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Recensione "Younger"


Younger è una serie tv americana single-camera comedy-drama, basata sull'omonimo romanzo di Pamela Redmond Satran, e creata e prodotta da Darren Star (famoso grazie a Beverly Hills, 90210 e Sex and the City).
Lo show racconta, seguendo abbastanza fedelmente il libro d'origine, la storia di Liza Miller, un madre quarantenne appena uscita da un divorzio, che per mantenere se stessa e la figlia, studente in giro per il mondo, deve tornare a lavorare. Seguendo il sogno di una vita, Liza cerca un impiego nell'editoria (dove aveva iniziato una brillante carriera uscita dal college, poi abbandonata per crescere la figlia e curare la famiglia); ma si scontra ben presto con la dura realtà: non c'è lavoro per chi ha già superato la soglia dei trent'anni. La donna però non si arrende e in un ultimo disperato tentativo accetta la folle idea della migliore amica Maggie: fingersi una ventiseienne. E se all'inizio il piano sembra solo un inutile stratagemma per ottenere e mantenere l'impiego presso la casa editrice Empirical Press, quando ci si mettono di mezzo anche amore e amicizia tutto si complica inevitabilmente, e Liza si trova a vivere una seconda vita segreta. Ma quale delle due è la vera Liza?
Sono venuta a conoscenza dello show quasi due anni fa, quando era ancora in cantiere (il primo episodio è stato trasmesso nel marzo 2015 su TV Land); eppure nonostante ne ho sempre sentito parlare molto bene, mi sono decisa a iniziarlo, divorandolo in meno di due settimane, solo ora. A farmi premere play sul pilot sono stati due fattori: la presenza di Hilay Duff, irresistibile per un'eterna nostalgica dei nineties come me, e la ricerca di qualcosa di leggero e divertente da seguire. Inutile dire che ho trovato molto di più.
Partiamo dalla base. Younger è la storia di tutte le donne (ma anche degli uomini, nonostante la narrazione sia principalmente femminile) che arrivate ai quarant'anni sono già costrette dalla società nella buia e negativa concezione della vecchiaia. Facendo del conflitto generazionale uno dei suoi punti cardine, la serie ragiona sul mondo del "forever young" e su come, superata una certa soglia d'età, se ne è inevitabilmente sbattuti fuori. Può sembrare un dramma immotivato o eccessivamente gonfiato, ma forse a portarci a una sottovalutazione del problema sono l'(ancora breve) assenza di rughe e le nostre cosce toniche e prive di cellulite.
Mantenendo un tono divertente, coinvolgente, emozionante e spesso irriverente, lo show riesce a mostrare e a trattare anche dei veri e propri problemi esistenziali. Ho già accennato, inoltre, a come la narrazione sia principalmente al femminile, mostrando forze e debolezze vissute da questo sesso. Chiamatemi pure egocentrica, ma ho davvero apprezzato l'attenzione spesa per la donna.
Un altro aspetto che mi ha fatto innamorare follemente della serie è ovviamente il suo svolgersi al'interno del folle mondo dell'editoria (io che sogno di lavorarci presto l'ho trovato assolutamente irresistibile). Younger non entra solamente nella società di oggi, dedicando uno sguardo particolare alla cultura pop, ma fa anche un'immersione completa nell'universo editoriale, mostrando degli interessanti dietro alle quinte. Infine, approvo con entusiasmo la sceneggiatura e gli attori.
Younger, la cui terza stagione è andata in onda in America dal 29 settembre 2016, è una di quelle serie simpatiche, irriverenti ed emozionanti che riescono sia come leggero intrattenimento sia come analisi profonda e ragionata. Da settimane ormai ne suggerisco la visione a qualsiasi essere vivente mi capiti a tiro, ed è mantenendo lo stesso entusiasmo che lo consiglio caldamente oggi ai nostri lettori. Forse Younger è uno show di cui si può comunque vivere senza, eppure sarebbe davvero un peccato non concedersi il regalo di guardarne gli episodi e vivere ed emozionarsi per la storia di Liza.
Buona visione!





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