Recensione "Una notte di ordinaria follia" by Alessio Filisdeo


«Viaggiare su una limousine in compagnia di un russo della mala e di un teenager non morto deve per forza significare che, da qualche parte, in un momento specifico che ora mi sfugge, la mia vita è andata inevitabilmente a puttane»


Una notte di ordinaria follia, di cui qui trovate la segnalazione, è un libricino (definizione dovuta al numero di pagine, che sfiora il 70) di Alessio Filisdeo. La trama è molto semplice: una scena di lotta tra la malavita moderna, che si svolge nell'arco di una lunga e folle notte. A rendere piacevolmente più complesso il racconto, però, vi è tutto il resto. Sì perché i protagonisti di questa storia sono dei vampiri. Sì, vampiri. No, non di quelli che sbrilluccicano al sole; ma dei killer violenti e assetati di sangue, che hanno a che fare con la mafia russa. Così le strade notturne di una Manhattan addormentata diventano il luogo dello scontro secolare tra Templari e vampiri. Uno scontro, però, diventato moderno, con armi da fuoco e lussuose limousine. L'unione tra due universi così distanti, come i Figli della notte e quello della malavita, è un progetto altamente ambizioso, che Filisdeo riesce, però, a portare avanti e a realizzare perfettamente, grazie a una profonda conoscenza dei generi letterari. Seppure, infatti, l'autore ha dimestichezza con l'Urban-fantasy, egli dimostra fin da subito che è il Pulp il suo cavallo di battaglia. Così, nell'ironia, nell'avere una logica particolare e tutta sua, e nella schiettezza e violenza, tutte caratteristiche tipiche di questo genere, Filisdeo si rivela un maestro nel creare la sua narrazione. Se nei vostri cult cinematografici è presente Pulp Fiction, non potrete che apprezzare questo libro. Per lo meno, così è accaduto nel mio caso.
Altro lato positivo, che non ho mancato di notare e gustare, sono sicuramente i personaggi, che vengono ben caratterizzati e strutturati, nonostante la brevità del racconto. Da citare sono anche le descrizioni, brevi ed essenziali, ma sempre efficaci.
La storia è raccontata in prima persona; e a questo riguardo, a mio avviso, un altro motivo di lode è la capacità dell'autore nel rendere perfettamente la vicenda, sentita, vissuta e vista dagli occhi di una donna, nonostante egli appartenga, appunto, al sesso opposto. Può sembrare un aspetto scontato, ma il riuscire a creare in questo modo una realistica visione femminile è indice di grande cura, posta dallo scrittore.
Protagonista della vicenda è Tessa, una serial killer professionista che si risveglia a Central Park senza più ricordi di ciò che è avvenuto negli ultimi giorni. Un'unica certezza le è rimasta: ha mancato il suo bersaglio, che è ancora lì, vivo di fronte a lei, nonostante i fori di proiettili sul suo petto. Inizia, così, questa strana avventura che porterà inevitabilmente la donna a far parte di un nuovo mondo, totalmente sconosciuto e in cui viene trascinata al di fuori della sua volontà.
Inizia, così, una notte di (ordinaria) follia, e un viaggio, da vivere e gustare, nelle notti newyorkesi.
Buona lettura!

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