Recensione: High School Musical The Musical – La Serie

Se alla domanda «chi vince?» rispondete senza esitazione «Wildcats!», questa recensione è per voi.
Uscite dal vostro status quo. Dimenticate i bei Zac Efron e Vanessa Hudgens. Scordatevi anche della città di Albuquerque perché si torna all’East High, sì, ma in quella “vera”, a Salt Lake City, dove è stato girato il film.

Già l’idea di base di High School Musical The Musical – La Serie è geniale. Nessuno avrebbe accettato un reboot della saga e non avrebbe avuto neanche molto senso un sequel: la storia di Troy, Gabriella, Ryan, Sharpay, Chad e Taylor è perfetta così com’è, senza ulteriori aggiunte. Invece, abbiamo davanti a noi una storia totalmente nuova, ma strettamente collegata a quella originale. Nella serie, il film di High School Musical è, a tutti gli effetti, un film.

Alla East High è appena arrivata una nuova insegnante di teatro, Miss Jenn, un’attrice che non è mai riuscita a debuttare veramente e che ha partecipato al film come ballerina di fila. L’idea di Miss Jenn è di riportare l’High School Musical tra i corridoi dell’East High, quindici anni dopo le riprese del film.
La serie è girata come se fosse un documentario, con riprese instabili e scene intervallate dai commenti dei protagonisti, rivolti direttamente alla telecamera, un po’ come succede nei reality show.

Nel film, Troy e i suoi amici ci avevano fatto uscire dallo status quo, ci avevano insegnano che il capitano della squadra di basket e il genio della scuola possono cantare e ballare in un musical, che una secchiona può ballare hip pop, un giocatore di basket può essere un cuoco provetto e uno skater può suonare il violoncello nell’orchestra. Il fine ultimo del film qui diventa punto d’inizio: nessuno dei ragazzi del drama club è stereotipato: se vogliamo dargli delle etichette allora E.J. è il figo della scuola e il capitano della squadra di pallanuoto, Seb vive in una fattoria, Ricky è uno skater, Big Red è appassionato di videogiochi, Ashlynn è capitano della squadra di robotica, eppure dentro loro c’è molto altro, ci sono passioni e interessi che non ti aspetteresti. Inoltre, tutti sono accomunati dalla passione per la musica, tanto che molti di loro cantano o suonano prima ancora di essere coinvolti nello spettacolo. Il drama club diventa per loro una famiglia in cui essere se stessi, dove tutti ti accettano per quello che sei.

“Posso anche aver ritoccato un po’ il mio curriculum, ma sono qui perché credo in questi ragazzi. E non perché saranno tutti delle star, ma perché non lo saranno. Sono strani, insoliti, eccentrici, ma dopo le lezioni vengono a fare le prove perché tutto ciò per cui fuori vengono derisi li fa brillare qui dentro.”
- Prof Jenn

Le storie personali di quei ragazzi, spesso disastrose, diventano motivo per brillare. La prof Jenn «mi ha dato una voce», come ammette Nini. Così Carlos, prima invisibile, riesce a farsi degli amici che condividono la sua ossessione per High School Musical. Anche Gina trova finalmente degli amici, lei che ha cambiato cinque scuole in sette anni e non è mai rimasta in un posto tanto a lungo da potersi ambientare. E poi c’è Seb, chiamato a interpretare il ruolo di Sharpay. Una scelta «audace», dirà la prof, ma una scelta pienamente accettata dagli altri membri del cast. Seb vive in una fattoria, tra le mucche, eppure brillerà su quel palco come solo una primadonna sa fare.

“Hai un dono nel rendere le cose migliori. Prendi il trucco di Sharpay. Mi hai fatto vedere fuori come ero dentro.”
- Seb

Seb non è l’unico personaggio omosessuale della serie. Con massima disinvoltura la Disney ci presenta una coppia di mamme: mamma D e mamma C, come le chiama Nini. Ancora una volta, la coppia non fa scalpore, ma è perfettamente inquadrata nella normalità in cui deve stare, proprio come tutte le altre fratture dello status quo.
Più centrale e più pesante è, invece, il rapporto tra i genitori di Ricky. Mike e Linn si stanno separando e queste tensioni gravano sulle spalle del ragazzo che prima non riesce a rispondere a un «ti amo» perché non sente più il significato di quelle parole, poi rischierà di rovinare lo spettacolo a causa della delusione nel vedere sua madre rifarsi una vita.

“Io ti amo. Ti amo da quella volta in cui hai preso l’ukulele e hai scritto una canzone sulle nuvole, una sciocca canzone sulle nuvole. Io ti amo. E quella sera, da te, quando mi hai detto di amarmi, volevo dirtelo, volevo dirtelo e mi prenderei a caldi per non averlo fatto. Però è così: io ti amo.”
- Ricky

I luoghi della serie sono quelli che già conosciamo: l’East High si presenta in tutto il suo splendore, con la palestra dove si allenavano i Wildcats, la mensa, scenario del caos di “Stick to the status quo”, le scale che hanno accompagnato le note di “When there was me and you”, fino ai corridoi e all’iconico armadietto rosa di Sharpay. Per non parlare del teatro, centrale nel film come nella serie tv, e di tutti i materiali di scena ben riconoscibili, a partire dalla scala della coreografia di “Bop to the top”.

L’ambientazione non è l’unico riferimento al film originale. Oltre a un paio di cameo degli attori che amiamo, ritroviamo anche tutte le canzoni, quelle che sappiamo a memoria e cantiamo senza esitazione da oltre un decennio. Sentiamo i protagonisti della serie studiarle, canticchiarle e poi riprodurle nella propria versione, li vediamo ballare sulle loro note e imprimere su quelle parole nuovi significati.
A esse, comunque, si affiancano canzoni totalmente nuove e non meno belle. Tra queste spicca “Wondering”, un brano melodico sul rimpianto che entra a far parte dello spettacolo come canzone autobiografica della Signora Darbus.

“- Qualche consiglio da darmi?
-Sii te stessa, non ti serve altro.”
- Ashlynn e Big Red

High School Musical The Musical – La Serie è un omaggio agli odierni trentenni, visto con gli occhi degli adolescenti. È una produzione nostalgica, ma anche una ventata di novità, con un messaggio semplice, eppure non meno importante: non importa chi sei, basta che tu sia te stesso e hai già vinto. Cinque specchi più che meritati per questa produzione originale Disney Plus che si divora in poche ore, fremendo nell’attesa della seconda stagione che – sembra sia stato già confermato – si baserà sul musical de “La bella e la bestia”.
Ne vedremo delle belle, Wildcats!


PS: è stata caricata da pochi giorni anche la versione “Canta con noi” della serie, per godere appieno di ogni nota.



Commenti

Post popolari in questo blog

In piedi, Signori, davanti ad una Donna (William Shakespeare)

Recensione "dramosa": Moon Lovers - Scarlet Heart Ryeo

Prendi il mio cuore e portalo lontano- Saffo