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L'insostenibile leggerezza dell'essere


Trama:
1968, Praga. Il romanzo è ambientato nel periodo di liberalizzazione politica della Primavera di Praga e la successiva invasione da parte dell’unione sovietica.
La storia d’Europa, la storia del mondo, si trova qui ad avere la stessa leggerezza della vita di un uomo, in virtù dell’ Einmal ist keinmail: quello che avviene una sola volta è come se non fosse mai accaduto.»
Tutti i personaggi di questa storia sono accomunati da un dettaglio, che probabilmente lega nel profondo l’intera umanità: la debolezza.
Tereza: una fotografa, una donna che vuole fuggire dal suo passato, dalla figura della madre, che vuole essere diversa ed incontrare qualcuno per il quale il suo corpo sia unico.
Tomàš: un matrimonio fallito alle spalle ed un figlio mai  riconosciuto, decide di non avere più relazioni stabili ma soltanto quelle che lui definisce «amicizie erotiche».
Ma è proprio lui ad inciampare per caso nella debolezza di Tereza.
Riuscirà il loro amore a superare la barriera di loro stessi?
Parallelo a questa storia vediamo scorrere anche l’amore appena sfiorato tra Franz, un professore universitario, e Sabina, una pittrice.
Sabina, spirito libero, la cui vita è basata sul tradimento, continuo e necessario, di ogni punto fermo della sua esistenza: la famiglia, la patria, l’amore.
Franz, un uomo buono, debole,  insoddisfatto, con una moglie che non ama, ma che non ha il coraggio di abbandonare poiché crede d’essere amato.
Come colorerà la sua vita l’amore per Sabina?
Un romanzo che tende alla morte, al vuoto, alla debolezza dell’essere, al bisogno di avere una seconda possibilità che non potrà esserci.
I personaggi di queste pagine sono analizzati dall’autore nel profondo del loro animo, attraverso i loro sogni e i segreti più intimi dell’essere probabilmente non chiari nemmeno a loro stessi.
Un viaggio dal sapore storico, ma il cui messaggio più profondo sa di filosofia. Un viaggio nell’animo e nella mente dei personaggi la cui più intima essenza emerge attraverso l’amore.


La mia opinione (potrebbe contenere spoiler):
Da anni continuavo a segnarmi nei miei appunti citazioni provenienti da questo libro, in quanto condivise, oppure perché in qualche modo rassicuranti, fino a che mi sono decisa a leggerlo.
Non posso definirlo un libro facile, in quanto va a toccare le corde più fragili della nostra natura d’umani, eppure proprio per questo, l’ho trovato estremamente rassicurante.
Alcuni elementi del romanzo mi hanno colpita di più, uno è sicuramente l’amore tra Tomàš e Tereza, che vorrebbero amarsi incondizionatamente, ma entrambi non riescono a superare la barriera del proprio ego, così che la presenza dell’uno diviene indispensabile per l’altro e l’amore non può che divenire sofferenza.
«E’  un amore disinteressato: Tereza non vuole nulla da Karenin. Non vuole nemmeno l’amore. Non si è mai posta quelle domande che torturano le coppie umane. Mi ama? Ha mai amato qualcuna più di me? Mi ama di più di quanto lo ami io? Forse tutte queste domande rivolte all’amore, che lo misurano, lo indagano, lo sottopongono ad un interrogatorio, non fanno che distruggerlo sul nascere. Forse non siamo capaci di amare proprio perché desideriamo essere amati, vale a dire che vogliamo qualcosa (l’amore) dall’altro, invece che avvicinarci a lui senza pretese e volere solo la sua semplice presenza.»
Questa frase più di tutte mi ha spinta a leggere il libro, e leggendolo, ho scoperto che Karenin non è altri che il cane di Tereza. Già, perché un amore del genere, senza ego appunto, forse gli umani, per loro natura, non sono in grado di provarlo.
Sono verità come questa che ho ritrovato sparse tra le pagine, condensate in poche ed incisive righe, tristi verità, a volte scomode, che accomunano tutti quanti, diventando in qualche modo, una salvezza.









-Iris-

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