Recensione: Shigatsu wa kimi no uso (La tua menzogna nel mese di aprile) di Naoshi Arakawa
Manga in uscita per la star comics questo mese, da non perdere!
Arima Kousei ha solo quattordici anni, eppure, nell'ambiente della musica classica non c’è nessuno, che almeno una volta, non l’abbia sentito nominare.
Arima Kousei ha solo quattordici anni, eppure, nell'ambiente della musica classica non c’è nessuno, che almeno una volta, non l’abbia sentito nominare.
Il “metronomo umano”, “lo schiavo dello spartito”, “il burattino
della madre”. Questi sono solo alcuni degli appellativi che gli sono stati
cuciti addosso.
Arima non tocca più il piano da due anni. Non riesce
più a sentire la melodia che la sua performance produce, da quando la madre è
morta.
Il suo nome è ancora leggenda. La sua presenza è ancora
riconosciuta dinanzi a chi solca lo stesso palco, su cui lui stesso riceveva
applausi e veniva considerato un prodigio.
E lui è, ancora, ancorato, seppur inconsciamente, alla sua
fonte di disperazione, la musica.
Watari, il ragazzo più popolare della scuola, non ché
capitano della squadra di calcio e Tsubaki, una ragazza estroversa e piena di
energie, sono i suoi unici amici, da lungo tempo, ma non riescono a comprendere
l’animo spezzato e tormentato del protagonista e, per tanto, ad aiutarlo.
"Ho incontrato la ragazza sotto i fiori di ciliegio
fioriti e il mio destino ha cominciato a cambiare".
Questo è il sottotitolo dell’opera.
Kaori è colei che sconvolge, con una semplice quanto
struggente “menzogna”, il destino di Arima.
Un manga non può permetterci di “sentire” una melodia, eppure
quest’opera riesce indubbiamente a far sì che il lettore rimanga talmente
rapito dai disegni e dagli eventi, che è inevitabile non riuscire ad
avvertirla.
Kaori appare come una ragazza forte, che conosce la musica
solo come mezzo, per riuscire ad esprimere i propri sentimenti. Per lei è
libertà, divertimento, innocente e traboccante passione.
Una violinista anti-conformista, che non segue, quindi, le
rigide regole dello spartito, ma che anzi s’impossessa delle note, per renderle
sue.
Ovviamente anche lei conosce Arima, ma non si avvicina a
lui, per l’interesse comune. Lei è innamorata di Watari e il ruolo del
protagonista è solo quello di Amico A, ovvero di sostegno.
Per quanto Arima rimanga rapito dinanzi a questa figura
femminile, non può che sentirsi in colpa per quello che prova, ma ardentemente
spera di poter condividere più momenti assieme a quella che via via diventerà
la sua salvatrice.
Il primo passo, che Kaori impone all’Amico A, è quello di
divenire suo accompagnatore, per un concorso.
Lui che non riesce più ad udire che poche note, che non ha
mai espresso se stesso, su quei tasti bianchi e neri e che ora non può più
contare sulla sua perfezione, nel suonare un brano.
Arima è sempre stato capace di interpretare le altrui
emozioni, ma mai le proprie.
“Occorre coraggio per salpare in acque inesplorate” – Snoopy
– ed è quello che Arima, si ritrova a compiere.
Questo manga affronta la tematica dell’adolescenza, la solitudine,
la morte, l’amore e le sue pene. Kousei vive attraverso il piano ogni aspetto
della sua vita e nella musica ricerca se stesso.
Ovviamente non è qualcosa di semplice.
Kousei si mette davvero in gioco, col supporto del suoi
amici. Si ritrova a dover, quasi, rimparare a suonare, a doversi scontrare con
vecchi avversari, che da lui non si aspettano altro che la perfezione di un
tempo. Senza contare che incombe, sempre, l’ombra della madre, colei che lo ha
iniziato alla musica.
L’infanzia del protagonista è, infatti, un trauma
ricorrente, che pare potersi alleviare solo per mezzo delle melodie.
Le sue esecuzioni, un tempo “specchi degli spartiti”, come
vengono definiti dai giudici, diventano vere e proprie composizioni dei vari stati
d’animo di Kousei, che non può fare a meno, soprattutto inizialmente, di
suonare i preludi con la stessa impeccabile risolutezza di un tempo, per poi
sprofondare nelle acque di un torbido silenzio, dove ogni suono appare ovatto e
l’unica soluzione sembra essere quella di immaginare la melodia ricercata e
creare così, un’armonia personale, trasmettendola e dedicandola, alla persona
amata.
Se pensate che quest’opera abbia un finale scontato e che
quindi appaia prevedibile la sua conclusione, vi sbagliate.
O meglio, col proseguimento della storia, può davvero
sembrare che il racconto sia delineato in modo chiaro e preciso, ma è lo stesso
lettore a non volervi credere.
Perché se prima vediamo Arima alle prese con le sofferenze
legate alla madre, poi è il turno di Kaori, ed è purtroppo inevitabile non
piangere alla fine, soprattutto quando ci viene rivelata la menzogna, che ha
dato vita a questo viaggio.
Quest’opera è stata una bellissima sorpresa.
I disegni riescono a irrompere nel silenzio della lettura,
lasciando al lettore la piacevole sensazione di star vivendo un’esecuzione, di
essere parte di un pubblico, seduto in un auditorium o un teatro.
Vi sono momenti di allegria e divertimento, intervallati da
molte riflessioni sul domani o sulle scelte più banali, che Kousei e i suoi
amici si trovano a dover compiere.
Nessuno di loro passa in oltre, in secondo piano. Watari e
Tsubaki si affliggono anch'essi coi problemi dell’adolescenza.
Il senso di malinconia, tristezza e serenità, che questo
manga mi ha lasciato, è stato semplicemente il risultato di una splendida
narrazione, curata nei minimi dettagli. Un’ esplorazione del turbinio dei
sentimenti che solo un giovane e sensibile animo è capace di vivere.
Non indugiate, munitevi di Kleenex e date avvio alla
lettura, non ve ne pentirete!
Dal manga è stato tratto un anime, che segue la storia dell'opera originale.
Nel 2016 è uscito in Giappone, anche un film.
Lost Inside My Universe
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