sempre cerca di seguire le orme di suo padre, più per non deluderlo che per ambizione personale. La sua famiglia è una presenza distante e allo stesso tempo ingombrante, complice quella madre che cerca in tutti i modi di controllarlo e trovargli la donna perfetta da sposare e con cui mettere la testa a posto.
La sua vita rigida e per certi versi monotona viene però messa sottosopra da una ragazza che, come un uragano, irromperà nella sua quotidianità. Goffa, dai comportamenti spesso imbarazzanti, sembra attirare le sciagure come una calamita, eppure ha qualcosa che da subito strega il nostro ceo. In fondo, è stato così dal loro primo incontro, in una fredda sera, davanti alla pensilina di un bus.
Già, Specchietti, la donna che metterà sottosopra la vita del nostro bel protagonista è proprio lei, Lee Ha-Neul. E non vi ho detto tutto, perché Ha-Neul lavora proprio nel centro commerciale della famiglia di Ji Seok-Woo.
Ora, immaginate di incontrare l’uomo più bello che abbiate mai visto la sera in cui il vostro ragazzo vi ha lasciate e voi girate con gli occhi gonfi e rossi di pianto, il trucco colato, i capelli scarmigliati e un outfit improbabile – che fa un po’ barbona e un po’ pazza squinternata – e poi, il giorno dopo, vi ritroviate a una cena di lavoro e scopriate che quell’uomo è il vostro nuovo capo. Immaginate di non prendere per niente bene la cosa, complice l’imbarazzo di esservi mostrate nel vostro peggior stato di sempre, e di annegare l’umiliazione nell’alcool. E immaginate, pure, di non essere il tipo di persona che lo regge bene, l’alcool. Ecco, il disastro è servito.
È così che inizia la storia di Lee Ha-Neul e Ji Seok-Woo. Una storia che parla di due giovani alla ricerca del proprio posto nel mondo, che per ragioni diverse non hanno mai avuto una vita spensierata, che sono sempre state “vittime” delle scelte altrui e i cui desideri e sogni non sono mai stati liberi di spiccare il volo. 

Sotto il cielo di dicembre è una novella all’apparenza leggera, da leggere comodi sul divano, sotto la vostra coperta preferita e magari illuminati dalle luci dell’albero di Natale, e che invece, pagina dopo pagina, tra una battuta e l’altra dei suoi protagonisti, con i suoi toni spensierati, mostra al lettore tutte le sue sfumature e la sua profondità. Parla di abbandono, quello vero che subisce Lee Ha-Neul da bambina; quello che ci colpisce subito quando Dong-Yul le dice che tra loro è semplicemente finita, ma anche quello che, in un certo senso, ha subito Ji Seok-Woo, cresciuto con due genitori totalmente presi da se stessi da non riuscire a dare al proprio figlio le giuste attenzioni. È “abbandono” quando si parla di quei bambini, a cui Lee Ha-Neul cerca, soprattutto sotto Natale, di donare un sorriso, che ancora vivono tra le mura di un orfanotrofio. E poi, questa novella, ci parla di sogni. Di sogni che, in fondo, sono quelli di ognuno di noi, semplici e allo stesso tempo vitali. Il sogno, che a volte ci sembra tanto impossibile da realizzare, di sentirci finalmente felici, amati, protetti. Di non dover più arrancare in questo mondo a cui spesso non riusciamo a stare dietro, di vederci tesa una mano e scoprire che, magari lì dove mai avremmo immaginato, c’è qualcuno che possa prendersi cura di noi, che ci dica: “Sei stato forte abbastanza, ora riposati, lascia che, anche solo per un attimo, pensi a tutto io”. Cosa, questa, che non riguarda solo la nostra protagonista – che tutto è tranne che la donzella da salvare, in attesa del suo principe –, ma anche Ji Seok-Woo.
Ecco, Specchietti, questa è una delle cose che amo di più quando si parla di Corea e K-drama, e che ho ritrovato in questa storia: essere uomo non significa essere infallibili, per forza pienamente sicuri di sé, emotivamente solidi. Insomma, scordatevi gli “uomini che non devono chiedere mai” tipici della nostra cultura, o meglio, tipici di quegli stereotipi estremamente nocivi che la nostra cultura occidentale sembra voler imporre a tutti i costi.
Annamaria Bosco è stata bravissima, proprio alla luce di questo, a mostrarci il suo protagonista maschile in tutta la sua vera essenza. Quel suo io messo a nudo da Ha-Neul e risvegliato dall’amore.
Assieme a questo, poi, ha saputo ricreare magistralmente i sapori e i colori della Corea che tanto amo, regalandomi la sensazione di essere davanti a uno dei miei K-drama preferiti.
La novella è raccontata a pov alternati, il che ci permette di entrare fin dalle prime battute in piena sintonia con entrambi i protagonisti. Frizzante, mai noiosa e, come vi dicevo, capace di mixare profondità di significato e brio narrativo, si mostra al lettore nel suo stile pulito e scorrevole.
Insomma, Specchietti, credo si sia capito che l’ho adorata, no?
Sotto il cielo di dicembre è la lettura perfetta da regalarsi –e regalare – in questo periodo, se come me credete che la perseveranza, la lealtà e l’amore alla fine di questa lunga salita, spesso impervia, che è la vita possano sempre essere ripagate.
È per questo che non posso che assegnare ad Annamaria Bosco e alla sua storia i nostri cinque specchi.

Come promesso, Specchietti, vi do appuntamento a presto con altre romantiche storie di Natale.
La vostra Irish Girl.



Commenti

  1. Una recensione meravigliosa che mi dà la conferma di non aver sbagliato nel mio obiettivo. Grazie infinite, mi hai fatto emozionare❤

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