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Recensione di 'Un indovino mi disse' di Tiziano Terzani


Dopo un lungo oblio fatto di feste assordanti e alienante studio (quest'ultimo non è ancora finito, purtroppo..), ho finalmente trovato mezz'ora di tempo per resuscitare dalle carte di merendine e dalle pagine di uno dei 43298748927 libri sulla mia scrivania e per scrivere la recensione di un libro cui sono molto affezionata: Un indovino mi disse, di Tiziano Terzani.
Il libro è il reportage - raccontato in prima persona da Terzani - di un viaggio compiuto in Asia via terra: nel 1976, infatti, durante uno dei suoi tanti soggiorni in Oriente, il giornalista racconta dell'incontro con un indovino che gli sconsiglia di salire su un qualsiasi aereo nell'anno 1995, rischio la morte. Egli, dunque, decide di assecondare la predizione, un po' per scaramanzia, un po' per giustificare a sè stesso un viaggio estremamente faticoso eppure affascinante attraverso i meandri del Sol Levante. Il fatto di doversi arrabattare per trovare vie di trasferimento alternative si rivela un'occasione, una rivelazione di tanti elementi essenziali che dall'alto di un anonimo volo in prima classe della durata di un'ora non si mostrerebbero nemmeno volendoli vedere; no, le usanze ancora tradizionali che sopravvivono all'incedere del capitalismo occidentale, le superstizioni che neanche il materialismo più spietato riesce a spazzare via, escono dai loro fatiscenti rifugi e si presentano all'occhio di chi solo ha il coraggio di calarsi nella confusione di un treno per la Cambogia, nel pericolo di un camioncino al confine con il laos, e così via... Il viaggio diventa anche un modo per approfondire il culto dell'occulto, rivolgendosi a un indovino sempre diverso ad ogni tappa dell'iter e indagando di volta in volta su quanto ancora rimanga in vita la spiritualità tra gli abitanti di queste zone.
Che dire, da buon giornalista lo stile è fluido e nella maggior parte dei casi semplice, coinvolgente al punto giusto. Purchè la materia trattata sia di un qualche interesse! Purtroppo per me, non è stato così. All'inizio mi stuzzicava l'idea di leggere di indovini e di approfondire il folklore del mondo orientale, ma alla lunga ha prevalso la sensazione che il libro fosse un ripetersi delle stesse riflessioni e delle medesime osservazioni; per di più, ho sentito la mancanza di una trama, ma di questo colpa mia e basta!


- Papavero Blu

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